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Santo del giorno 2 novembre San Giusto di Trieste martire PDF Stampa E-mail
Sabato 02 Novembre 2013 00:00

Santo del giorno 2 novembre San Giusto di Trieste martireGiusto visse ai tempi degli imperatori Diocleziano e Massimiano. All’epoca c’era un imperatore a Nicomedia (nell’Asia Minore) e un altro a Milano: erano Diocleziano e Massimiano, entrambi col titolo di “Augusti”. Poi c’erano due “Cesari”, ossia due vice e successori designati: Galerio a Sirmio (ora Mitrovica, Serbia) e Costanzo a Treviri, in Germania. Questa era la tetrarchia, cioè il nuovo ordinamento di vertice che doveva rinsaldare l’Impero romano, insieme alle vittorie contro i nemici e alla disciplina interna. Per accrescere quest’ultima, Diocleziano usa la grandiosa strategia delle monarchie orientali, proclamando il carattere divino dell’imperatore. Giusto, un cristiano della Venezia Giulia che viveva ad Aquileia e la sua fede era ben nota ai concittadini: uomo di grande penitenza e di larga generosità, cristiano fin dall’infanzia "grazie ai miei genitori". Così risulta dalla narrazione del suo martirio (Passio). Il documento è stato inserito negli Acta sanctorum dai bollandisti, come testo derivante dagli atti ufficiali del processo. Giusto è anche sacerdote? Il Dizionario ecclesiastico della Utet, editato nel 1952, ritiene di sì, senza però aggiungere elementi di conferma. Quando giunse l’ordine di convincere i cristiani ad abiurare la loro fede, il governatore romano locale, o preside, di nome Mannaccio o Manazio, convoca ogni cristiano e gli comunica l’ordine. Per chi non obbedisce c’è la morte. Anche quest’uomo pio Giusto venne raggiunto nell’anno 303 dall’ordine imperiale che imponeva a tutti i cristiani di testimoniare la propria fedeltà al sovrano (anzi, ai quattro sovrani) sacrificando agli dèi di Roma, tra i quali Diocleziano collocava ormai anche sé stesso. Giusto non si comporta da nemico o da ribelle: è un suddito fedele dell’imperatore. Ma non può sacrificare alle divinità romane, perché il suo Dio è Gesù Cristo. La condanna è perciò inevitabile. Il prefetto Manazio lo sottopose ad atroci tormenti, senza riuscire a piegarne la volontà. Mai egli avrebbe sacrificato agli dei pagani. Il supplizio durò parecchi giorni, fino a che Manazio non decise di condannarlo a morte. Il preside fece buttare Giusto in mare davanti a Trieste, legato a pesi che lo trascinarono subito in fondo. Ma poi i legami si sciolsero e il corpo del martire riemerse, finendo sulla spiaggia. Accorsero un sacerdote e un gruppo di cristiani, che resero le estreme cure alla salma e poi le diedero sepoltura vicino al luogo del ritrovamento. Nel quinto secolo, su un’altura, venne costruita una basilica cristiana, dove c’era stato un tempio dedicato alle antiche divinità. E lì venne poi trasferito il corpo del martire, che darà il suo nome all’altura: Colle di San Giusto. Continuò e si sviluppò il suo culto attraverso il tempo. La chiesa a lui dedicata sul Colle verrà fusa nel XIII secolo con quella adiacente, dedicata all’Assunta: e così nascerà la nuova cattedrale di Trieste, che sarà intitolata al suo nome. Patrono di Trieste, la festa di san Giusto cade il 2 novembre, ma per motivi liturgici (lo stesso giorno si fa la commemorazione dei fedeli defunti) viene posticipata al giorno successivo, il 3 novembre.

Da: http://www.santiebeati.it