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Home Gazzetta dj Comunicati Copenaghen. Il vertice sul clima: "Il mondo ci guarda, diamogli speranza"
Copenaghen. Il vertice sul clima: "Il mondo ci guarda, diamogli speranza" PDF Stampa E-mail
Martedì 15 Dicembre 2009 08:17
La conferenza sul clima in corso a Copenaghen Aperti nella capitale danese i lavori della quindicesima conferenza Onu sui cambiamenti climatici (Cop15): "Copenaghen sarà Hopenaghen", come città della speranza, ha detto il premier danese Rasmussen aprendo i lavori. Un summit che vede per la prima volta la presenza di 103 tra premier e capi di stato. Usa, India e Cina insieme a Brasile e Sudafrica sono i protagonisti di queste due settimane. Il presidente Usa Barack Obama ha annunciato la sua partecipazione alla chiusura dei lavori, quando si prenderanno le decisioni finali. Assistiamo in questi giorni all'avvio degli incontri di Copenaghen nella cornice della quindicesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, in cui l'Unione europea intende proporsi come attore chiave alla guida dei negoziati per il raggiungimento di politiche e azioni condivise. Sin dai mesi precedenti questo appuntamento, l'atteggiamento dell'Unione è stato propositivo e orientato a promuovere strategie di cooperazione su scala globale che diano continuità al protocollo di Kyoto e concretezza nell'affrontare la questione del cambiamento climatico. Sulla base della vasta mole di informazioni relative agli scopi che l'UE si prefigge in relazione ai negoziati, l'obiettivo principale rimane la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, causa prima dell'aumento globale della temperatura. L'UE si impegnerà a ridurre del 20% le emissioni entro il 2020, proponendosi di scendere fino al 30% a fronte di uno sforzo condiviso da altri paesi industrializzati. Facendosi portavoce del principio di "responsabilità comune ma differenziata", l'UE insiste sulla riduzione delle emissioni da parte dei maggiori paesi industrializzati di circa 30% entro il 2020, perché si arrivi all'80% nel 2050 rispetto ai livelli del 1990. Quanto si chiede ai paesi in via di sviluppo, in maniera commisurata ai mezzi e alle tecnologie disponibili, è una riduzione delle emissioni complessive pari al 15-30% rispetto ai livelli previsti in base ai parametri attuali, mirando così al loro coinvolgimento nella pianificazione di un'azione collettiva.

Francesco Fiorani

 

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