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Santo del giorno 4 aprile San Vincenzo Ferrer sacerdote PDF Stampa E-mail
Lunedì 05 Aprile 2021 00:00

Santo del giorno 4 aprile San Vincenzo Ferrer sacerdote   Due mesi dopo il ritorno da Avignone a Roma, il papa Gregorio XI muore nel marzo 1378. E nell’Urbe tumultuante ("Vogliamo un papa romano, o almeno italiano"), i cardinali, in maggioranza francesi, eleggono il napoletano Bartolomeo Prignano (Urbano VI). Ma questi si scontra subito con i suoi elettori, e la crisi porta a un controconclave in settembre, nel quale gli stessi cardinali fanno Papa un altro: Roberto di Ginevra (Clemente VII) che tornerà ad Avignone. Così comincia lo scisma d’Occidente, che durerà 39 anni. La Chiesa è spaccata e i regni d’Europa stanno chi con Urbano e chi con Clemente. Sono divisi anche i futuri santi: Caterina da Siena (che ha scritto ai cardinali: "Oh, come siete matti!") è col Papa di Roma. E l’aragonese Vincenzo Ferrer (chiamato anche Ferreri in Italia) sta con quello di Avignone, al quale ha aderito il suo re. Vincenzo è un dotto frate domenicano, insegnante di teologia e filosofia a Lérida e a Valencia, autore di un trattato di vita spirituale ammiratissimo nel suo Ordine. Nei primi anni dello scisma collabora con il cardinale aragonese Pedro de Luna, che è il braccio destro del Papa di Avignone, e che addirittura nel 1394 gli succederà, diventando Benedetto XIII, vero Papa per gli uni, antipapa per gli altri. E prende come confessore Vincenzo Ferrer, che diventa uno dei più autorevoli personaggi del mondo avignonese. Autorevole, ma sempre più inquieto per la divisione della Chiesa. Ci si ritrova con tre Papi ai quali il Concilio, riunito a Costanza in Germania dal novembre 1414, chiede di dimettersi tutti insieme, aprendo la via all’elezione del Papa unico. Ma uno dei tre resta irremovibile: Benedetto XIII. Allora, dopo tante esortazioni e preghiere inascoltate, viene per Vincenzo la prova più dura: annunciare a quell’uomo irriducibile, che pure gli è amico: "Il regno d’Aragona non ti riconosce più come Papa". Doloroso momento per lui, ma passo importante per la riunificazione, che avverrà nel 1417. E’ uno dei restauratori dell’unità, non solo dai vertici. Anzi, Spagna, Savoia, Delfinato, Bretagna, Piemonte lo ricorderanno a lungo come vigoroso predicatore in chiese e piazze. Mentre le gerarchie si combattevano, lui manteneva l’unità tra i fedeli. Vent’anni di predicazione, milioni di ascoltatori raggiunti dalla sua parola viva, che univa il sermone alla battuta, l’invettiva contro la rapacità laica ed ecclesiastica all’aneddoto divertente, la descrizione di usanze singolari conosciute nel suo viaggiare... E non mancavano, nelle prediche sul Giudizio Universale, i tremendi annunci di castighi, con momenti di fortissima tensione emotiva. Andò camminando e predicando così per una ventina d’anni, e la morte non poteva che coglierlo in viaggio: a Vannes, in Bretagna. Fu proclamato santo nel 1458 da papa Callisto III, suo compatriota.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare