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Ostra Vetere: 85mo compleanno di padre Rolando Maffoli PDF Stampa E-mail
Mercoledì 06 Gennaio 2016 17:27

Ostra Vetere 85mo compleanno di padre Rolando MaffoliNel giorno dell’Epifania si celebra la festa di padre Rolando Maffoli, che ha compiuto 85 anni. Sicuri di interpretare i sentimenti di stima e riconoscenza di tutta la popolazione ostraveterana (e non solo) per l’intensa opera da lui svolta in favore della comunità cristiana devota al santuario di San Pasquale Baylon, vogliamo presentargli gli auguri del Centro di Cultura Popolare e della Gazzetta dj. Padre Rolando è nato a Serra Sant’Abbondio (PU), alle falde del Monte Catria, il 5 gennaio 1931. E’ entrato giovanissimo nell’Ordine dei frati minori

 
Ostra Vetere: Straordinario successo del Concerto di Canti Natalizi a San Pasquale PDF Stampa E-mail
Sabato 02 Gennaio 2016 22:07

Ostra Vetere Straordinario successo del Concerto di Canti Natalizi a San PasqualeIl Centro di Cultura Popolare ringrazia la Schola Cantorum Immacolata di Senigallia per lo straordinario successo del Concerto di Canti Natalizi tenuto presso la chiesa di Santa Croce dei Frati Minori, Santuario diocesano di San Pasquale Baylon a Ostra Vetere. Al termine dell’affollatissima Santa Messa vespertina tantissimi fedeli presenti hanno assistito entusiasti al programma di musiche tradizionali che hanno riempito il tempio sacro con i suoni possenti dei cantori. Senza la loro maestria a ben poco sarebbe infatti servita l’eccellente Ostra Vetere Straordinario successo del Concerto di Canti Natalizi a San Pasqualeacustica della chiesa, che pure si presta ottimamente. Le volte seicentesche della chiesa hanno riverberato sugli ascoltatori le musiche del programma appositamente studiato per offrire il doveroso omaggio alla tradizione musicale cristiana. Il merito è tuttavia, incontestabilmente, del complesso delle voci del coro che da decenni offre un servizio liturgico  impareggiabile, prima presso la chiesa dell’Immacolata di Senigallia e recentemente anche nell’animazione della Santa Messa domenicale delle ore 11,45 nella Cattedrale Ostra Vetere Straordinario successo del Concerto di Canti Natalizi a San Pasqualesenigalliese. La Schola Cantorum è nata per iniziativa di monsignor Angelo Mencucci presso la chiesa dell’Immacolata come animazione liturgica vocata ai canti gregoriani. Poi Carlo Guidantoni, ottantenne di Perugia baritono e prima voce solista del coro Santa Cecilia di Roma, che aveva cantato nei teatri di tutto il mondo insieme alla moglie fabrianese, soprano, che veniva al mare a Senigallia e che aveva ascoltato da fuori la chiesa, passando per la via, il gruppo che animava la Messa. Incuriosito e compiaciuto per la maestria dispiegata, era Ostra Vetere Straordinario successo del Concerto di Canti Natalizi a San Pasqualeentrato in chiesa ad ascoltare. Da lì nacque l’amore per il gruppo musicale, tanto che per i sette-otto anni successivi Guidantoni veniva appositamente da Perugia tre giorni alla settimana per dare lezione ai cantori. Il suo ammaestramento ha fornito l’impostazione lirica all’70-80 per cento dei componenti della corale. All’inizio la corale si avvalse della direzione del maestro Graziano Morsucci, che aveva come corista anche l’attuale maestro professore Paolo Pettinelli, che poi ha assunto la guida della Schola nell’ultimo decennio. Le capacità musicali Ostra Vetere Straordinario successo del Concerto di Canti Natalizi a San Pasqualee professionali del maestro Pettinelli, amante della lirica e frequentatore della Scala di Milano, dove abitava per motivi di lavoro, gli ha acquisito una particolare predisposizione e competenza, grazie anche ai successivi insegnamenti del maestro Carlo Guidantoni. Insieme hanno scritto le partiture musicali del coro in funzione delle capacità canore del gruppo, con il meraviglioso risultato offerto nel concerti natalizio odierno. Non è nuova la Schola Cantorum Immacolata a simili successi, come quelli memorabili conseguiti nel concerto Ostra Vetere Straordinario successo del Concerto di Canti Natalizi a San Pasqualetradizionale presso la chiesa dei Cancelli piena di pubblico, oppure a San Rocco nel Natale dello scorso anno con i canti liturgici natalizi. Ma il coro partecipa anche, da anni, al Festival Europeo della Musica di Senigallia nel 21 giugno ricorrenza del solstizio d’estate con canti lirici e brani d’opera, esibendosi anche nell’area degli scavi archeologici sotto il Teatro la Fenice di Senigallia. Tra i vari componenti, la Schola Cantorum annovera anche la moglie ucraina del maestro Pettinelli, Tamara Pelikhovska, che in gioventù ha frequentato corsi di canto nel suo Paese d’origine. Vi fanno parte anche i soprani Ivana Carletti, Graziella Mosca e Elena Mori, la mezzosoprano Tamara Pelikhovska, i contralti Stefania Terrenzio e Brunella Tinti, i tenori Tonino Franceschini e Stefano Sole e il basso Paolo Pettinelli. A tutti loro i meriti del successo del Concerto Polifonico di Canti Tradizionali Natalizi, tra i cui numerosi brani proposti hanno figurato il gregoriano “Tota pulchra”, che il coro Ostra Vetere Straordinario successo del Concerto di Canti Natalizi a San Pasqualeha assunto come proprio canto distintivo, i classici natalizi “Astro del Ciel” e “Adeste fideles”, il noto “Madonna nera” di tradizione polacca, in un possente crescendo espressivo, al termine del quale il “Tu scendi dalle stelle” che ha coinvolto nel canto conclusivo anche tutti i numerosissimi spettatori presenti. E' stata questa la migliore dimostrazione di quanto la Schola Cantorum abbia saputo trascinare nel canto tradizionale natalizio l'intero auditorio. Grazie davvero a tutti e felice nuovo anno 2016.

 

 
Ostra Vetere: Invito personale al "Concerto di Canti Natalizi" del 2 gennaio PDF Stampa E-mail
Venerdì 01 Gennaio 2016 17:59

Ostra Vetere Invito personale al Concerto di Canti Natalizi del 2 gennaio

Ostra Vetere: Invito personale al "Concerto di Canti Natalizi" del 2 gennaio http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare

dal Centro Cultura Popolare

 
Ostra Vetere: Omaggio alla tradizione cristiana del Centro di Cultura Popolare PDF Stampa E-mail
Mercoledì 30 Dicembre 2015 18:38

Ostra Vetere Omaggio alla tradizione cristiana del Centro di Cultura PopolareFormulando gli auguri più calorosi di Pace e Bene per il prossimo Nuovo Anno 2016  la Schola Cantorum Immacolata di Senigallia e il Centro di Cultura Popolare di Ostra Vetere, insieme alla Comunità Francescana di Santa Croce presso il Santuario Diocesano di San Pasquale Baylon di Ostra Vetere, vogliono tributare un omaggio alla più autentica Tradizione Cristiana con un Concerto Polifonico di Canti Tradizionali Natalizi presso il Santuario di San Pasquale a Ostra Vetere Sabato 2 gennaio 2016 alle ore 17.00 con la celebrazione della Santa Messa vespertina, seguita dai CANTI TRADIZIONALI DEL NATALE CRISTIANO E MUSICA SACRA IN ONORE DELLA VERGINE. Il coro, diretto dal Maestro Paolo Pettinelli, è composto dai soprani Elena Mori, Graziella Mosca, Ivana Carletti, dai coltralti Brunella Tinti, Stefania Terrenzio, Tamara Pelikhovska, dai tenori Antonio Franceschini, Stefano Sole, dal basso Paolo Pettinelli. I valenti cantanti eseguiranno un repertorio classico di canti mariani e natalizi, che spazia tra epoche, luoghi di origine e stili diversi. Le melodie trasporteranno i presenti in un'altra dimensione e potranno tornare alla mente e nel cuore

 
Ostra Vetere: Franco Ceccacci. Sette anni dalla prematura scomparsa PDF Stampa E-mail
Martedì 29 Dicembre 2015 16:54

Ostra Vetere Franco Ceccacci Sette anni dalla prematura scomparsaSette anni dalla scomparsa dell'indimenticabile Franco Ceccacci, figura di riferimento per la comunità civile ma anche per la comunità religiosa locale. Da sempre impegnato nell'associazionismo, completamente dedito nel servizio al paese, Franco Ceccacci è mancato immaturamente il 29 dicembre 2008, ad appena 58 anni di età. Dotato di un carattere forte e volitivo, di un grande spirito organizzativo, di intelligenza pronta, di una manualità inarrivabile e ricca di risorse, Franco era l'anima della realtà associativa locale. Era impegnato nell'Azione Cattolica, di cui era stato anche presidente, e in una molteplicità di altre iniziative, a partire dai monumentali presepi del "borgo" sino a quelli realizzati a Santa Maria della Fiducia a Pongelli. Per la promozione del paese, Franco si era prodigato con grande generosità nelle file della associazione Pro Loco, di cui è stato fondatore e per lungo tempo presidente, contribuendo a richiamare su Ostra Vetere il grande pubblico per le feste d'estate e per le edizioni del

 
Ostra Vetere: Gli auguri del Centro di Cultura Popolare PDF Stampa E-mail
Giovedì 24 Dicembre 2015 18:49

Ostra Vetere Gli auguri del Centro di Cultura PopolareAuguri. http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare

da Centro Cultura Popolare

 
Ostra Vetere: Foveae o fossarili nella piazzetta dell’Abate PDF Stampa E-mail
Martedì 22 Dicembre 2015 21:19

Ostra Vetere Foveae o fossarili nella piazzetta dell AbateI lavori di ripavimentazione di alcune vie e piazze del paese stanno riportando alla luce interessanti tracce del passato. Come già nell’Ortaccio (piazzetta dei Giardinetti o piazza Lucio Battisti) dove sono state scoperte alcune sepolture e un pozzo, in Piazza Grande (piazza don Minzoni) dove è tornata alla luce l’antica neviera dell’ospedale, anche in piazzetta dell’Abate (piazza Suor Maria Crocifissa Satellico) il sottosuolo ha riservato sorprese. Oltre ad una pavimentazione in cotto di incerta funzione, sono state scoperte due cavità, due Ostra Vetere Foveae o fossarili nella piazzetta dell Abatepozzi di inusuale dimensione, il più grande dei quali interamente mattonato nella circonferenza, entrambi interrati con materiale di risulta. A cosa servivano? La spiegazione ce la fornisce alle pagine 162 e 501 lo splendido corposissimo volume dell’ingegnere Francesco Fiorani intitolato “L’Abbazia di Santa Maria di Piazza” edito dal Centro di Cultura Popolare come 66.mo volume della collana di testi storici, sulla scorta di quanto riferiva lo storico locale don Pietro Paolo Brunacci che, alla fine del Seicento, manoscriveva tutto quello che si sapeva sulla Ostra Vetere Foveae o fossarili nella piazzetta dell Abate“Historia di Ostra e Monte Novo”. E’ lui che ci racconta come, mezzo secolo prima, il 9° Abate don Marco Poccianti, nel demolire e ricostruire la vecchia chiesa di Santa Maria Annunziata o “di Piazza”, rinvenne gli antichi “fossarili” o, in latino, “foveae”, per la conservazione del grano, già rinvenuti alla fine del Quattrocento durante l’ampliamento gotico della chiesa abbaziale ad opera del 1° Abate fiorentino De Cursis dopo il 1485. Ecco quanto scrive l’ingegnere Francesco Fiorani a pagina 501 del suo volume dedicato all’abbazia: “Dalle corpose notizie raccolte e fin Ostra Vetere Foveae o fossarili nella piazzetta dell Abatequi esposte, risulta ben chiara la situazione della stratificazione sul terreno di sedime della nostra chiesa abbaziale: 1) un primo e più profondo strato di macerie potrebbe essere relativo alla primitiva chiesa romanica "corta" a tre navate, che però le memorie e i documenti storici non consentono di affermare con certezza sia mai esistita; 2) il secondo strato è relativo, in parte, alla chiesa romanica assiale trecentesca e, in parte, all'ampliamento gotico quattrocentesco sopra la piazza pubblica e i "fossarili" antichi; 3) il terzo strato è relativo alla ricostruzione barocca seicentesca. 4) sopra tali stratificazioni è stata costruita l'ultima chiesa neogotica”. Da qui l’identificazione dei “fossarili antichi”. Nel Medioevo non esisteva l’Ammasso del grano e per conservarlo venivano scavate delle fosse (fossarili o foveae) nelle pubbliche piazze e nelle quali veniva deposto e conservato il grano dei raccolti dopo la mietitura e la “battitura” (non esistevano a quel tempo nemmeno le trebbie per la trebbiatura e per separare il grano dalla

 
Ostra Vetere: Torna alla luce l’antica “neviera” dell’ospedale PDF Stampa E-mail
Giovedì 17 Dicembre 2015 16:47

Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedale            I lavori di ripavimentazione della piazza Grande (piazza don Minzoni di fronte al Palazzo Municipale) hanno fatto tornare alla luce l’antica “neviera”. Quando ancora non erano stati inventati i frigoriferi (lo saranno solo negli anni 20 del Novecento e a quell’epoca si chiamavano alla francese “frigidaire”, dialettalizzato in “frigilè”) si faceva a meno del ghiaccio. Il ghiaccio lo produceva la natura d’inverno nei momenti più freddi dell’anno, ma non aveva alcun uso pratico, anzi, provocava solo svantaggi. Fin quando non accadde qualcosa Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedale            all’epoca delle crociate. Anzi, all’epoca della prima crociata, nel 1098, quando anche dalle nostre parti si mossero feudatari e cavalieri verso il Santo Sepolcro, caduto in mano dei mussulmani. Dopo lunghi tentennamenti, la cristianità occidentale decise di intraprendere una spedizione militare per liberare i luoghi santi e così in molti partirono dall’Europa verso l’Oriente. C’era anche Boemondo d’Altavilla, un normanno francese signore di Taranto e con lui andò anche un contingente anconetano su una nave dei Tommasi, guidati da un altro Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedale            normanno: Leonardo Bonarelli. L’impresa militare ebbe successo, ma non per Leonardo, che cadde eroicamente sotto le mura di Antiochia durante l’assedio, prima della conquista di Gerusalemme. Ma il suo nome glorioso venne ricordato a lungo: Leonardo è parola composta di origine germanica, come erano i normanni, e la sua vera denominazione era quindi Leonheart, che significava “Cuor di Leone”. Un nome che divenne presto comunissimo fra tutti i crociati, tanto che anche più di un secolo dopo lo stesso re d’Inghilterra, Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedale            Riccardo, fattosi crociato, aggiunse al suo nome l’appellativo di “Cuor di Leone”, Leonheart, appunto. Ma durante la crociata aveva fatto in tempo, lui, Leonardo Bonarelli, e i suoi familiari che l’avevano seguito, a scoprire un segreto saraceno: l’uso del ghiaccio delle alte montagne del Tauro unito al celebre melone giallo di Supunga (la Shibbergam odierna presso il gran deserto in cui viveva il Grande Vecchio della Montagna, capo della tribù degli Hashishins che usavano la droga hashish per diventare ancora più feroci sanguinari, da cui il nome di assassini) e usare un ben altro prodotto naturale che lì si trovava, dove più tardi lo trovò anche il veneziano Marco Polo di cui ne parla nel suo libro “Il Milione”, il benefico melone giallo di Supunga, da cui ricavare il nettare d’Oriente, il sorbetto. I Bonarelli ne furono entusiasti e, diventati proprietari di navi e insediato un fondaco commerciale a San Giovanni d’Acri in Terrasanta, importarono la novità nel loro feudo Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedale            di Bompiano sopra Torrette di Ancona. E chiamarono il loro castello proprio con lo stesso nome dalla località d’Oriente da cui avevano importato i meloni gialli, per una intuibile traslitterazione fonetica da “u” ad “a”, il raddoppio consonantico “p” e l’inversione tipicamente indoeuropea da “g” a “c”, chiamando il castello Supunga-Sa_ppa_n’_ga, Sappanico. Come alla sottostante contrada diedero nome di “Candia”, che era il nome medievale dell’isola greca di Creta con cui commerciavano. E anche adesso, in cima alla Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedale            più alta collina di Ancona, esiste tuttora il castello di Sappanico, in cui abitano gli ultimi eredi dei conti Bonarelli, che avevano palazzo in città come un fortilizio, costruito sopra le mura dell’antico anfiteatro romano che conserva ancora l’Arco Bonarelli. Ma i Bonarelli avevano anche tanti altri possedimenti nelle alte Marche, come ci testimonia un codice vescovile senigalliese che ancora ricorda come, a metà del Trecento, un Galeano Bonarelli aveva possedimenti perfino a Montenovo, verso la contrada rurale di San Vito. Il nome, Galeano, Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedale            ricorda ancora i trascorsi familiari e l’attività di armatori di “galee” con le quali commerciavano con l’Oriente, da cui avevano imparato il segreto del gelato sorbetto. Un segreto che conservarono gelosamente e del quale traevano gran nome: lo apprezzò molto anche la regina d’Ungheria che, giunta ad Ancona in visita alla Santa Casa di Loreto, venne ospitata proprio nel palazzo Bonarelli. E riportò in Ungheria il “segreto” del gelato dei Bonarelli che anche nei Balcani ebbe un grande successo, conservando il nome degli scopritori anconetani. Caduto il Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedale            muro di Berlino e crollato il regime comunista, qualche anno fa il nuovo clima imprenditoriale spinse gli ungheresi a realizzare una grande azienda per la fabbricazione industriale dei gelati di frutta, cui diedero nome non del melone com’era in antico ma, inseguendo la moda innovatrice esterofila, di un altro frutto esotico: il kiwi. Proprio così, la fabbrica ungherese di gelati di frutta si chiama “Kiwi” e inalbera, nel suo marchio, proprio la corona reale delle regina d’Ungheria. E fra i suoi prodotti in catalogo offre quello più rinomato: il gelato chiamato Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedale            “Bonarello”. Chi conosce appena l’ungherese sa che è una lingua complicata e illeggibile per noi, piena di rauche consonanti doppie e impronunciabili. Fra i tanti prodotti dai nomi incomprensibili e contorti, ce n’è uno solo comprensibilissimo per noi italiani: “Bonarello”, dal nome della nobile famiglia anconetana che l’aveva fatto conoscere alla regina d’Ungheria tanti secoli prima. Sono passati cinquecento anni Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedalee ancora il gelato offerto dai Bonarelli d’Ancona alla regina d’Ungheria viene tuttora ricordato in terra magiara. Ovvio che Galeano lo abbia fatto conoscere anche a Montenovo, dove aveva vasti possedimenti. E ha fatto conoscere anche il modo con il quale si poteva preparare il gelato. I Bonarelli l’avevano appresso dagli arabi mussulmani in Terrasanta e l’avevano poi realizzato nel loro castello: in cima all’erta collina su cui sorge Sappanico, nella piazzetta interna a 311 metri di altitudine, il punto più alto del territorio di Ancona, avevano costruito un Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedalepozzo, che non poteva servire per cavarvi acqua, tant’è che non era permeabile alle falde freatiche ma reso impermeabile con la calce idraulica, per conservare la neve che, ad Ancona, cade d’inverno solo, e non sempre, in cima al cucuzzolo di Sappanico. Sul fondo del pozzo impermeabile mettevano della paglia come isolante, poi vi facevano precipitare la neve, comprimendola per bene con pesi per farla diventare ghiaccio compatto e proteggendolo poi con altra paglia e coperte per conservarlo a lungo. Nell’archivio privato di casa Bonarelli si conservano ancora le scritture contabili di quando la contessa Bonarelli, Donna Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedaleAnna, a metà del Seicento vendeva il preziosissimo ghiaccio d’estate al caffettiere del Corso che andava a Sappanico con la “cacciatora” a caricare i “panetti” di ghiaccio per fare bevande gelate per la clientela. E guadagnava anche bene, mentre famoso è rimasto il gelato di Sappanico, tanto che qualche anno fa la Pro Loco di quella frazione ha istituito proprio la “Sagra del gelato di Sappanico” a mezzagosto. Ma i Bonarelli, che erano crociati, Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedaleconti, capitani di ventura, dotti letterati, poeti e abili amministratori, addirittura Senatori romani sotto lo Stato Pontificio e investiti del feudo della Ravegnana a Torre San Marco dai duchi d’Urbino, erano anche valenti medici e avevano scoperto ben presto l’uso terapeutico del ghiaccio in medicina. Il ghiaccio dei Bonarelli non serviva solo ai caffettieri, ma anche agli ospedali. Ed è così che l’uso del ghiaccio si è diffuso anche a Montenovo, grazie a Galeano Bonarelli e ai suoi eredi, che aveva qui da noi i suoi possedimenti a metà del Trecento, proprio mentre il nostro libero Comune si dotava del Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedaleprimo Ospedale di Santa Caterina: risale al 1342 l’ospedale di Santa Caterina di Montenovo ed anche questo è citato negli antichissimi codici vescovili senigalliesi. E allo stesso modo in cui a Sappanico avevano costruito la “neviera” per conservare il ghiaccio ricavato dalla neve pressata, così anche sul cucuzzolo di Montenovo, nel punto più alto sulla piazza del Comune, venne costruito il pozzo-neviera, intonacato con calce idraulica per renderlo impermeabile e ora ritrovato, a servizio degli ospedali montenovesi. Degli “ospedali”, abbiamo scritto, e non dell’ “ospedale”, perché a Montenovo gli ospedali sono stati quattro: quello di Santa Caterina nel Trecento, quello di San Rocco al Borgo nel Cinquecento, quello delle “zitelle” presso la pianella del Perugino nel Seicento, e quello sul Girone, dedicato allo scultore Antonio Canova nell’Ottocento. Non c’è più, purtroppo, alcun Ospedale a Montenovo, a causa dell’imprevidenza di moderni amministratori, ma Ostra Vetere Torna alla luce l antica neviera dell ospedaleora torna alla luce la “neviera” degli ospedali a ricordare a noi tutti ciò che abbiamo disgraziatamente perduto. La storia di Leonardo Bonarelli e del sorbetto di Supunga, del gelato per la regina d’Ungheria e del caffettiere del Corso di Ancona che acquistava il ghiaccio della neviera di Donna Anna Bonarelli è contenuta nel 94.mo volume edito dal Centro di Cultura Popolare nel 2007, scritto da Alberto Fiorani e intitolato “La coppa di Donna Anna” e la “coppa” era quella, famosa, in cui si gustava il “sorbetto” dei Bonarelli, i primi importatori del gelato dall’Oriente, non avendo alcun fondamento la diceria che sarebbe stata la regina di Francia, una Medici di Toscana, a inventare il gelato per il quale divenne famosa Parigi fino alla Belle Epoque: il gelato è molto più antico e furono i Bonarelli a farlo conoscere all’Italia e al mondo: fu proprio uno dei Bonarelli, Prospero, letterato e poeta, amico della regina Medici di Francia e del celebre cardinale Mazzarino con il quale era in confidente corrispondenza, a svelarne il segreto di cui la regina Medici si fece vanto, un

 
Ostra: Un dono di Natale dalla Libreria Editrice Barchiesi PDF Stampa E-mail
Martedì 15 Dicembre 2015 16:26

Ostra Un dono di Natale dalla Libreria Editrice BarchiesiIl nostro lettore Giancarlo Barchiesi di Ostra, instancabile ricercatore di notizie storiche della sua città e contitolare della Libreria Editrice Barchiesi di piazza dei Martiri a Ostra, ci fa un singolare dono di Natale, inviandoci una ricerca genealogica su “La storia della Nobile Famiglia Gherardi di Ostra e Senigallia”, che pubblichiamo integralmente: "Un modo diverso per fare gli auguri. La storia della Nobile Famiglia Gherardi di Ostra e Senigallia al centro di un interessante ricerca di Giancarlo Barchiesi. Gherardi – famiglia.  La nobile e facoltosa famiglia Gherardi, di Montalboddo – Ostra ha dato tanti uomini il­lustri alla Città ed è particolarmente legata al Santuario della Madonna della Rosa di Ostra. Infatti diversi componenti della famiglia hanno amministrato il Santuario per oltre 70 anni; la serie si apre con l’abate Don Ludovico Gherardi dal 1686 al 1709, segue l’altro abate Gianfrancesco (Giovanni Francesco) Gherardi dal 1727 al 1768;  infine Don Luigi Gherardi dal 1768 al 1779.  Alla fine del settecento, tale famiglia, ereditando dalle

 
Ostra Vetere: Il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare al termine della visita del Prefetto PDF Stampa E-mail
Venerdì 04 Dicembre 2015 22:00

Ostra Vetere Il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare al termine della visita del Prefetto  Immediatamente dopo il termine della visita di S.E. il Prefetto, si è tenuto il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare Alberto Fiorani a conclusione della cerimonia di consegna del Premio San Giovannino ai Carabinieri, che trascriviamo integralmente: “Consentite un attimo due parole solamente, per ricordare il valore della comunità, la tradizione d’accoglienza, come abbiamo dimostrato oggi, prima ai Carabinieri che prestano servizio encomiabile alla comunità, e poi a Sua Eccellenza il Prefetto. Mia figlia, Chiara, Ostra Vetere Il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare al termine della visita del Prefettol’avvocato, avrebbe avuto piacere di illustrare il tenore della monografia che ha realizzato in queste settimane e che ha scritto in vista di questa occasione. Avrete occasione di leggere tutto quello che voleva dire: lo trovate comunque scritto nella monografia. E’ una rassegna di tutta la storia del paese da quando era una autonoma comunità, con tanto di Statuti, leggi proprie, un Tribunale e un esercito, addirittura. Qui ci sono i Carabinieri, che non sono altro che i successori di quelle attività e di quelle presenze, che hanno assicurato il corretto Ostra Vetere Il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare al termine della visita del Prefettosviluppo della comunità nell’arco di tanti secoli, a iniziare dal lontano Millecento, quando è sorto il Comune. Il suo primo atto, il primo documento che ancora si conserva, è una lunghissima pergamena, redatta tra il 1240 e il 1252, depositata presso l’Archivio Comunale, nella quale si parla di tante cose e le troverete scritte in questo volume, ma già a quell’epoca un concetto era chiarissimo: il Comune di Montenovo era un Comune accogliente, ha accolto profughi anche in quella occasione. Erano profughi prossimi a noi, erano barbaresi: Ostra Vetere Il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare al termine della visita del Prefettoquarantotto famiglie di Barbara per fuggire alla invasione delle milizie teutoniche dell’imperatore Federico II, composte anche da saraceni di stanza a Lucera nella Puglia, sono fuggiti alla loro sudditanza dal padrone, se possiamo dire così, feudale di quella “villa” (era “villa” e non “castello”, Barbara) mentre invece Montenovo era già Comune libero con propri Statuti e proprie leggi. I barbaresi sono venuti a chiedere a noi ospitalità e la comunità montenovese ha acconsentito a farli entrare, anzi, i nostri sono andati a prendere le loro robe per aiutarli a Ostra Vetere Il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare al termine della visita del Prefettovenire qui. Ma quando sono venuti, la prima cosa che hanno dovuto fare è giurare “castellanìa”, cioè giurare di voler diventare cittadini nostri e di rispettare le nostre leggi. Sì alla accoglienza, quindi, ma alla condizione che chi viene ci rispetti e rispetti le regole che ci siamo liberamente dati. Questa è una condizione che è documentata nel primo documento, la pergamena del 1240, e che è stato solo il primo di tanti altri esempi. Ostra Vetere ha accolto anche nel 1380, dopo la peste, altre popolazioni che sono venute qui rifugiate per ripopolare il Ostra Vetere Il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare al termine della visita del Prefettopaese: erano lombardi e romagnoli. Ci sono ancora oggi famiglie che si chiamano Lombardi e Romagnoli perchè sono venuti anche loro qui ospiti, profughi dalle loro terre, ospitati da noi, ma dovevano comunque rispettare le regole nostre. La stessa cosa avevano già fatto i toscani all’inizio del Milletrecento e ancora a Ostra Vetere ci sono la via Fiorenza, la via Fiorenzola che è diventata poi via Marulli, e il vicolo Bianco, proprio perché era il vicolo dove abitavano i toscani Guelfi Bianchi. C’è anche il Palazzo de’ Medici, che non era “dei medici”, ma Ostra Vetere Il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare al termine della visita del Prefetto“de’ Medici”, perché era proprio della famiglia diventata poi Granducale di Toscana. Tanti altri sono arrivati, ma sempre con questa condizione: a venire qui, a diventare come noi, ma a rispettare le nostre leggi e la nostra tradizione. Gli ultimi che sono arrivati, sono giunti qui alla metà del Quattrocento ed erano i profughi delle terre d’Oltremare, dai Balcani. Sono venuti gli abitanti di Ragusa, gli abitanti della Schiavonìa, della Dalmazia, e infatti ancora oggi noi abbiamo gli schiavoni. Ecco, c’è Franco Schiavoni, che viene proprio da quella tradizione di famiglia che Ostra Vetere Il discorso del Presidente del Centro di Cultura Popolare al termine della visita del Prefettoper secoli ha conservato la tradizionale attività di cavallari, allevatori di cavalli. Adesso lui fa un altro mestiere, naturalmente, però quella era la tradizione della famiglia degli schiavoni e degli altri profughi ragusini. Sono venuti, vedete come s’è integrata la famiglia degli Schiavoni da noi? Vengono qui, ci rispettano, li rispettiamo, rispettano le nostre leggi. Questo è quello che avremmo voluto dire al Prefetto, visto che è venuto a fare visita a una comunità nigeriana qui ospitata a Ostra Vetere: ben vengano quelli che vengono da fuori, ma siano rispettosi delle

 
Ostra Vetere: Messaggio augurale dell’ex sindaco Massimo Bello per il Premio San Giovannino ai Carabinieri PDF Stampa E-mail
Venerdì 04 Dicembre 2015 21:54

Ostra Vetere Messaggio augurale dell ex sindaco Massimo Bello per il Premio San Giovannino ai Carabinieri Anche l'ex sindaco di Ostra Vetere Massimo Bello, non avendo potuto partecipare personalmente alla cerimonia di consegna del Premio San Giovannino ai Carabinieri trovandosi all'estero, ha voluto inviare il seguente messaggio augurale: "Gentilissimo Presidente Fiorani, sono grato a Lei ed a tutto il Centro di Cultura Popolare di Ostra Vetere per aver destinato, quest'anno, il prestigioso 'Premio San Giovannino' ai militari della Stazione dell'Arma dei Carabinieri di Ostra Vetere, a cui va la mia

 
Ostra Vetere: Il saluto del Presidente dell’Associazione Partigiani Cristiani dottor Tarcisio Torreggiani PDF Stampa E-mail
Venerdì 04 Dicembre 2015 17:19

Ostra Vetere Il saluto ai Carabinieri del Presidente dell Associazione Partigiani Cristiani dottor TorreggianiIl Presidente della Sezione senigalliese dei Partigiani Cristiani, dottor Tarcisio Torreggiani, ha inviato il suo saluto ai Carabinieri per la consegna del Premio San Giovannino: "Carissimo Alberto, mi scuso per non poter essere presente alla consegna del S. Giovannino oggi. Comunque ti prego di leggere il seguente messaggio indirizzato ai Carabinieri che  tanto fanno per le nostre comunità con sempre maggiore intelligenza, altruismo e a sprezzo del pericolo. Penso che abbiate fatto benissimo a consegnare il S. Giovannino ai Carabinieri sempre all’altezza della fama che accompagna

 
Ostra Vetere: Il saluto ai Carabinieri dell’Ambasciatore Luigi Vittorio Ferraris PDF Stampa E-mail
Venerdì 04 Dicembre 2015 17:14

Ostra Vetere Il saluto ai Carabinieri dell Ambasciatore Luigi Vittorio FerrarisAnche S.E. l'Ambasciatore Luigi Vittorio Ferraris, sempre particolarmente attento alle vicende ostraveterane, non ha voluto far mancare il suo saluto ai Carabinieri in occasione della consegna del Premio San Giovannino ed ha così scritto: "Al Centro Culturale Popolare Ostra Vetere. Rammaricato di non potere essere presente trovandomi in Alto Adige, vorrei esprimere il mio modesto, ma sentito elogio al Centro Culturale Popolare di Ostra Vetere per aver voluto esprimere il proprio apprezzamento per l'opera

 
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  • Ostra Vetere: Circolano strane voci clamorose sul futuro del Comune

    montenovonostro 05.05.2013 12:48
    Cosa sta succedendo in paese? montenovonostro
     
  • Marche: Ma quanto incassa un burocrate in regione?

    scelpo 05.09.2012 15:55
    Per essere di sinistra guadagna più di trenta pensionati sociali messi insieme. Complimenti che ...
     
  • Marche: L’Assemblea legislativa aveva approvato misure di contenimento della spesa

    capra 02.09.2012 21:26
    Ma del Contidino, no?
     
  • Marche: L’Assemblea legislativa aveva approvato misure di contenimento della spesa

    ApiK 01.09.2012 21:30
    Di chi è la colpa se il bove è fuggito?
     
  • Marche: L’Assemblea legislativa aveva approvato misure di contenimento della spesa

    scelpo 31.08.2012 18:13
    Ma non serve chiudere la stalla quando il bove è fuggito.