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Home Centro Cultura Popolare Comunicati Montenovese illustre: Nicolò da Boscareto
Montenovese illustre: Nicolò da Boscareto PDF Stampa E-mail
Giovedì 01 Ottobre 2009 20:01
Nicolò da Boscareto fu un celebre condottiero ghibellinoDal Dizionario Biografico degli Italiani della Treccani, ricaviamo le seguenti informazioni: "Nicolò da Boscareto, di nobile famiglia feudataria del castello di Boscareto nella Marca d'Ancona, dovette nascere alla fine del sec. XIII. La prima notizia sicura su di lui risale al 1327, quando combatté a Iesi in qualità di capitano del partito ghibellino contro i guelfi della città, capeggiati da Tano Baligano. Quando vide che la lotta volgeva a favore di questi ultimi egli chiese aiuto ai ghibellini di Fermo, ma nemmeno il loro intervento portò alla caduta di Iesi: di fronte alla difficoltà dell'impresa e temendo la reazione del pontefice Giovanni XXII, che minacciava di comminare scomuniche, gli alleati del Boscareto si ritirarono. All'inizio dell'anno seguente il Boscareto si fece promotore di una seconda lega contro Iesi, cui aderirono molti capi ghibellini della Marca: anche questa azione si risolse in un insuccesso. Solo quando egli riuscì a ottenere da Ludovico il Bavaro, disceso in Italia, l'invio di un contingente militare agli ordini di Giovanni Chiaramonte, Iesi capitolò l'8 marzo 1328: Tano Baligano venne imprigionato e decapitato e il Boscareto ottenne il titolo di vicario imperiale per la città. Rientrato in Germania Ludovico, il Bavaro nel 1330, il Boscareto, seguendo l'esempio di altri signori ghibellini della Marca, si avvicinò al Papato: il 17 agosto 1333 in base a una bolla di Giovanni XXII, Iesi, Urbino, Osimo, Fermo, Fabriano e altre città furono assolte dalla censura in cui erano incorse per aver sostenuto l'imperatore. E dalla parte pontificia egli dovette rimanere per qualche tempo, se si può dar fede alla cronaca anconitana di Lazzaro Bernabei, che lo indica tra i guelfi che nel 1337 parteciparono all'assedio di Osimo. Comunque nel 1342 Ludovico il Bavaro gli confermava il vicariato imperiale per la città. Con la morte dell'imperatore nel 1347 il Boscareto perse il suo appoggio principale, e ne approfittò il popolo di Iesi che lo cacciò nel medesimo anno: la città passò nelle mani di Lomo di Rinaldo Simonetti e poi in quelle di Malatesta Malatesta, che la tenne fino all'arrivo del cardinale Egidio Albornoz. Dal 1343 al 1345 il Boscareto fu podestà di Serra dei Conti e nel 1353 si ritirò nei propri domini di Montenovo e Corinaldo. Nel 1355 si riconciliò con la Chiesa: il 24 marzo a Tolentino prestò giuramento di fedeltà nelle mani del cardinale Egidio Albornoz. Sembra perciò degna di fede l'affermazione contenuta negli Historiae romanae fragmenta, secondo cui il 23 aprile dello stesso anno il Boscareto fu a fianco del legato pontificio nella battaglia di Paterno, nel corso della quale venne sconfitto Galeotto Malatesta, e che sia da considerare poco attendibile la testimonianza di Oddo di Biagio - riportata dalle Croniche di Lazzaro Bernabei - che vuole il Boscareto nel campo del Malatesta. Presente come testimone a giuramenti di fedeltà alla Chiesa di vari signori della Marca nel corso dello stesso 1355, il 19 settembre di quell'anno concluse con il legato un accordo in base al quale venivano cancellati i processi intentati dal giudice pontificio Martino da Imola nei confronti suoi e degli abitanti dei suoi feudi. Nel 1367 i Perugini, di fronte all'invasione del loro territorio da parte della compagnia di Giovanni Acuto assoldata dal cardinale Egidio Albornoz, che quale devastava il contado di Assisi, formarono un esercito e ne affidarono la guida al Boscareto e a Borgaro di Marsciano. Lo scontro tra i due eserciti si risolse a favore della compagnia inglese: il Boscareto scampò alla morte con pochi altri. Ancora a lui i Perugini si rivolsero nel 1369, affidandogli il comando di 1.500 cavalieri per combattere le truppe dell'Albornoz, il quale intendeva limitare le autonomie del Comune. Lo scontro fu favorevole alle truppe pontificie fortemente superiori di numero: il Boscareto fu fatto prigioniero. È questa l'ultima notizia che abbiamo su di lui. Alcuni autori - come il Baldassini e il Gianandrea - lo dicono appartenente alla famiglia Bisaccioni: nelle fonti, però, il Boscareto non compare mai con questo nome". In realtà Boscareto è un toponimo e Bisaccioni e l'antroponimo della stessa famiglia.

Francesco Fiorani

 

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