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Ostra Vetere: Il conte Adriano Mei-Gentilucci quarto Sindaco spesso assente rieletto due volte PDF Stampa E-mail
Mercoledì 04 Maggio 2011 15:30

Ostra Vetere: Il conte Adriano Mei-Gentilucci quarto Sindaco spesso assente rieletto due volteL’ottima tesi di laurea del giovane consigliere comunale Alessandro Tarsi, fresca di stampa (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/6641-ostra-vetere-il-consigliere-comunale-alessandro-tarsi-si-e-laureato-con-il-massimo-dei-voti-auguri-al-neo-dottore, testo numero 148 della collana del Centro di Cultura Popolare) ci informa della singolare vicenda del quarto Sindaco post-unitario di Ostra Vetere che, seppure spesso assente, e pur essendosi dimesso proprio per i suo numerosi impegni lontani dal paese, nonostante contrattempi venne riconfermato per ben due volte, dopo la morte del predecessore Borgiani: “Il consiglio comunale per la nomina del sindaco venne convocato in prima seduta 16 luglio del 1899 ma non vi è il numero legale per aprirlo. Il 23 luglio si riunì in seconda convocazione. In quella seduta venne eletto Marulli , parente del’ex sindaco Federico Marulli. Marulli rifiutò l’incarico da sindaco perché non si sentì pronto a sostenere un simile peso visto che i suoi affari lo vedevano troppo spesso lontano dal paese. Si procedette con nuove votazioni. Undici dei tredici consiglieri presenti votarono a scrutinio segreto il Conte Mei-Gentilucci Adriano. Mei-Gentilucci era un ricco 37enne possidente con residenza in Castelfidardo.(…) Durante il suo mandato era sovente non essere presente alle sedute del consiglio in quanto le sue terre e i suoi affari erano al di fuori di Ostra Vetere. Il 16 di ottobre del 1900 si trovò infatti a dare le sue dimissioni sollecitato anche dal consiglio che ormai si era indispettito del comportamento del sindaco. Un mese prima delle sue dimissioni, Mei-Gentilucci e il consiglio comunale impegnarono denaro pubblico per lo studio di un acquedotto consorziale. Un tema quello dell’acqua potabile, come già detto, molto caro alla popolazione ostraveterana. Nella stessa lettera di dimissioni il Conte menzionò l’acquedotto. Altri tre avvenimenti segnarono il breve mandato di Mei-Gentilucci: il completamento della costruzione di una scuola in via San Vito, una nuova latrina pubblica fuori porta Garibaldi e la creazione di una nuova fiera per il giorno 17 gennaio. Nel 1901 il consiglio comunale fece domanda per l’acquisto di un appezzamento di terreno della famiglia Buti-Pecci con l’intento di ampliare l’ospedale civile. Sempre in quell’anno vi fu la vendita da parte del comune di alcuni terreni del vecchio cimitero verso privati. Il 1902 fu un anno di nuove elezioni nel comune di Ostra Vetere. Per le elezioni del 20 Luglio si presentarono in 26 candidati per i soliti venti posti da assegnare. Su 274 iscritti alla lista elettorale si presentano in 163. Il più eletto risultò essere il dimissionario sindaco Mei-Gentilucci che nonostante i suo numerosi impegni si ripresentò per la carica di consigliere. Dei venti eletti ben diciassette risultavano essere possidenti. Uno dei non possidenti risultò essere un capo muratore mentre un altro un commerciante. Anche se la calligrafia e soprattutto il cattivo stato della delibera comunale non ci da modo di sapere oltre. Serviva ora rieleggere nuovamente il sindaco. Il consiglio comunale riunitosi l’11 settembre 1902 andò alla votazione. Su 15 presenti ben 14 voti andarono ancora una volta a Conte Mei-Gentilucci e uno soltanto al consigliere Casci-Ceccacci. Sebbene nemmeno due anni fa, nell’ottobre del 1900, il Conte si dimise da sindaco, anche questa volta accettò l’incarico assegnatoli dal consiglio comunale. E’ datata 29 settembre 1902 la lettere del prefetto in cui vi è segnalato il giuramento da sindaco del Conte Adriano Mei-Gentilucci. Ma come già sottolineato in precedenza il nobile marchigiano non era molto presente in quel di Ostra Vetere. I suo affari erano nel capoluogo, Ancona, e le sue terre sparse in tutta la provincia. Proprio per questo Mei-Gentilucci, il 15 ottobre, volle delegare in sua assenza il consigliere Roberto Casci-Ceccacci. Fu una scelta molto saggia visto che in un anno vi furono ben più di 26 sedute comunali e solo pochissime (cinque) furono presenziate dal sindaco in persona. Casci-Ceccacci si trovò ad essere il vero artefice della legislatura Mei-Gentilucci.   Infatti il 24 Febbraio 1903 Mei-Gentilucci si dimise nuovamente. Nella sua lettera rende noto il motivo. Come la scorsa volta, risulta essere propria la sua lontananza dal paese la motivazione per il suo nuovo abbandono”.

da Centro Cultura Popolare

 

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    Ma non serve chiudere la stalla quando il bove è fuggito.