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Ostra Vetere: Recuperati i teschi sottratti a fine Ottocento dall’isola di Inishbofin in Irlanda per ricerche antropometriche. E allora il Traiano? PDF Stampa E-mail
Martedì 07 Marzo 2023 18:54

Ostra Vetere: Recuperati i teschi sottratti a fine Ottocento dall’isola di Inishbofin in Irlanda per ricerche antropometriche. E allora il Traiano?Ieri 6 marzo 2023 avevamo dato la bella notizia che il Vaticano aveva deciso di restituire i frammenti del Partenone, custoditi nei Musei Vaticani, alla Grecia da cui provenivano (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/69944-ostra-vetere-anche-il-vaticano-restituisce-frammenti-del-parternone-alla-grecia-e-il-traiano-perche-no-da-ginevra), secondo quanto aveva anticipato proprio ieri l’agenzia giornalistica ANSA. Oggi 7 marzo 2023 leggiamo sul giornale della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana, “Avvenire! l’interessante articolo della giornalista Irene Baldriga intitolato “Restituzioni, serve l’arte del dialogo” (https://www.avvenire.it/agora/pagine/restituzioni-serve-larte-del-dialogo), che ci pare particolarmente interessante perché, oltre a fornire tutte le informazioni del caso, premette alcune considerazioni che condividiamo totalmente. “Nella questione del ritorno alle comunità di origine vanno abbandonate le rigidità giuridiche o legate alla tutela per tenere conto delle specificità dei popoli e arrivare a una condivisione – scrive “Avvenire” – Il tema delle restituzioni di “beni”, a vario titolo considerati identitari da parte di piccole comunità o di intere nazioni, è ormai divenuto di grande attualità, al punto da interessare la cronaca dei quotidiani. Non si parla soltanto dei casi eclatanti di capolavori acquisiti in contesti di guerra o di occupazione, ma anche di microstorie, fatti locali legati a vicende e persone poco conosciute. Recentissima è la richiesta di recupero di tredici teschi umani sottratti a fine Ottocento sull’isola di Inishbofin, in Irlanda, da due ricercatori del Trinity College, per svolgere ricerche antropometriche. Il fenomeno è complesso per la sua varietà e diffusione e appare come una chiara richiesta di “riconoscimento” delle identità: un bisogno culturale, sociale e politico di esercitare il sentimento dell’appartenenza attraverso le testimonianze tangibili di una memoria condivisa. Un principio che trova piena espressione nell’ancora discussa Convenzione di Faro adottata dal Consiglio d’Europa nel 2005, ma che è anche frutto del processo, sacrosanto e inarrestabile, di affrancamento di Paesi in via di sviluppo troppo a lungo frenati dagli strascichi del colonialismo occidentale. È dunque soprattutto sotto un profilo etico che va considerato il dibattito sul cosiddetto “rimpatrio” dei patrimoni ed è evidente che tale confronto – che impone una presa di coscienza da parte di governi e cittadini – chiama in causa il ruolo dei musei ed il loro rapporto con i territori e le comunità”.  Concordiamo, concordiamo. E’ ciò che stiamo dicendo da anni e per questo rivendichiamo la restituzione della statua dell’Imperatore Traiano ritrovata nel 1841 alle Muracce e finita al Museo d’arte di Storia di Ginevra per i motivi che torniamo a illustrare di seguito, allo stesso modo della restituzione annunciata ieri della testa di fanciullo proveniente dal Partenone di Atene e conservata presso le Collezioni Pontificie e nei Musei Vaticani, donata ora dal Papa all’arcivescovo di Atene. Ecco cosa scrivevamo ieri: “Proprio oggi 6 marzo 2023 l’agenzia di stampa ANSA divulga la notizia che la geopolitica di Papa Francesco passa anche per la diplomazia dell'arte: nei prossimi giorni partiranno dal Vaticano i frammenti del Partenone, custoditi nei Musei, verso la Grecia. Una restituzione che fa parte del rispetto delle culture e dei popoli richiamata sempre dal Pontefice. E in precedenza, lo scorso 25 gennaio 2023 con un nostro precedente articolo (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/69344-ostra-vetere-riportate-in-italia-dagli-usa-60-opere-trafugate-e-il-traiano-quando) avevamo dato notizia di una grande operazione contro i trafficanti di opere d’arte, essendo state riportate in Italia dagli Stati Uniti 60 opere trafugate che valgono 20 milioni di euro. I magistrati italiani e statunitensi avevano seguito le tracce dei reperti, frutto di scavi clandestini o veri e propri furti, immessi nel mercato antiquario internazionale da ricettatori e mercanti d'arte. Come l'affresco pompeiano proveniente da scavi clandestini in area vesuviana: un 'Ercole fanciullo con serpente, risalente al I secolo d.C., commercializzato da un trafficante internazionale e poi acquistato da un collezionista statunitense. O il particolarissimo busto di bronzo maschile, risalente tra la fine del I secolo a.C. e il I secolo d.C., a cui restano ancora tracce materiche usate per la resa degli occhi, finito negli Stati Uniti tramite un commerciante svizzero che lo vendette a un collezionista della contea di New York. Stesso percorso seguito dalla coppa kylix a fondo bianco risalente al V secolo a.C., contrabbandata in Svizzera attraverso un ricettatore internazionale e poi acquistata da una nota istituzione museale newyorkese nel 1979. Come la storia della “nostra” statua dell’imperatore Traiano trovata alle Muracce e trafugata, poi finita in Svizzera a Ginevra. La notizia odierna conferma la giusta inversione di tendenza che avevamo annunciato con il nostro comunicato intitolato “Anniversario della restituzione all'Italia della mummia del Similaun il 16 gennaio 1998. Quando a noi la statua dell’imperatore Traiano?” del 16 gennaio 2023 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/69209-ostra-vetere-anniversario-della-restituzione-allitalia-della-mummia-del-similaun-il-16-gennaio-1998-quando-a-noi-la-statua-dellimperatore-traiano), ricordando quando finalmente uno Stato straniero, l’Austria, riparava a un danno culturale insopportabile, restituendo il reperto al proprio luogo di origine al Museo di Bolzano. In questi ultimi anni abbiamo dato notizia di tante iniziative, internazionali e nazionali, di rivendicazione dei reperti archeologici trafugati e di cui si chiede ormai con insistenza la giusta e doverosa restituzione. Esattamente ciò che stiamo facendo noi a proposito della "nostra" statua originale dell'imperatore Traiano trafugata dalle Muracce e finita al Museo di Ginevra, come dai seguenti nostri comunicati: “In attesa che si sbrogli l’intricata matassa” dell'8 luglio 2016 (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/33433-ostra-vetere-in-attesa-che-si-sbrogli-lintricata-matassa); “Anniversario del riconoscimento della statua di Traiano il 12 agosto 1865” del 12 agosto 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/66853-ostra-vetere-anniversario-del-riconoscimento-della-statua-di-traiano-il-12-agosto-1865); “Anniversario della nascita dell’imperatore Traiano il 18 settembre 53 d.C.” del 18 settembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/67408-ostra-vetere-anniversario-della-nascita-dellimperatore-traiano-il-18-settembre-53-dc); “Mensilario della rivendicazione della statua originale di Traiano” del 2 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68998-ostra-vetere-mensilario-della-rivendicazione-della-statua-originale-di-traiano-il-2-dicembre-2022-); “Quanti danni fecero i Nicola Brunetti con la statua di Traiano” del 2 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68534-ostra-vetere-quanti-danni-fecero-i-nicola-brunetti-con-la-statua-di-traiano); “Non solo l’Egitto rivuole la Stele di Rosetta, adesso anche la Grecia rivuole i marmi del Partenone” del 5 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68579-ostra-vetere-non-solo-legitto-rivuole-la-stele-di-rosetta-adesso-anche-la-grecia-rivuole-i-marmi-del-partenone); “Non solo l’Egitto e la Grecia, adesso anche Monteleone di Spoleto rivuole la Biga etrusca” del 6 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68594-ostra-vetere-non-solo-legitto-e-la-grecia-adesso-anche-monteleone-di-spoleto-rivuole-la-biga-etrusca); “Non solo Egitto, Grecia, Spoleto, adesso anche Tolentino rivuole la sua “Venere dea lunare” del 14 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68714-ostra-vetere-non-solo-egitto-grecia-spoleto-adesso-anche-tolentino-rivuole-la-sua-venere-dea-lunare); “Mensilario della rivendicazione della statua originale di Traiano il 2 dicembre 2022” del 2 gennaio 2023 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68998-ostra-vetere-mensilario-della-rivendicazione-della-statua-originale-di-traiano-il-2-dicembre-2022-); “Anche Fano rivuole il suo Atleta Vittorioso di Lisippo. Ma perché Traiano no?” del 11 gennaio 2023 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/69135-ostra-vetere-anche-fano-rivuole-il-suo-atleta-vittorioso-di-lisippo-ma-perche-traiano-no) il nostro nuovo articolo di rivendicazione della statua originale di Traiano, dopo altri precedenti,  a iniziare da “Quanti danni fecero i Nicola Brunetti con la statua di Traiano” del 2 dicembre 2022 (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68998-ostra-vetere-mensilario-della-rivendicazione-della-statua-originale-di-traiano-il-2-dicembre-2022-) che, dopo aver fatto la storia del ritrovamento alle Muracce della splendida statua dell’imperatore Traiano descrivendo le peripezie che la legavano a più compaesani tutti chiamati Nicola Brunetti, che tanto si erano dati da fare per farla finire ingloriosamente all’estero presso il Musèe d’Art e d’Histoire di Ginevra in Svizzera, avevamo anche iniziato a informare che la storia sta cambiando e i Paesi originari delle opere d’arte trafugate incominciano a pretenderle indietro, come l'Egitto che rivuole la Stele di Rosetta, il prezioso reperto archeologico che consentì all’archeologo Champollion di decifrare la lingua dei geroglifici degli antichi faraoni  (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/68534-ostra-vetere-quanti-danni-fecero-i-nicola-brunetti-con-la-statua-di-traiano). Ma basterebbe andare un po’ indietro nel tempo, all’anno 1989, per ricordare il grande moto di protesta popolare sviluppatosi a Pergola per pretendere che suoi “bronzi dorati di Cartoceto” rimanessero nel luogo del ritrovamento fino a murare i locali dove erano stati provvisoriamente esposti. Tale e quale la storia della statua del nostro imperatore Traiano. Ora si muovono tutti per garantire un principio sacrosanto e incontrovertibile che afferma “come sia diritto fondamentale degli egiziani e dei greci nonché degli italiani e di noi montenovesi di poter fruire della propria storia”. Un principio sacrosanto, che ci trova perfettamente d’accordo. E invece, mentre gli altri si muovono fragorosamente e all’unisono, solo i nostri amministratori tacciono, come purtroppo fanno spesso, e sempre quando ci siamo noi di mezzo. Che non demordiamo e rifacciamo di nuovo la storia della vicenda della nostra celebre stata dell’imperatore Traiano ritrovata alle Muracce dal mezzadro Nicola Brunetti nel 1841, acquistata per quattro soldi dall’allora sindaco montenovese altro Nicola Brunetti che se la portò a casa fin quando non si dovette sfondare la porta del suo palazzo un giorno che lui era assente e portare la statua in Municipio, da cui però l’intraprendente sindaco Nicola Brunetti riuscì a farsela ridare con il compiacente assenso di funzionari statali e potette così venderla a mercanti d’arte bolognesi, che infine la rivendettero a un altro museo, stavolta svizzero, il Musee d’Art e d’Histoire di Ginevra, dove furono poi rintracciate dal compaesano professore Mario Spadoni, direttore dell’Ospedale romano Forlanini, che, durante una delle sue tante missioni all’estero, si recò a Ginevra e, visitando quel Museo, lesse con grande sorpresa il cartiglio illustrativo della statua che ne indicava la provenienza proprio nel nostro Comune. Tornato in Italia il professore Spadoni portò alcuni depliant illustrativi al Sindaco di allora, Alberto Fiorani, che immediatamente prese contati con il direttore del museo svizzero e incaricò il giornalista Paolo Pierpaoli di redigere il volume della collana di Testi del Centro di Cultura Popolare numero 12 - Paolo Pierpaoli, Ostra Antica, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1983, pp. 169, che il Centro di Cultura Popolare e l’Amministrazione Comunale fecero stampare nel 1985 e distribuire a tutte le famiglie del paese, affinchè si conservasse la memoria storica dell’imperatore tanto legato alla nostra comunità locale. Purtroppo in quello stesso anno le elezioni amministrative elessero sindaco un altro Nicola Brunetti, a completare la triade degli omonimi che tanto si sono prodotti per disperdere il patrimonio culturale locale. Sulla bicentenaria vicenda era poi intervenuto anche l'ex sindaco Nicola Brunetti per tentare di giustificare le sue omissioni perchè, scriveva, "negli anni ottantacinque-novantanove le prime tre amministrazioni da me presiedute avevano altri problemi prioritari da affrontare" tanto che solo successivamente aveva deciso non di tentare il recupero dell'originale, bensì solo di provvedere alla "realizzazione di un calco della statua dell'imperatore Traiano, che recenti studi avevano identificato con il padre dell'imperatore" (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/299-nicola-brunetti-risponde-a-qmontenovonostroq). Capito? Per lui la statua di Traiano non era nemmeno di Traiano, ma addirittura del solo padre di Traiano, tanto per minimizzare e sminuire il danno che a suo tempo aveva combinato il predecessore ex sindaco Nicola Brunetti secondo le notizie fornite dall'allora contemporaneo "giornalista" montenovese Francesco Procaccini. E così non c'è ancora pace per il "nostro Traiano", ricordando "Quanti danni fecero i Nicola Brunetti con la statua di Traiano" (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/279-la-risposta-del-direttore-a-montenovonostro). C’era stato un periodo in cui un altro sindaco; Massimo Bello, aveva esposto una bella gigantografia in piazza della Libertà, ma neanche a dirlo, è stata brutalmente strappata e dispersa dai soliti noti. E mentre noi dobbiamo accontentarci solo di una modesta patacca in plastica, l’amministrazione comunale si disinteressa dell’originale statua in marmo dell’imperatore Traiano, al quale il Centro di Cultura Popolare continua a dedicare le sue ricerche storiografiche e a pubblicare altri volumi nella sua collana di testi, come il testo numero 12 - Paolo Pierpaoli, Ostra Antica, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 1983, pp. 169 e il più recente testo numero 287 - Alberto Fiorani, La statua di Traiano, Ostra Vetere (AN) Centro Cultura Popolare, 2017, pp. 80. E anche a ricordare gli anniversari che puntigliosamente si succedono (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/61379-ostra-vetere-anniversario-riconoscimento-della-statua-di-traiano-il-12-agosto-1865) (http://www.ccpo.it/centro-cultura-popolare/comunicati/66853-ostra-vetere-anniversario-del-riconoscimento-della-statua-di-traiano-il-12-agosto-1865) prima di poter infine tornare a rivedere a Montenovo la “nostra statua di Traiano”, quella vera, quella originale, non la patacca di plastica ora alloggiata nel nostro Museo, cui hanno addirittura cambiato nome. Rimandiamo quella patacca fasulla a Ginevra e pretendiamo la restituzione dell’originale, che è finito lassù da uno dei tanti e troppi Nicola Brunetti succeduti. Nonostante il turbinio dei comunicati suddetti, a tutt’oggi a noi rimane solo la patacca di plastica anzichè la statua originale in marmo ritrovata alle Muracce. Scegliamo quindi la data del 16 gennaio come anniversario annuale della nostra rivendicazione della statua originale e il 16 di ciascun mese successivo per ricordarne il "mensilario", ovvero anniversario mensile della rivendicazione. Vogliamo che la statua originale dell'imperatore Traiano torni qui da Ginevra, magari restituendogli in cambio la patacca di plastica che ci ha rifilato. E’ certo quindi che torneremo ancora sull’argomento.

da Centro Cultura Popolare”

 

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