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Home Centro Cultura Popolare Comunicati Ostra Vetere: 150 anni fa il primo Sindaco di Montenovo ormai italiano: Giuseppe Secondo Ricci
Ostra Vetere: 150 anni fa il primo Sindaco di Montenovo ormai italiano: Giuseppe Secondo Ricci PDF Stampa E-mail
Sabato 30 Aprile 2011 15:15

Ostra Vetere: 150 anni fa il primo Sindaco dei Montenovo ormai italiano: Giuseppe Secondo RicciGiusto 150 anni fa circa, era il 17 marzo 1861, quando il neonato Parlamento italiano, appena raggiunta l’Unità d’Italia, aprì i lavori con la proclamazione del Regno d'Italia, mentre il re di Sardegna Vittorio Emanuele II di Savoia assunse il titolo di re d'Italia. E poco dopo, il 27 marzo 1861, con un discorso alla Camera di Torino il primo ministro Cavour proclamò ufficialmente Roma capitale del Regno d'Italia. Il libero Comune di Montenovo, dopo circa 700 anni di storia compiuti all’interno della Stato della Chiesa, venne assunto nella nuova realtà politica e istituzionale italiana. E fu il nuovo re a nominare il primo Sindaco di Montenovo italiano. Ce lo informa l’ottima tesi di laurea, fresca di stampa (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/6641-ostra-vetere-il-consigliere-comunale-alessandro-tarsi-si-e-laureato-con-il-massimo-dei-voti-auguri-al-neo-dottore, testo numero 148 della collana del Centro di Cultura Popolare) redatta dal bravissimo consigliere comunale Alessandro Tarsi, che alle pagine 38-39 testualmente riferisce: “2.2 L’epoca Ricci: trent’anni di governo. Giuseppe Secondo Ricci fu nominato sindaco nella primavera del 1861 e restò in carica per quasi 30 anni. Infatti è dell’31 Ottobre del 1889 una lettera del Prefetto che dichiara cessata la sua amministrazione. I 28 anni di amministrazione Ricci passarono senza grossi problemi. Ricci era si un liberale, ma da parte sua si è sempre dimostrato molto aperto alle richieste del clero. Risultava essere il più ricco possidente del comune di Montenovo. Già a quel tempo i suoi possedimenti erano stimati intorno a un milione di lire. I più anziani del paese ricordano ancora i beni lasciati da Giuseppe Secondo ai sui eredi. Divenuta storica la frase detta da uno dei suoi nipoti alla propria moglie: Affacciati dalla finestra e tutto ciò che vedi intorno a te pensa che sia nostro. Il consiglio comunale raramente nei primi anni riusciva a deliberare in prima seduta. Il sindaco era costretto a convocare il consiglio in seconda seduta e a deliberare a volte con solo 4 consiglieri presenti in aula, più i due assessori. Fra le varie funzioni che spettavo al consiglio suscita curiosità il fatto che a ogni inizio di un nuovo anno scolastico, i consiglieri dovevano nominare i maestri per le scuole elementari. Gran parte dei consigli erano dedicati alla stesura delle liste elettorali per le elezioni politiche. Era compito del consiglio, infatti, ascrivere o eliminare dalle liste elettorali quelli che avevano acquisto o, viceversa, perso il diritto di voto per l’anno in corso. Le maggiori richieste che si ebbero in quegli anni erano da parte del corpo bandistico. Sovente il Maestro del Concerto Cittadino e di Cappella scriveva al sindaco per sollecitarlo agli acquisiti di indumenti o strumenti da fornire ai musicanti. Non era raro nemmeno assistere alle dimissioni dei consiglieri spesso assenti alle sedute consiliari. Fra le varie lettere inviate al consiglio alcuni si giustificavano dicendo che ormai i loro affari si erano spostati fuori paese, altri che per motivi di lavoro non potevano più dedicare tempo per la cosa pubblica, altri ancora volevano solamente godersi la vecchiaia senza il peso della nomina addosso. Giuseppe Secondo Ricci termina la sua carriera di sindaco ma non quella di assessore. Il Suo addio alla politica attiva avverrà definitivamente solo il 22 Ottobre del 1893 a 67 anni con una breve ma toccante lettera al Consiglio Comunale”. E’ questa una importante pagina di storia locale di cui dobbiamo doverosamente riconoscer merito al neo-dottore Alessandro Tarsi, formulandogli l’augurio di ogni maggiore successo professionale. Grazie Alessandro Tarsi. Nella foto allegata la suggestiva facciata dell’enorme residenza nobiliare al Borgo Cavour, già dei Conti Mauruzi della Stacciola, poi Rossi, quindi Rossi-Ricci e ora Montevecchi-Venturi.

 

da Centro Cultura Popolare

 

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