Regione_Marche.jpg

Login

Chi è online

 112 visitatori online

Utenti registrati Online

No
Home Centro Cultura Popolare Santo del Giorno Santo del giorno 25 settembre San Firmino di Amiens vescovo e martire
Santo del giorno 25 settembre San Firmino di Amiens vescovo e martire PDF Stampa E-mail
Mercoledì 25 Settembre 2013 00:00

Santo del giorno 25 settembre San Firmino di Amiens vescovo e martireFirmino sarebbe stato originario di una nobile famiglia di Pamplona in Spagna, i suoi genitori Fermo ed Eugenia erano pagani, ma in seguito si convertirono al tempo dell’episcopato del figlio. Firmino che era il figlio maggiore, fu affidato alle cure del prete Onesto, che lo battezzò e lo istruì nella fede cristiana. In seguito fu ordinato sacerdote dal vescovo di Tolosa Onorato e dopo qualche anno vescovo; sembra che Firmino rimase dapprima nella città natia di Pamplona (dove una tradizione locale, lo considera primo vescovo della città); poi passò a evangelizzare alcune regioni della Francia come l’Aquitania, l’Alvernia, l’Anjou e altre del nord-est. Nonostante l’opposizione dei sacerdoti pagani, i risultati della sua opera furono strepitosi. Gli “Atti” dicono che fu pure arrestato per ordine del governatore romano Valerio, frustato e poi liberato. Nel suo itinerare, alla fine si fermò ad Amiens (l’antica Samobriva Ambianorum) dove fu vescovo con grande successo, per molti anni. Si sa che convertì molti nobili fra cui il senatore Faustiniano, dalla cui discendenza nacque poi l’altro successivo vescovo omonimo e confessore san Firmino di Amiens (onorato il 1° settembre). Per opera dei solerti magistrati Longulo e Sebastiano, fu di nuovo incarcerato nei primi anni del secolo IV e invitato ad abiurare; ma Firmino rifiutò, rimanendo fermo nella sua fede, e allora i magistrati, per evitare una reazione popolare, lo fecero decapitare in carcere, il 25 settembre di un anno imprecisato fra il 290 e il 303. Nel secolo VII si ignorava dove fosse il sepolcro del santo vescovo e martire, ma per una visione miracolosa, il vescovo di Amiens san Salvio lo ritrovò. Le sue reliquie sono sparse in varie chiese di Francia, perché il culto per san Firmino ebbe una vasta diffusione sia in Francia che in Spagna, a Pamplona in particolare è solennissimo, documentato per la prima volta nel 1186, quando il vescovo della città Pietro II, ricevette da quello di Amiens alcune reliquie di san Firmino; nel 1217 nella cattedrale esisteva un altare dedicato a lui e se ne celebrava la festa con ottava, cioè per otto giorni consecutivi, indice di solennità liturgica. La sua festa inizialmente celebrata il 10 ottobre, nel 1590 fu trasferita al 7 luglio ed estesa poi a tutta la Spagna nel 1725. Nel 1657 papa Alessandro VII dichiarò san Firmino vescovo e san Francesco Saverio, ‘patroni principali’ della città di Pamplona. Attualmente nella città d’origine, esistono due cappelle dedicate al lui, una nella cattedrale e un’altra nella chiesa di San Lorenzo, sorta secondo la tradizione sul luogo della casa nativa di san Firmino. La festa a Pamplona è diventata notissima nel mondo, per la corsa dei tori, il famoso “encierro”, che si svolge per le strade della città per circa 850 metri, con i tori liberi che corrono insieme a uomini abbastanza temerari, c’è sempre qualche ferito da incornata o perché travolto, con la partecipazione di una grande folla e di numerosi turisti, e che termina nell’arena. Ad Amiens in Francia il nome di san Firmino era inserito nelle litanie medioevali dei santi, e anticamente vi erano ben cinque celebrazioni in suo onore durante l’anno, compresa il 25 settembre giorno del martirio e data in cui è inserito nel ‘Martyrologium Romanum’. Nel Medioevo fu invocato come protettore dei bottai, dei mercanti di vino, dei panettieri e contro le malattie dello scorbuto e della erisipela. Nell’arte figurativa le opere si confondono ad Amiens proprio per i due vescovi omonimi della stessa diocesi, ma quelle di san Firmino vescovo e martire sono più facilmente identificabili a causa del suo martirio, che lo rese più celebre; infatti essendo stato decapitato, in alcune opere è raffigurato con il suo capo in mano, oppure che guarda la sua testa mozzata per terra.

Da: http://www.santiebeati.it