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Home Comunità montenovonostro Ostra Vetere: Dai, Memè, aderisci anche tu
Ostra Vetere: Dai, Memè, aderisci anche tu PDF Stampa E-mail
Martedì 10 Marzo 2015 18:31

Ostra Vetere: Dai, Memè, aderisci anche tu  Il gioco d’azzardo non piace a “montenovonostro”. Crea dipendenza, la cosiddetta “ludopatia”, che condiziona e restringe la Libertà dei singoli e veicola comportamenti contrari al principio di Autonomia individuale, che si traduce in una lesione della Giustizia sociale. Troppe cose, tutte contrarie ai nostri tre principi di Libertà, Autonomia e Giustizia. Per questo “montenovonostro” è completamente d’accordo con l’iniziativa del “Manifesto dei sindaci contro i gioco d'azzardo”. E’ vero che è una iniziativa che nasce in area politica di sinistra e che non è certo l’area di riferimento di “montenovonostro”. Però è una iniziativa giusta, che condividiamo perfettamente. Per questo suggeriamo al nostro sindaco di aderire all’iniziativa: “Dai, Memè, aderisci anche tu” e riferiamo integralmente il relativo comunicato. "Gioco d'azzardo, i Comuni contro il decreto che rischia di vanificare la lotta alla ludopatia. La sede da dove sarà lanciato l'allarme ha un nome che ne sintetizza bene le ragioni: “Scuola delle buona pratiche”. L'allarme si riferisce infatti a una pratica pessima – il gioco d'azzardo – e la forma che il nuovo decreto in materia sta prendendo. “I provvedimenti del governo – ha dichiarato il sindaco di Genova, Marco Doria – rischiano di vanificare i nostri sforzi”. La “Scuola delle buone pratiche - amministratori locali per la responsabilità” nacque nel 2009, nell'ambito della fiera “Fa' la cosa giusta”, dalla collaborazione tra “Terre di mezzo”, l'associazione che ha ideato la fiera, e Legautonomie. Da venerdì a domenica, la Scuola terrà la sua sessione primaverile a Milano, proprio nell'ambito della dodicesima edizione di “Fa' la cosa giusta”, diventata ormai stabilmente il punto d'incontro di quanti ritengono che si possa produrre e vivere in armonia con l'ambiente e il territorio. Per chi ha questa prospettiva, la diffusione del gioco d'azzardo non è solo un problema sociale, ma un ostacolo. Non è un caso che proprio dalla “Scuola delle buon pratiche” sia nato, nel 2012, il “Manifesto dei sindaci contro i gioco d'azzardo”, (http://www.scuoladellebuonepratiche.it/wordpress/wp-content/uploads/2015/02/Manifesto_Azzardo1.pdf) un programma che il decreto pare destinato a contraddire: “Le informazioni ricevute dal sottosegretario all’Economia e Finanze, Pier Paolo Baretta, destano molte preoccupazioni – scrive la Scuola delle buone pratiche nell'annunciare la sua sessione primaverile - perché rischiano di vanificare tutti gli sforzi di Comuni e Regioni per contenere il gioco d’azzardo, sostenere le fasce di popolazione più deboli, contrastare il gioco patologico”. Le preoccupazioni riguardano in particolare il ruolo degli enti locali: “La possibilità che venga completamente cancellata l’autonomia di Regioni e Comuni nel regolamentare il gioco d’azzardo sul proprio territorio, è molto concreta”, sostiene ancora la Scuola. E poi: “Non si vogliono mettere a disposizione finanziamenti per gli Enti locali per le loro attività di formazione, informazione, prevenzione. Viene regolata in modo molto blando la pubblicità, non ci sono informazioni precise sulle forme di contrasto alle infiltrazioni mafiose, all’evasione fiscale e tributaria; sulla tracciabilità dei flussi finanziari, sui registri delle scommesse e dei concorsi pronostici”. Il “manifesto dei sindaci” parte da una sintetica descrizione del valore economico e degli effetti del gioco legale in Italia: “Cento miliardi di fatturato, 4% del Pil nazionale, la 3° industria italiana; 8 miliardi di tasse 12% della spesa delle famiglie italiane; 15% del mercato europeo del gioco d’azzardo; 4,4% del mercato mondiale, 400.000 slot-machine; 6.181 locali e agenzie autorizzate 15 milioni di giocatori abituali;, 3 milioni a rischio patologico, circa 800.000 i giocatori già patologici 5-6 miliardi l’anno necessari per curare i dipendenti dal gioco patologico”. I firmatari, già seicento amministrazioni comunali in tutt'Italia. (Ecco la mappa completa: http://www.scuoladellebuonepratiche.it/) si sono impegnati a contrastare il gioco d'azzardo con tutti gli strumenti disponibili: dall'elaborazione di statuti più adeguati ad affrontare il problema, a regolamenti (di polizia locale, del commercio, della pubblicità delle sale da gioco) e ordinanze basati sulla necessità di proteggere i più deboli”. I timori – condivisi anche da don Armando Zappolini, della Campagna “Mettiamoci in gioco” – si fondano soprattutto sul fatto che i sindaci e le Regioni, con la nuova normativa, sarebbero privati del potere di decidere su distanze e orari. Inoltre il decreto del governo non prevede che le amministrazioni locali – sulle base di valutazioni di opportunità legate alla situazione specifica del loro territorio – abbiano un “potere di veto”, cioè l'ultima parola sull'apertura di una sala. Una richiesta originata dai molti contenziosi, esplosi in sede locale, tra le amministrazioni comunali e le questure, che il governo non ha accolto per la preoccupazione, esplicitata dal sottosegretario Baretta in una intervista a Vita, “di un Paese a macchia di leopardo, con regioni o comuni 'no slot' e regioni o comuni dove il gioco non viene impedito e si assiste a un casinò a cielo aperto. Per questo – ha sottolineato il sottosegretario - l'intervento è rigoroso a livello centrale”. L'altra punto di contrasto è la pubblicità. Il decreto contiene norme restrittive, ma non il divieto assoluto che pure era stato chiesto. E le stesse “norme restrittive” appaiono in realtà piuttosto blande. La spiegazione del governo è che l'introduzione del divieto assoluto darebbe luogo a una serie di ricorsi piuttosto fondati e si rischierebbe di mettere a repentaglio l'intera normativa. I sindaci paiono intenzionati a tenere duro sul primo punto, quello dei loro poteri diretti. Legautonomia ha chiesto un incontro. Ne è già previsto (l'ha annunciato il sottosegretario Baretta) uno con l'Anci. Si dovrebbe arrivare a una “banda di oscillazione”, cioè a un certo margine di discrezionalità riservato agli enti locali nell'ambito di un “binario nazionale” condiviso. Il problema è, però, la larghezza di questo binario. Cioè la possibilità reale di intervenire con poteri adeguati ad affrontare un problema sociale, e anche sanitario, sempre più grave". Si può dissentire da tutto questo? No di certo. Per questo alleghiamo il "Manifesto dei sindaci contro il gioco d'azzardo) e rinnoviamo al nostro sindaco ad aderire all’iniziativa: “Dai, Memè, aderisci anche tu”.

da montenovonostro

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