Dal Cremlino, Putin ha evocato un possibile impiego delle armi nucleari in caso di minaccia alla "integrità" territoriale della Russia: una formula esplicitamente indicata nella sua dottrina sulla deterrenza, secondo cui alle armi "tattiche" Mosca si riserva di ricorrere non solo in caso di minaccia "esistenziale", ma anche se dovesse avvertire rischi limitati alle sue frontiere. Che tra una settimana, dopo i referendum che ha già deciso di riconoscere, ai suoi occhi potrebbero estendersi fino al Donbass e alle regioni meridionali ucraine di Kherson e Zaporizhzhia. Il ricorso all'arsenale nucleare sta scatenando la reazione annunciata di Nato e Stati Uniti. E se finora sembrava per lo più uno spettro da agitare a fini propagandistici, le parole usate dal presidente russo nel suo discorso sulla mobilitazione parziale hanno fatto drizzare le antenne di molti osservatori. Il fatto è che i missili intercontinentali russi possono arrivare a colpire gli Stati Uniti e quelli ipersonici sono addirittura cinque volte più rapidi della velocità del suono. I sottomarini di ultima generazione sfuggono ai radar nemici e i misteriosi razzi a propulsione nucleare costituiscono il devastante arsenale atomico tattico e strategico russo. Oltre alla potenza militare già messa in campo in Ucraina, dall'artiglieria ai cacciabombardieri, le frecce all'arco sempre più teso di Vladimir Putin fanno temere una drammatica escalation del conflitto. In testa alla lista c'è naturalmente la minaccia nucleare.