Assemblea_Legislativa_Delle_Marche.jpg

Login

Chi è online

 110 visitatori online

Utenti registrati Online

No
Home Centro Cultura Popolare Santo del Giorno Santo del giorno 2 gennaio Sant'Adalardo di Corbie abate
Santo del giorno 2 gennaio Sant'Adalardo di Corbie abate PDF Stampa E-mail
Giovedì 02 Gennaio 2014 00:00

Santo del giorno 2 gennaio Sant'Adalardo di Corbie abateÈ nominato in vari martirologi, ma non nel Martirologio Romano; gli Acta Sanctorum riportano una sua vita in forma di panegirico scritta da san Ratberto Pascasio, e un'altra, che vorrebbe essere più fedele alla realtà storica, opera di san Gerardo abate. Nato a Huyse, nei pressi di Audenard, intorno al 753 e allevato a corte fino a vent'anni, disgustato dai vizi dell'ambiente Adalardo si ritirò nel monastero di Corbie con le mansioni di monaco giardiniere. Per evitare distrazioni nella sua vita meditativa si trasferì in incognito nell'abbazia di Montecassino, ma dopo due anni le pressioni di Carlo Magno, di cui era cugino, lo costrinsero a tornare a Corbie, dove divenne abate. Ebbe alcuni incarichi politici: nell'809 partecipò al Sinodo di Aquisgrana e ad una ambasceria, con esito negativo, presso papa Leone III per fare approvare l'aggiunta del Filioque nel Simbolo. Alla morte di Pipino il Giovane, di cui era ministro, divenne tutore di Bernardo, re d'Italia, e quando questi, nell'817, si oppose a Ludovico il Pio, succeduto a Carlo Magno, venne ritenuto complice della rivolta e relegato nell'abbazia di San Filiberto nell'isola di Héri, alla foce della Loira (Noirmoutier). Anche suo fratello Wala, e le sorelle Gondrada e Teodrada subirono la relegazione. Durante l'esilio consigliò al suo sostituto a Corbie, Adalardo II, di dedicarsi alla evangelizzazione dei Sassoni, fondando un priorato a Héthis che, al suo ritorno (822), venne trasportato a Hoexter, dando origine all'abbazia di Korvay (Nouvelle-Corbie). Fu uno degli ispiratori della Dieta di Attigny (822); per la sua eloquenza e la sua cultura, di cui diede prova scrivendo il Livres des statuts; il De ordine palatii, perduto (cf. A. Molier, Sources de l'histoire de France, I, p. 236); il De ratione lunae paschalis, perduto; le Admonitiones in congregatone (in Mabillon, Acta, V, p. 308), fu detto « l'Agostino dell'epoca ». Ma ebbe anche una grande umiltà e non tralasciò di occuparsi con sollecitudine della santificazione dei suoi monaci; tutto dispose in modo che ognuno avesse a sufficienza, ovvero che nessuno avesse in eccesso e nulla andasse perduto, ma tutto fosse donato amorevolmente a lode di Dio. Morì a Corbie il 2 gennaio 827, giorno in cui oggi viene festeggiato, e gli succedette come abate il fratello Wala. Le sue reliquie, scoperte miracolosamente, operarono diverse guarigioni, soprattutto di paralitici e sordomuti. Per la frequenza dei miracoli, papa Giovanni XIX nel 1026 ordinò l'esumazione dei suoi resti e la loro solenne traslazione (10 ottobre 1040), equivalenti, secondo le leggi canoniche del tempo, alla canonizzazione ufficiale. Gran parte delle sue reliquie, dopo varie peregrinazioni, riposa dal 1827 nella casa dei Gesuiti a Saint-Acheul.

Da: http://www.santiebeati.it