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Ostra Vetere: Il settimo Sindaco Roberto Casci Ceccacci di lungo periodo PDF Stampa E-mail
Sabato 07 Maggio 2011 20:42

Ostra Vetere: Il settimo Sindaco Roberto Casci Ceccacci di lungo periodoNuova puntata di storia comunale, offerta dall’ottima tesi di laurea del giovane consigliere comunale Alessandro Tarsi, fresca di stampa (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/6641-ostra-vetere-il-consigliere-comunale-alessandro-tarsi-si-e-laureato-con-il-massimo-dei-voti-auguri-al-neo-dottore, testo numero 148 della collana del Centro di Cultura Popolare) che ci informa sul lungo e proficuo periodo amministrativo esercitato dal settimo Sindaco post-unitario di Ostra Vetere, Roberto Casci Ceccacci, che sintetizziamo dalle pagine 50-51, 52, 53 e 58: “L’abbandono dell’incarico da parte di Antonino Fazi lascia nuovamente vacante la poltrona di sindaco. L’elezione del sindaco vennero convocate per la prima volta alla fine del settembre del 1906. Le prime due sedute non raggiunsero il numero legale, ma nella terza seduta del 14 ottobre il numero venne raggiunto. I presenti sono soltanto 12, quasi il minimo indispensabile. Il consiglio in quel periodo era composto da un gruppo eterogeneo di repubblicani, costituzionali e socialisti e da una minoranza di matrice cattolica. Dei 12 presenti ben 10 persone votarono a sindaco il liberale Roberto Casci-Ceccacci. Casci-Ceccacci era un possidente di 36 anni residente in Ostra Vetere e come già detto prima era un convinto laico liberale. Roberto Casci-Ceccacci si trovò in questi anni davanti a una forte agitazione contadina. I contadini esasperati chiedevano un nuovo patto colonico per migliorare la propria condizione sociale e per modificare il rapporto di mezzadria in forma più accettabile per i lavoratori della terra. Nelle zone della Valle del Misa, dell’Esino e nell’anconetano,  nell’anno 1907 iniziarono gli scioperi da parte di diversi coloni affinché venisse attuato il nuovo patto colonico. Ad Ostra Vetere nel 1907 vi furono una serie di agitazioni, non uno sciopero vero e proprio. L’adozione del patto colonico fu annunciata per il 30 giugno. Fu l’Unione Agricola di Miglioramento di ispirazione cattolica a direzionare i contadini del paese verso la conquista del nuovo patto. Casci-Ceccacci benché laico, non voltò le spalle all’Unione, anzi, in quegli anni fu più volte coinvolto dai contadini che gli scrivevano per denunciare quei possidenti che non stavano attuando il patto colonico. Il sindaco fu più volte il paciere di queste varie dispute, cercando il migliore accordo fra le parti. Il sindaco fallì solo nell’Ottobre del 1907 quando diversi contadini della zona scesero in sciopero per un lungo periodo contro due possidenti che non vollero proprio rendere operativo il patto colonico. Anche nel 1908 coloni e possidenti si trovarono di fronte ad un scontro acerbo. Motivo della disputa la divisione equa del raccolto delle olive fra contadini e possidenti. Lo scontro vide schierarsi dalla parte dei contadini oltre all’Unione cattolica anche grandi esponenti del mondo laico come l’avvocato Bonopera (repubblicano noto per le sue creazioni di leghe popolari nel territorio senigalliese). I possidenti furono chiamati dal sindaco nella residenza municipale. Si presentarono in pochissimi e i pochi erano di piccola importanza. Non ci è dato sapere quando la controversia ebbe fine. Nelle elezioni parziali amministrative del 1907 su 302 iscritti alla lista elettorale solo in 80 si presentarono al voto. I candidati erano ben 33 per soli 7 posti disponibili. In queste elezioni risultarono vincitori ancora una volta un gruppo eterogeneo, composto da repubblicani, costituzionali e socialisti. Ancora una volta i pochi cattolici che si presentarono furono sconfitti. (…).Il 1910 fu un anno di nuove elezioni parziali per il rinnovo di quasi un terzo del consiglio comunale. (…). Casci-Ceccaci fu rieletto per il quadriennio 1911-1914 secondo la nuova legge. (…). Il 29 luglio del 1914 per la prima volta vi fu un rinnovo totale del consiglio comunale. A presentarsi per i venti posti furono in cinquanta. La nuova legge elettorale permette di avere iscritte alle liste ben 995 persone. I votanti furono 620. Questa volta furono i cattolici ad imporre il peso della loro organizzazione e la Giunta comunale che ne scaturì annoverò infatti ben cinque assessori di matrice confessionale nella quale spicca il nome di un contadino, Agostino Peverini, che in pochi anni divenne uno dei protagonisti del movimento cattolico italiano. Anche il sindaco uscente Casci-Ceccacci venne rieletto fra i consiglieri”. Ma fu la svolta che diede spazio al movimento dei cattolici democratici.

da Centro Cultura Popolare

 

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