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Home Centro Cultura Popolare Comunicati Il Crocefisso veneto di Santa Maria
Il Crocefisso veneto di Santa Maria PDF Stampa E-mail
Lunedì 09 Novembre 2009 10:03

Il Crocefisso veneto di Santa Maria donato dalla famiglia TamburiniA seguito della incredibile sentenza della Corte europea di Strasburgo contro i Crocefissi nelle aule scolastiche, il Centro di Cultura Popolare continua a dedicare pagine illustrative sulla devozione millenaria della popolazione ostraveterana all'immagine del Crocefisso. In questa terza occasione vogliamo illustrare l'artistico Crocefisso che si conserva nella chiesa abbaziale di Santa Maria di Piazza, che seguì le tante vicissitudini della chiesa abbaziale, descritte nel volume di Francesco Fiorani "L'abbazia di Santa Maria di Piazza. Indagine storica e architettonica per il restauro", volume n. 66 della collana di testi edita dal Centro di Cultura Popolare, in cui in numerose pagine e particolarmente a pagina 128 e seguenti si parla di questo Crocefisso: "Circa l'altare del Crocifisso, Brunacci afferma che "Il Crocifisso di Rilieuo nell'Altare de Sig.ri Tamburrini è fatto à Venezia con molta intelligenza de Muscoli dentro il Secolo 1500. nel quale fioriua la p.fettione del Disegno. Nella Cona ui è questa Memoria: Mattheius Tamburini edificauit 1400: e nell'altra parte Fuluia Tamburina in hanc forma. restaurauit et decorauit MDCXVIII. Il Cristo Morto di Rilieuo è opera di legno di Monsù Giuseppe Santoni francese fatto fare in Roma dalla Sig.ra Teresia Orlandi negl'Arcangeli da Corinaldo del 1677. Opera uaga, e ben intesa". La descrizione del Brunacci si riferisce a quel che era l'altare alla fine del Seicento, dopo la ricostruzione barocca della chiesa a opera dell'abate Poccianti nel 1664, ma fornisce alcuni elementi cronologicamente importanti, che ci consentono di tracciarne la storia plurisecolare e i suoi due smontaggi e rimontaggi. L'altare, infatti, era di proprietà della nobile famiglia montenovese dei Tamburini, il cui antenato Matteo l'aveva fatto costruire nel 1400 all'interno della primitiva chiesa romanica e dotato del bel Crocefisso dalle dimensioni naturali, scultura lignea del XIV secolo di gusto vagamente arcaizzante e modellato con una linea aspra che accentua la drammaticità della composizione, ora conservato nella Collezione d'Arte Sacra della Abbazia (CURZI-MANCINELLI-RINALDI, scheda n. 16). Alla fine del Quattrocento l'altare era stato spostato nella parete orientale dell'addizione gotica e quindi fornito di un nuovo Crocifisso, opera scultorea veneziana cinquecentesca di grande rilevanza. In epoca barocca l'altare venne nuovamente restaurato e abbellito nel 1618 da Fulvia Tamburini e poi, con la demolizione seicentesca, venne smontato, per essere poi rimontato nella nuova chiesa barocca nella seconda metà del secolo e dotato, evidentemente nel vano sotto la mensa al di sopra della quale si elevava il Crocifisso, della nuova opera d'arte del Cristo Morto, pregevole opera lignea romana dello scultore francese Monsù Giuseppe Santoni, qui trasportata nel 1677 grazie alla munificenza della donatrice corinaldese Teresa Orlandi in Arcangeli. La complessa sequenza cronologica che qui preme segnalare, identifica il più volte rimaneggiato altare del Crocifisso come già presente nella primitiva chiesa romanica fin dall'anno 1400". L'attuale Crocefisso di Santa Maria è quindi quello in stile veneziano del Cinquecento donato dalla famiglia Tamburini dopo la addizione gotica della chiesa , spostato nella nuova chiesa dell'abate Poccianti nel tardo Seicento e infine collocato nella navata sinistra della ricostruzione gualandiana ottocentesca.

Francesco Fiorani

 

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