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Home Comunità montenovonostro Ostra Vetere: Una lettrice sul Comitato per il No di Morro d’Alba
Ostra Vetere: Una lettrice sul Comitato per il No di Morro d’Alba PDF Stampa E-mail
Martedì 16 Gennaio 2018 19:15

Ostra Vetere Una lettrice sul Comitato per il No di Morro d AlbaA proposito della intransigente difesa dell'autonomia comunale, con il dibattito ancora acceso su fusione e unione del Comuni, ci scrive una nostra lettrice: "Il "Comitato per il no alla fusione tra Senigallia e Morro d’Alba" ha pubblicato ,recentemente , un articolo su "Senigallia Notizie " che  mi piacerebbe proporre a te,montenovonostro , perche' tu possa trarne le giuste considerazioni. Grazie.  http://www.senigallianotizie.it/1327447071/mangialardi-e-la-stupidita-va-sempre-sottolineata. "Mangialardi e "La stupidità che va sempre sottolineata". "Male che vada il referendum è servito come censimento: ora sappiamo che a Senigallia gli stupidi sono 3722, a Morro d'Alba 811". Nel corso dell’ultimo consiglio comunale, rimpiangendo il mancato introito degli incentivi che sarebbero derivati dalla fusione per incorporazione del Comune di Senigallia con quello di Morro d’Alba, il sindaco Mangialardi ha messo avanti un principio di particolare rilevanza politica e culturale: “La stupidità va sempre sottolineata”. Si riferiva evidentemente alle persone che, a Senigallia e a Morro, avevano votato NO al referendum consultivo del 23 ottobre 2016 pro o contro la fusione. Colpa loro se i soldi non sono arrivati. Male che andasse, il referendum è servito come censimento: adesso sappiamo che a Senigallia gli stupidi sono 3722, a Morro d’Alba 811. È un fatto grave? Dipende. Per Morro sì, è grave, perché gli stupidi là sono risultati quasi il 70% della popolazione residente. Una vera epidemia. Per quanto riguarda Senigallia, invece, a prima vista si direbbe di no: una città di quarantamila abitanti può reggere agevolmente la zavorra di un 10% di cittadini con deficit intellettivo. Il problema si complica però se consideriamo che i votanti a Senigallia sono stati solo il 16% dell’intero corpo elettorale. Che dire di quell’84% che non è andato a votare? Difficile salvarli dalla sottolineatura. Perché se fossero stati intelligenti avrebbero capito che andando a votare e votando SI alla fusione avrebbero portato soldi in riva al Misa. In buona sostanza, dunque, a Senigallia quasi tutti gli elettori risultebbero stupidi o poco intelligenti; e lo confermerebbe l’unicità del caso, se è vero che il No non era mai prevalso in nessun comune incorporante. Stando così le cose, tuttavia, la domanda diventa un’altra: come ha fatto un sindaco che non perde occasione per autodefinirsi “lungimirante” a non capire che i suoi concittadini non lo avrebbero seguito? Se non è riuscito a convincerli, dipenderà solo dalla loro testa dura, oppure dalla qualità della proposta, viziata da eterogenesi dei fini e rimasta per mesi occulta per poi saltare fuori come se si volesse, anziché convincere, carpire il consenso del Consiglio e della città? Quale condivisione è stata attivata? “Si trattava di cogliere un’occasione”, ha spiegato ripetutamente; senza considerare che, nella loro ingenuità, tanti cittadini sono ancora convinti che gli incentivi servano per fare le cose e non le cose per prendere gli incentivi. Ora, non sarà certo un piccolo comitato come il nostro a ricordare al sindaco che una città si governa con competenza, coerenza, parsimonia e partecipazione, e non andando furbescamente a caccia di occasioni. Ma quando, infine, il rammarico lo porta a dire che “con quei soldi si sarebbe cambiata la città”, diventa difficile anche per noi evitare una sottolineatura. Perché questa amministrazione ha già dato ampia prova di sé dove oggi si trova la voragine dell’ex-Italcementi, e ha continuato imperterrita a dissipare risorse in opere infruttuose quanto vanagloriose quali il tondo per terra in Piazza Saffi o l’esplanade in Piazza del Duomo, trascurando magari i ponti, che invece servono. Aveva bisogno di mangiarsi (incorporarsi) un comunello limitrofo per dare seguito a tanta grandeur? Uno stile amministrativo ben riconoscibile si è insediato in questo Comune: mettere i cittadini davanti al fatto compiuto. A partire dalla decisione di fare la complanare fino a quella attuale di scippare il consenso all’Unione dei Comuni saltando di netto le consultazioni popolari. Ma “lo stile è l’uomo”, usava dire il conte di Buffon. Senza altre sottolineature. da Comitato per il no alla fusione tra Senigallia e Morro d’Alba". Una lettrice". Quali "giuste considerazioni" vorrebbe la lettrice che traesse "montenovonostro" dal lungo comunicato emesso dal Comitato per il No di Morro d'Alba? L'abbiamo detto e ridetto più volte: eravamo, siamo e saremo sempre per il NO alla fusione dei Comuni, che promuoverebbe al rango di invasori quelli più grandi forestieri, mentre ridurrebbe quelli più piccoli al ruolo del tutto subalterno e marginale di smunte e periferiche frazioni senza più alcuna potestà di autogoverno locale, ridotte ad essere invase e "comandate" da sindaci forestieri. Noi difendiamo l'Autonomia che i nostri padri ci hanno consegnato inalterata da 900 anni e, come i nostri antenati si sono sempre opposti a ogni invasore forestiero, lo faremo anche noi in una nuova Resistenza: che fosse lo scomunicato imperatore ghibellino jesino Federico II nipote del Barbarossa o sia qualsiasi altro invasore forestiero, anche se, anzichè la sola barba, avesse rosso pure il cervello, poco importa. Eravamo, siamo e saremo sempre dalla parte della Libertà, dell'Autonomia e della Giustizia, come abbiamo sempre detto, fatto e continueremo a fare. Siamo quindi dalla parte del Comitato per il NO di Morro d'Alba. Nè comprendiamo perchè i rossi cervelli sconfitti continuino imperterriti a fare la voce grossa e a insultare chi non la pensa come loro. Forse che, non riuscendo più a mangiarsi il lardo altrui, sono costretti a rosicare solo le cotiche? Che bisogno c'è di sottolineare la presunta stupidità degli altri (tutt'altro da dimostrare), se in realtà gli stupidi sono proprio coloro che hanno voluto tentare temerariamente la sorte e gli si è ritorta contro, a loro e, purtroppo, anche ai loro Comuni, che sono stati costretti a sperperare ingenti spese per il referendum. E nella loro incapacità a capire, ancora continuano imperterriti a vaneggiare, nonostante la sonora sconfitta che ha messo la parola fine alla bavosa bramosia di "mangiarsi" quel piccolo comune collinare di Morro d'Alba, anzichè limitarsi al solo lardo marinaro e marinato. Se questo è il rispetto che certi cervelli rossi riservano alla chiarissima volontà maggioritaria degli elettori, c'è proprio da temere altri e più dolorosi colpi di testa (che sempre rossa è, nonostante la bruciante sconfitta che avrebbe dovuto ridurla a nero tizzone ormai bruciato). Altro che democratici. Il brutto è che simili antidemocratiche protervie albergano anche in troppi collaborazionisti sparsi nell'entroterra, se propongono ancora, al posto della fusione, la unione, che ne è l'anticamera. Forse che toccherà anche a noi prepararci al triste evento di essere pesantemente insultati da compagnie forestiere di incarogniti "rosicacotiche", come anticipa una lettrice sul Comitato per il No di Morro d'Alba.

da montenovonostro

 

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