Torniamo a parlare del progetto approvato dall’Amministrazione Comunale, anzi dalla sola Giunta Municipale, a proposito della destinazione dell’Ospedale “Canova”, segnalatoci ieri da un nostro lettore. Avevamo già detto che ci saremmo riservati di approfondirlo nei giorni successivi, ma l’argomento è troppo importante per tenerlo sospeso. Dunque, la delibera n. 24 del 28 marzo scorso, adottata dalla sola Giunta Municipale (quattro persone, una oligarchia) ha delegato addirittura una sola persona, il Sindaco, a valutare un progetto che sancisce la fine ingloriosa dell’Ospedale, inteso come luogo di cura per degenti ricoverati. Ottocento anni di storia paesana (l’Ospedale c’era già a Montenovo prima nel 1342, come è documentato), e già sfigurata venticinque anni fa durante il “ventennio sfascista”, giunge così a conclusione di un processo che, con la scusa della razionalizzazione, distrugge tutto quello che secoli di benefattori hanno donato gratuitamente al paese. Ogni principio democratico di partecipazione e coinvolgimento su un tema grande ed essenziale per la vita civile e sociale della comunità locale è stato accantonato con una fretta inusitata e senza diritto di replica. Un procedimento decisionale di vertice, senza dibattito e senza opposizione, che non si vedeva di peggio neanche sotto un regime tirannico. “montenovonostro” non è d’accordo e, prima che venga peggio, invita fermamente il Sindaco a ritornare sui suoi passi. Non è opportuno neppure per lui avventurarsi lungo questa china che ripete i passi falsi già sperimentati in un trentennio di smembramenti e rinunce sempre più dolorose. Chi glielo fa fare ad assumersi da solo una responsabilità così grave? Per rendere più comprensibile il discorso, facciamo un paragone. Di fronte a una crisi economica e sociale che non guarda più in faccia a nessuno, ogni famiglia è costretta a fare attentamente i propri conti: anche mangiare diventa un problema per qualcuno, di fronte alle difficoltà del momento. Bisogna fare scelte oculate e cogliere le occasioni più vantaggiose, ricorrendo anche al commercio cooperativo. E le benemerite COOP fanno infatti vantaggiose offerte da “2x1”: prendi due e paghi uno, la metà del costo ordinario: una pacchia in tempi di crisi. Pensate che possa avere successo una “sCOOP” che offra l’”1x2”, cioè il prendi uno e paghi il doppio? Sarebbe uno “scoop” (una sopresa) assai sgradita per tutti. Tra “coop” e “scoop”, di sicuro nemmeno uno sceglierebbe il secondo. E allora che razza di “scoop” è mai questo, che anziché fornire due servizi (ospedale e centro diurno), ce ne offre solo uno, accorpandone due? E questo è ciò che offre il “supermercato comunale” oggi. Ma che razza di vantaggio è per il paese? Questa è grossa: COOP o sCOOP che non vale una RSA.

da montenovonostro