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Dal Mondo: “L’ira funesta del pelìde” Erdogan PDF Stampa E-mail
Mercoledì 14 Aprile 2021 17:07

Dal Mondo: “L’ira funesta del pelìde” ErdoganCosa avevamo detto e ridetto noi della pessima uscita del Presidente del Consiglio dei Ministri italiano Mario Dragi che aveva insultato li Presidente turco Erdogan dandogli del "dittatore"? Abbiamo detto e ridetto che aveva sbagliato. A quel livello di rapporti internazionali bisogna avere ben altro modo di esprimersi: parafrasando una laspidasria sentenza da "Prima Repubblica" che diceca che "la classe non è acqua", intendendo dire che il comportamento signorile e beneducato non è insignificante e va usato come strumento di appianamento delle controversie, potremmo dire ora che "la diplomazia non è sprecata" e ci dispiace molto che non sia stata usata accortamente da Draghi. Non che il nostro giudizio su Erdogan sia positivo, questo no, anzi. Tuttavia Erdogan è un capo di Stato e fra capi di Stato bisogna usare tanto tatto e moltissima diplomazia. Invece Draghi ha sparato ad alzo zero, meritandosi subito gli applausi entusiasti di un codazzo di irresponsabili sfascisti che nemmeno si rendono conto dell'enormità dell'insulto e soprattutto delle brucianti conseguenze che potrebbero derivarne. Usiamo ancora il condizionale "potrebbero" più per speranzoso gesto scaramantico che per radicata convinzione. E infatti giungono ora gli echi roboanti della reazione turca. Secondo quanto riferisce oggi l’agenzia Anadolu e la tv di Stato turca, il Presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha rotto il silenzio e ha risposto a Mario Draghi che una settimana fa lo aveva definito senza mezzi termini un «dittatore»: «La dichiarazione del presidente del Consiglio italiano è stata una totale maleducazione, una totale maleducazione». Questo è quanto da dichiarato Erdogan durante un discorso a un gruppo di giovani nella biblioteca del suo palazzo presidenziale: «Prima di dire una cosa del genere a Tayyip Erdogan — ha aggiunto — devi conoscere la tua storia, ma abbiamo visto che non la conosci. Sei una persona che è stata nominata, non eletta». Con le sue affermazioni, «Draghi ha purtroppo danneggiato» lo sviluppo delle «relazioni Turchia-Italia», ha concluso Erdogan. Le affermazioni di Draghi avevano mandato su tutte le furie la Turchia. La sera stessa l’’ambasciatore italiano ad Ankara, Massimo Gaiani, era stato convocato dal viceministro degli Esteri con delega agli Affari Ue, Faruk Kaymakci, che gli aveva espresso la «forte condanna» della Turchia per le «brutte e sfacciate affermazioni» di Draghi chiedendo il loro immediato ritiro. E il capo della diplomazia turca Mevlut Cavusoglu, aveva parlato di «dichiarazione populista e inaccettabile nei confronti del nostro presidente della Repubblica, che è stato scelto attraverso elezioni». E il vicepresidente turco Fuat Oktay, la voce istituzionalmente più importante, ha tirato in ballo il fascismo: «Se Draghi vuole vedere cosa sia una dittatura, deve guardare alla storia recente del suo Paese». Non più tenero ieri capo ultraconservatore Devlet Bahceli del partito del Movimento nazionalista (Mhp), principale alleato di coalizione con Erdogan, ha detto ai membri del suo gruppo parlamentare che le dichiarazioni di Draghi rivelano «un’ammirazione segreta per Mussolini». Capirai, Draghi ha dato del "dittatore" a Erdogan e una folla di sostenutori di Erdogan definiscono Draghi un "Mussolini". Noi non siamo arrivati fino a tanto, nemmeno con le vicende in sedicesimo che ci interessano da vicino in ambito locale. E' evidente che il clima si farà sempre più incandescete, laggiu, come quassù, se non si sceglie la strada della diplomazia invece che quella dell'insulto. Pare di essere al cinema a vedere una brutta riedizione della "Guerra di Troia" e de "l'ira funesta del pelìde Achille". Anche se facciamo fatica a riconoscere Elena nella presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Ma sappiamo come è andata a finire.

da Scelta Popolare

 

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