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Ostra: Un dono di Natale dalla Libreria Editrice Barchiesi PDF Stampa E-mail
Martedì 15 Dicembre 2015 16:26

Ostra Un dono di Natale dalla Libreria Editrice BarchiesiIl nostro lettore Giancarlo Barchiesi di Ostra, instancabile ricercatore di notizie storiche della sua città e contitolare della Libreria Editrice Barchiesi di piazza dei Martiri a Ostra, ci fa un singolare dono di Natale, inviandoci una ricerca genealogica su “La storia della Nobile Famiglia Gherardi di Ostra e Senigallia”, che pubblichiamo integralmente: "Un modo diverso per fare gli auguri. La storia della Nobile Famiglia Gherardi di Ostra e Senigallia al centro di un interessante ricerca di Giancarlo Barchiesi. Gherardi – famiglia.  La nobile e facoltosa famiglia Gherardi, di Montalboddo – Ostra ha dato tanti uomini il­lustri alla Città ed è particolarmente legata al Santuario della Madonna della Rosa di Ostra. Infatti diversi componenti della famiglia hanno amministrato il Santuario per oltre 70 anni; la serie si apre con l’abate Don Ludovico Gherardi dal 1686 al 1709, segue l’altro abate Gianfrancesco (Giovanni Francesco) Gherardi dal 1727 al 1768;  infine Don Luigi Gherardi dal 1768 al 1779.  Alla fine del settecento, tale famiglia, ereditando dalle antiche famiglie Martinelli e Benigni estintesi nei Gherardi, si divise in due filoni quella dei Gherardi-Martinelli e l’altra dei Gherardi-Benigni. Ai Gherardi-Martinelli andarono i palazzi di corso Mazzini (1666) e via A. Gramsci (oggi casa Amori,) invece ai Gherardi-Benigni quello di Piazza dei Martiri e la villa del Ghiretto in campagna. Non avendo ancora trovato riscontro nei vari archivi è possibile avanzare solo alcune ipotesi sui doppi cognomi. I Martinelli vengono annotati tra le nobili famiglie Bodiesi solamente nelle Antichità Picene del Colucci, mentre i Benigni ci portano al governatore della Città Telesforo Benigni, personaggio filo papalino che, nel 1790,  fece elevare Montalboddo a Città. Lo stesso ricompose il monumento di Ostra Antica presso largo del Murello. Un matrimonio di una sua figlia con i Gherardi sembrerebbe del tutto automatico e scontato, ma solo ulteriori ricerche d’archivio potranno chiarire definitivamente tale supposizione. Gherardi Antonio Francesco (sec. XVI) Stimato Medico esercitò in Orvieto, Macerata e Fano. (Colbassano; Rossi 123, 140). Gherardi Francesco (1602 c. – 1631) Uomo timorato di Dio, padre Gesuita studiò a Parma. Finiti gli studi, nel 1631 fece ritorno in Montalboddo ove, informato della terribile epidemia di peste che aveva colpito quella Città, fece subito ritornato a Parma. Chiese al padre Provinciale di curare lui stesso gli appestati. Morì accanto a loro avendo anche lui preso quel morbo. Il Fontana nella Biblioteca legale così lo ricorda “Franciscus de Gherardis frater etiam ipse praedictorum Laurentii et Ludovici, vir integerrimus, sanctissimae ac exemplaris. vitae.” (Rossi 108; Fontana Agostino, Bibliothecae legalis, 1694;Colucci, Antichità Picene Tomo XXVIII, 45/46; Calcagni, Mem. Istor. di Recanati; Lorenzo Martini, Giardino dei vari fiori di Virtu', e frutti d'azione eroiche, libro 2 cap. 2 p.26). Gherardi Francesco (…1666 - 1711…) Dottore, fratello del Vescovo Lorenzo Gherardi, a lui si deve la prima raccolta a stampa dei Miracoli della Madonna della Rosa, edita a Macerata nel 1711. (Rocchegiani, Raccolta dei Miracoli della Madonna della Rosa, 1850; Morbidelli, Santuario Madonna della Rosa, 2005 15). Gherardi Giovanni Francesco (1693 – Montalboddo 1768) Comunemente ricordato con il nome di abate, Gianfrancesco fu amministratore del Santuario della Madonna della Rosa per un quarantennio e precisamente dal 1727 al 1768. A lui si deve la costruzione   del nuovo tempio. Sin dall’inizio del suo incarico, l’abate Gherardi concentrò i suoi sforzi per la costruzione di una chiesa più grande, capace di accogliere i fedeli, sempre più numerosi che accorrevano al Santuario. (Morbidelli, Ostra Un dono di Natale dalla Libreria Editrice BarchiesiSantuario Madonna della Rosa, 2005 49). Gherardi Giuseppe (…1728…) Prelato della Curia Romana al tempo di Papa Innocenzo XIII (1721/1724). Referendario delle due Signature. Nel 1728 ottenne la dispensa e dismise la mantelletta o mantellona1 sposandosi con la N.D. Contessa Vittoria De-Gasparis di Ferentino, in provincia di Frosinone, proprietaria d'un patrimonio di oltre 100.000 scudi. (*1- Mantellona - Grande mantello. In particolare, mantello talare, in uso sino al 1969, di colore violaceo aperto sul davanti, privo di maniche e lungo fino ai piedi: costituiva insegna della famiglia pontificia di grado inferiore ai Vescovi (monsignore di mantellone). Ritratto di Giuseppe Gherardi. 148 X 108 Sec. XVIII. Il quadro è stato restaurato tra il 1996/97 da Bruno Vittorini). Gherardi Girolamo (… 1642 -1675…) Padre del Vescovo Lorenzo. Dottore di Legge esercitò la sua professione di giurista e fu stimato nelle cause civili e criminali. Due volte vice-governatore della Provincia Picena e per le sue capacità di mediatore fu più volte rappresentante-ambasciatore della sua provincia presso Papa Innocenzo X (1644-1655). Fu il probabile committente della tela posta sopra l’altare maggiore della chiesa di San Rocco, opera di Giacinto Brandi da Poli (1653-1691) e raffigurante Gesù Bambino con San Girolamo e San Rocco. Il Fontana nella Biblioteca legale lo ricorda così: Fuit etiam in humanis Hieronymus de Gherardis J. V peritissimus, qui extitit Locumtenens. Praesidis Piceni, ubi tale munus laudabiliter substinuit, et fuit unus. ex - oratoribus, a Provincia Picena ad Sanctissinum Innocentium X. missis. (Rossi, 122; Fontana Agostino, Bibliothecae legalis, 1694;Calcagni Ostra Un dono di Natale dalla Libreria Editrice BarchiesiNotiz. Istor. dì Recanati 156). Gherardi Lorenzo (10/08/1646- 05/04/1727) Nacque a Montalboddo il 10 agosto del 1646 da Girolamo ed Elisabetta Augusti di Senigallia. Studiò umanistica, retorica, filosofia e teologia presso i Padri Gesuiti. Gli fu maestro, nelle due leggi, il Dott. Giuseppe Carpani. Laureatosi presso la Sapienza di Roma fece pratica negli studi dell’Eminentissimo Caprara e di Mons. Prospero Bottini. Ordinato sacerdote nel 1671 resse i Governi di Terni (1673), Benevento (1674), Città di Castello (1677/81), Norcia (1681), Mont'Alto (1685), Camerino (1686), Spoleto (1687), Fermo (1687), Frosinone e Viterbo (1691). Il 18 novembre 1689 è Governatore Generale della Provincia di Campagna Marittima; l’'8 giugno del 1693 venne eletto Vescovo di Loreto e Recanati da Papa Innocenzo XII e l'11 luglio ne prese il possesso. Nel 1701, invece, Papa Clemente XI lo elevò a Prelato domestico e suo Ostra Un dono di Natale dalla Libreria Editrice BarchiesiVescovo assistente. Il 29 settembre 1709 consacrò la cappellina della Madonna della Rosa su delega del Vescovo di Senigallia Muzio Dandini. Di seguito nel 1724 diede alle stampe un volumetto dal titolo le “Regole della venerabile Congregazione del SS. Viatico di Loreto”.  Morì il 5 aprile 1727. Presso il Palazzo Apostolico di Loreto e nella residenza comunale di Ostra sono conservati due quadri ritratto del Vescovo. *Nella foto: ritratto di Mons. Lorenzo Gherardi. 162 X 127 Sec. XVII. Questo nostro concittadino venne nominato nel 1692 da Papa Innocenzo XII vescovo di Recanati e Loreto, nonché Assistente al soglio Pontificio. Una lapide al Santuario Madonna della Rosa sopra la porta di destra della Chiesa: PIE PRECATOR IN HOC TEMPLUM FESTINANTER / ACCEDE / AUXILIANTE MISTICA ROSA MARIAE / DUCEQUE COELESTIS MILITIAE PROTEGENTE / DUM RECURRENTE EIUSDEM SOLEMNITATE / PLAUDENTE COELO TERRAQUE BODIEN(SIUM) EXSULTANTE / SOLEMNI RITU FUIT CONSECRATUM / AB ILL(USTRI) ET REV(ERENDO) D(OMINO) LAURENTIO GHERARDO / EPISCOPO LAURETANO ET RECIN(ENSE) / ANNUENTE ILL(USTRI) ET REV(ERENDO) D(OMINO) MUTIO DANDINO / EPISCOPO SENIGALLIEN(SI) / ANNO DOMINI MDCCIX. Trad.: - O pio pellegrino, con l'aiuto di Maria, mistica rosa, e con la protezione del Condottiero delle milizie celesti, affrettati ad entrare in questo tempio, il quale, mentre ricorreva la sua solennità tra il plauso del cielo e l'esultanza della terra dei bodiesi, fu con solenne rito, consacrato dall'illustre e reverendo Monsignor Lorenzo Gherardi, vescovo di Loreto e Recanati, con il consenso dell'illustre e reverendo Monsignor Muzio Dandini, vescovo di Senigallia, nell'anno del Signore 1709. Presso il Palazzo Comunale di Viterbo: IMMORTALIS. HIC. VIVET. / ILL.MI ET. REV.mi D. LAVRENTII .. GHERARDI . / MEMORIA. QVI • HVIVS • OLIM . VRBIS. AC . PROVINCIE . SAPIENTISSIMVS . / MODERATOR. PRISTINVM . VHS. NITOREM . PAVPERIBVS. ANNONAM.. ET. / MAXIMVM . PVBUCO . ERARIO . LEVAMEN . CONTVHT. DIVINIS . VERO. / MQVE . AC . HVMAN1S . 1NTENTVS . NEGOCIIS . SACRiE . Mensje. REFECTIONEM. / TERTIO. QVOQVE. MENSE. IN. NOVORVM. MAGIS.TRATVVM. INAVGVRATIONE. / AB. VNIVERSIS:. CVRIiE. ORDINIRVS. ADEVNDAM . Prjesens . INST1TVIT. / IMPETRATA. A. SS.mo DOMINO. NOSTRO. INNOCENTIO . X 11. AMPLISSIMA. / CVLPARVM . INDVLCENTIA . ABSENS. . FIRMAVIT . HOC . ITAQVE . GRATI- / ANIMI - MONVMENTVM . VNO. . CORDE . MVLTIPLICI . NOMINE. / S. P. Q.V. POSVIT. / ANNO. REPARATAE . SALVTIS . M. DC. LXXXXIII. Trad: Imperituro qui vivrà il ricordo dell’Illustrissimo e Reverendissimo Signor Lorenzo Gherardi il quale un tempo fu sapientissimo governatore di questa città e provincia: riportò il primitivo splendore alle vie, la provvigione di viveri ai poveri e il massimo sollievo al pubblico erario. Intento alle funzioni umane e divine tre mesi dopo l’introduzione dei nuovi magistrati, presente instituì il rifacimento della sacra mensa aperta a tutti gli ordini della curia.Ottenuta dal Santissimo Signor nostro Innocenzo XII una grandissima indulgenza delle colpe, assente la firmò. Pertanto il S(enato) e il P(opolo) V(iterbese) con un solo cuore dai molti nomi pose questo monumento dell’animo riconoscente. (Fontana Biblioteca legale: Laurentius de Gherardis vir in omnibus scientiis et praecipue sacrorum Canonum peritissimus, affabilitate, bonitate, et exemplaritate morum nemini secundus Romanae Curiae Praesul dignissimus; Qui postquam majora Regimina Status Ecclesiastici omni integritate, et justitia substinuit, fuit assumptus ad Episcopatum Urbis Recinetensis et Urbis Lauretanae, in quibus decore, et plausu aeque incomparabili, emicat. Rossi, Historia di Montalboddo, 1694, 111; Fontana Agostino, Bibliothecae legalis, 1694;   Calcagni, Memorie Istoriche di Recanati, 1711, benigni t 156; F. Bussi, Storia della Città di Viterbo, 337/338; Colucci, Antichità Picene Tomo XXVIII, 46/47; Ostra, Iscrizioni e Memorie, 1985, 72 184; Polverari, Cronotassi dei Vescovi di Senigallia, 1992 114, 117). Gherardi Ludovico (…-1686-1709…) Vissuto tra la (seconda metà) fine del '600 e l’inizio del secolo successivo fu dottore in entrambi le leggi. Sacerdote secolare e Vicario del S. Uffizio, fu Abate Mitrato dell'abbazia di San Pietro a Santa Maria a Lupino, posta nelle pertinenze della Terra di San Giorgio Montaneo di Monte Fuscolo, nella diocesi di Benevento.  Dal 1686 al 1709 (probabile anno della sua morte) fu anche amministratore del Santuario della Madonna della Rosa. (Fontana biblioteca legale Ludovicus de Gherardis praefati Laurentii Episcopi Frater, Vir in Vtroque ]ure peritissimus, Abbas Mitratus. Abbatiae S. Petrì, seu S. Mariae a Lupino Dioecesis Beneventanae. *Si definisce “mitrato” l’abate che è preposto ad una abbazia “nullius dioeceseos” cioè un'abbazia che governa un territorio sottratto alla giurisdizione episcopale. Sua caratteristica è quella di indossare la mitra o mitria. La reale definizione, secondo l'attuale diritto canonico, è abate ordinario o regolare. Rossi, 117; Fontana Agostino, Bibliothecae legalis, 1694). Gherardi Pompeo (Fano 11/7/1832- 4/7/1877) Discendente dalla N.F. Gherardi di Montalboddo Pompeo, nacque a Fano l’11 luglio 1832. Nel 1842 entra nel Collegio Nobili di Urbino diretto dai Padri Scolopi. Per motivi di famiglia si stabilisce definitivamente in questa città, dove sposa la Contessa Agnese Mauruzi della Stacciola, conosciuta in giovanissima età. Autore di numerosi saggi storici e poesie, in uno di questi ricorda Montalboddo. Nel 1869, fonda l’ “Accademia Raffaello” e il 4 luglio 1877  morì a Urbino. Gherardi Pirro J. (7/6/1598 - 4/1/1681) Uomo pio, studiò leggi in Parma.  Nel 1618 è già sacerdote, canonico, poi penitenziere della cattedrale di Parma. Rinunciata tale carica, il 30 aprile 1631 entrò nei Gesuiti. All’interno dell’ordine ricoprì molte cariche, tra le quali quella di Procuratore Generale a Roma per 40 lunghi anni.  Fu presente alla canonizzazione di San Francesco Borgia, proclamato santo da Papa Clemente X nel 1671. Il Fontana nella Biblioteca legale così lo ricorda: Fuit quoque in humanis Pyrrhus de Gherardis praedictorum Laurentii Episcopi, Ludovici Abbatiis et Francisci de Gherardis Patruus unus ex Canonicis Cathedralis Parmae, quo Canonicatu relicto, amans. 5 amans strictius servire Deo ingressus Religionem Societatis Jesu, ibi in ea exemplarem vitam duxit, et postquam munus Procuratoris generalis laudabiliter exercuit, in ipsa decessit, relicta de se communi omnium opinione suae sanctitatis. (Rossi, 115; Fontana Agostino, Bibliothecae legalis, 1694; Calcagni Istoria di Recanati 1711, 156; Giuseppe Antonio Patrignani, Menologio di pie memorie d'alcuni religiosi della compagnia di Gesù, Volume 1, 1730, 46/51). I Gesuiti sono "religiosi", cioè persone consacrate con voti all'amore e al servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini. Soltanto che, oltre ai tre voti di povertà, castità e obbedienza comuni a tutti i religiosi, i gesuiti "professi" fanno un quarto voto di speciale obbedienza al Papa, il quale in forza di tale voto può mandarli in ogni parte del mondo e affidare loro qualsiasi "missione" egli ritenga necessaria o utile per il bene della Chiesa. In quanto religiosi, i gesuiti fanno parte di un particolare Ordine religioso, che si chiama la "Compagnia di Gesù" (in latino, Societas Iesu; in sigla "S.I." Quando la traduzione ufficiale latina del Vangelo utilizzava la lettera "J" per il nome di Gesù, Jesus, la sigla dei Gesuiti era "S.J."). È importante notare che il termine "Compagnia" non ha un significato militare (come alcuni pensano, parlando dei gesuiti come dei "soldati del Papa"), ma significa soltanto un gruppo di persone che stanno insieme per il raggiungimento di uno scopo. Invece, nell'espressione "Compagnia di Gesù" il termine significativo è "di Gesù": esso vuol dire, infatti, che i gesuiti fanno di Gesù il centro e lo scopo della loro vita, vogliono essere "compagni di Gesù", cercando in ogni modo di imitarlo nella sua vita e nella sua morte; vogliono lavorare con Lui nella vita apostolica e vogliono servirlo nella sua Chiesa con la maggiore dedizione possibile, a costo di ogni sacrificio, fino a quello della vita. Questo è il nucleo essenziale della spiritualità dei gesuiti, che essi attingono anche dagli Esercizi Spirituali di Sant’ Ignazio di Loyola, loro fondatore, ed è la spiegazione ultima di quanto c'è di grande e di eroico nella loro storia. Gherardi Pirro s. (1548 -22/02/1623) Ostra Un dono di Natale dalla Libreria Editrice BarchiesiDottore in legge ricopri la carica di Vice Governatore di Velletri. Uditore della Rota di Genova. Primo consigliere del Duca di Parma Ranuccio I Farnese (1569/1622) e successivamente Governatore della Città di Parma dal 1592 al 1617. (*Ritratto del Duca di Parma Ranuccio I Farnese (1569/1622). Fontana Biblioteca Legale: Gherardi Pyrrhi e nobili, et antiquissima familia de Gherardis, oriunda e Florentia, et etiam Parmae ascripta, ac inter primarias Piceni modo effulgente, Jureconsulti celeberrimi, Vice-Gubernatoris in civitate Velletri, Auditoris, et Rotae Januensis, deinde pro serenissimo Raynuccio I. Duce Parmae Auditoris, et demum primi consiliari* status, ac gubernator'u Parma, varia decisione! Rota Januensis extant manuscriptae. In Archivio Reipublicae Januensis; servantur etiam manuscriptae cum aliis scriptis eiusdem cedro dignis penes ejus successores. Colbassano; Rossi 120, 139; Fontana Agostino, Bibliothecae legalis, 1694; Calcagni Memorie istoriche di Recanati; Colucci, Tomo XXVIII, 48; Ostra, Iscrizioni e Memorie 158/159). Antica Chiesa di Santa Maria del Popolo - altare Maggiore: D(EO) O(PTIMO) M(AXIMO) / EXCELL(ENTISSIM)US PYRRUS GHERARDUS I(URIS) U(TRIUSQUE) DOCTOR / MORIBUS AC PRUDENTIA CLARUS / DOCTRINA INSIGNIS AC FAMA / POSTQUAM ILLUM BONONIA / TURRONI SUBAUDITOREM / VELLETRUM GUBERN(ATORE)M / ROTAE AUDITOREM GENUA SUSPEXIT ET COLUIT / POSTQUAM TUM APRUTINUS STATUS / SUB AUGUST(ORUM) SER(IEI) FARNES(IUM) DUCUM OCTAVI ALEXANDRI ET RAINUTII AUSPICIIS AUD(ITOREM) / G(E)NE(RA)L(E)M TUM PARMA CRIMINALIUM CAUSARUM / JUDICEM SER(IE) AUD(IVIT) / TUM PLACENTIA EXCELSI CONSILII CONSIL(IOR)UM PRAESIDEM ET SIMUL GUBER(NATOR)EM / ITERUMQ(UE) PARMA GUBER(NATOR)EM ET PRIMUM A LATERE CUBIC(U)L(ARI)UM / DOMUM JUSTITIAE PAENE ORACULUM HABUIT / POSTQAM TANDEM PATRIUM SOLUM TRIENNIUM ILLUM IPSUM / IDEO SIBI FAMILIAQUE VACANTEM EXCEPIT / ANNO DOMINI MDCXXIII / EIUS AETATIS LXXV / VIII KAL(ENDAS) MARTII / FASTIGIO HUIC SACELLO IMPOSITO / QUOD IN DEIPARAE VIRG(INIS) ANNUNCIATAE HONOREM / A FUNDAMENTIS EREXERAT / INGENTI OMNIUM DOLORE AC LACRYMIS / EXPIRAVIT / LUDOVICA FIDELIS / ANTONIUS / AC HIERONYMUS / EIUS UXOR / FILIUS / ET NEPOS / HOC PIETATIS MONUMENTUM / INCIDI CURA(VE)RUNT. Trad.: A Dio Ottimo Massimo L’eccellentissimo Pirro Gherardi, dottore in entrambi le leggi, celebre per costumi e prudenza, insigne per dottrina e per fama, dopo che l’ebbe ammirato ed onorato Bologna, (lo ammirò ed onorò) Tours come Vice Uditore, Velletri come Governatore, Genova come Uditore di Rota; dopo che, poi, (l’ebbe ammirato ed onorato) lo Stato Abruzzese, sotto gli auspici della serie degli augusti Duchi Farnesi Ottavio, Alessandro e Rainuzio, come Uditore, quindi (lo ammirò ed onorò) Parma come Giudice Generale nella serie delle cause criminali, inoltre lo ascoltò Piacenza come Presidente delle Assemblee del Consiglio Grande e nello stesso tempo come Governatore, e di nuovo (lo ascoltò) Parma come Governatore e come primo Ciambellano “a latere”. Egli considerò la casa della Giustizia quasi come un tempio. Finalmente, dopo che il Paese natio l’ebbe accolto per un triennio, senza più preoccupazioni perciò per sé e per la famiglia, egli, nell’anno del Signore 1623, all’età di 75 anni, il 22 febbraio, dopo aver portato a compimento questo Altare, che aveva eretto fin dalle fondamenta in onore della Vergine Annunziata Madre di Dio, spirò tra le lacrime e il grande dolore di tutti. Ludovica Fedeli, Antonio e Gerolamo, (rispettivamente) sua moglie, suo figlio e suo nipote, curarono che fosse inciso questo monumento (in segno) di amorosa venerazione. Ostra Un dono di Natale dalla Libreria Editrice BarchiesiGherardi (Benigni) Adolfo (Senigallia 17/12/1847 – Montalboddo 22/08/1870) Il conte Adolfo Gherardi nasce a Senigallia il 17 dicembre 1847 da Nicola e da Clementina dei marchesi D’Angennes.  Non sono note le ragioni che portarono all’unione di Clementina, ma è certo che dal loro matrimonio nacquero prima Adolfo, Luigi, Alessandro e Annetta che venne affidata per alcuni anni all’istituto delle religiose del Sacro Cuore di Gesù. I due fratelli precedettero Adolfo nella tomba nel giro di tre anni, mentre la sorella sposò il nobile senigalliese Domenico Benedetti. Sospesi gli studi universitari Adolfo ritornò a Torino nelle sue Marche, alternando soggiorni nel palazzo di Senigallia e nella villa del Ghiretto da lui preferita. Nel giro di pochi anni perse anche il padre e la madre e questi lutti lo avviarono ad uno stato di prostrazione che inutilmente Adolfo cercò di vincere seguendo le varie stagioni alla Fenice. Le crisi depressive si fecero talmente acute da indurlo, nell’agosto del 1866, a scrivere il suo testamento che affidò al notaio Senigalliese Candido Bonopera. La travagliata esistenza si concluse a villa Ghiretto nella tarda serata del 22 agosto 1870 come attesta l’atto di morte dello stato civile di Ostra. Il 29 ottobre del 1894 i corpi del Conte Adolfo Gherardi – Benigni, Nicola Gherardi, Luigi Gherardi e Clementina D’Agnennes vennero trasportato dalla Villa del Ghiretto di Ostra al Cimitero delle Grazie di Senigallia. (Tribunale di Ancona, Libro dei Morti 1870, atto nr. 120). Gherardi (Benigni) (Pier) Nicola (Montenovo (?) – Sen.15/01/1865) Figlio di Ludovico Gherardi (1747 – 29/01/1825) che aggiunse al cognome Benigni e Olimpia Ufreducci. Sposò Clementina D’Agnennes (1807- Ostra 1/7/1866) venne eletto Deputato al Consiglio Legislativo nel Collegio di Montalboddo. Gherardi (Martinelli) Girolamo (10/10/1853 – 4/8/1930) Sindaco di Ostra dal 3/9/1896 al 28/11/1897".

 

da Giancarlo Barchiesi

 

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