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Home Comunità montenovonostro Dalle Marche: Perché non sa più che pesci prendere
Dalle Marche: Perché non sa più che pesci prendere PDF Stampa E-mail
Giovedì 20 Luglio 2017 17:17

Dalle Marche Perché non sa più che pesci prendereIl PD perde pezzi anche nelle Marche e molti dei fuoriusciti iniziano ad abbracciare il progetto di Art.1-MDP, il nuovo partito spuntato dopo la scissione dell’ex sinistra. «Non siamo nati perché c’era bisogno di un soggetto politico in più, ma perché c’era un soggetto politico in meno, cioè quello che si occupasse dei temi della sinistra». Lo ha detto l’onorevole Nico Stumpo, organizzatore nazionale del nuovo partito, che ieri è venuto ad Ancona per tenere a battesimo la nascita della componente politica di MDP all’interno del Gruppo Misto del consiglio regionale – rappresentata dall’ex capogruppo PD, Gianluca Busilacchi. E se ad abbandonare il partito è addirittura il capogruppo regionale, questo la dice lunga sul travaglio interno e sulla direzione di transito di componenti sempre più numerosi. Le più recenti adesioni vengono da amministratori della provincia dorica, insofferenti alla leadership verticistica ed «arrogante» di stampo renziano. Si tratta di due vicesindaci – Cristina Amicucci di Chiaravalle e Simone Spadoni di Morro d’Alba - e di due ex capigruppo consiliari, cioè Andrea Mosconi di Chiaravalle e Mauro Gregorini di Senigallia. Fra gli iscritti e componenti del gruppo dirigente locale del PD che in questi giorni sono confluiti in Art. 1, ci sono Mariano Guzzini (già componente della segreteria comunale PD di Ancona), Michele Annarelli (ex organizzatore II circolo PD Ancona) e Lucrezia Giancarli (Direzione nazionale Giovani Democratici), figlia del consigliere regionale PD, Enzo Giancarli. Aveva già dato il benservito al PD, confluendo in Art.1, anche il sindaco di Chiaravalle Damiano Costantini, che ieri si è anche preso il rimbrotto via Facebook dal segretario regionale PD, Francesco Comi, per aver deciso «di revocare, quasi a volerlo umiliare, quasi tutte le deleghe del giovane e preparato assessore PD Riccardo Frullini». E prosegue: «il PD confida che il sindaco torni a svolgere la sua funzione di uomo equilibrato delle istituzioni e abbandoni quella recentemente intrapresa di uomo di partito». Ecco, questo è il panorama in movimento dell’ex partito della sinistra. “montenovonostro”, di fronte a simili evoluzioni, si guarda bene dall’intromettersi in affari non suoi. Tuttavia ritiene che il processo in atto rappresenti un fatto di chiarimento necessario ed opportuno. Comprende quindi le motivazioni ideali di quanti, essendo di sinistra, non percepiscono più il PD come partito di sinistra e quindi tornano dove sono sempre stati. E noi rispettiamo le loro scelte. L’abbiamo sempre detto che non ci piace quello che sta facendo il Partito Deformatico, le cui scelte politiche abbiamo più volte definite come “mutazione genetica”, pericolosa nella sostanza. Al Partito Deformatico addebitiamo la colpa di aver voluto una politica del lavoro tutta spostata a destra, con l’abolizione dell’Articolo 18, l’introduzione dei Voucher e il Jobs Act (paroloni anglofoni che a noi sembrano di fatto parolacce). E oltre alle politiche del lavoro che non condividiamo, perché tradiscono l’essenza prima della Costituzione democratica e repubblicana, c’è anche la gravissima deformazione istituzionale che, mediante la soppressione delle Province e l’abolizione dell’elettività del Senato, avrebbero condotto a una menomazione insopportabile di ogni principio democratico, perché avrebbe privato il popolo del primo e fondamentale diritto civile: il diritto ad eleggere direttamente i governanti e gli amministratori. Per fortuna il popolo ha reagito nel verso giusto lo scorso 4 dicembre bocciando sonoramente il Referendum anti-Costituzione. Sono passati ormai quasi otto mesi e solo adesso incomincia ad avvertirsi in periferia l’aria nuova che spira nella sinistra e che “montenovonostro” valuta positivamente come atto di chiarezza necessaria. E’ per questo stesso motivo che quando a Montenovo si ebbe la prima e significativa espressione di inizio della diaspora con le dimissioni del segretario della Sezione PD, “montenovonostro” aveva apprezzato l’equilibrato comunicato del Mercoledì 29 Luglio 2015 “Ostra Vetere: Il dignitoso addio al PD dal segretario locale Simone Campomaggi” (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/28258-ostra-vetere-il-dignitoso-addio-al-pd-dal-segretario-locale-simone-campomaggi). Purtroppo non risulta che quell’esempio di coerenza sia stato seguito a Montenovo, tanto che più volte abbiamo dovuto sollecitare il partito che sostiene l’amministrazione comunale che purtroppo abbiamo a prendere posizione sulle vicende più grosse del paese, ma senza ottenere risposta. Rinnoviamo ora questi appelli: il partito che, bene o male, è ancora il partito più grosso non può disinteressarsi del paese e di cosa combina l’amministrazione comunale. Non può e non deve tacere. Ha il dovere di dire che cosa pensa e che cosa fa. Perché se tace, l’unico motivo può essere perché non esiste più, oppure, peggio, perché non sa più che pesci prendere.

da montenovonostro

 

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