Santo del giorno 29 luglio: Beato Urbano II papa Stampa
Giovedì 29 Luglio 2021 00:00
nuovo papa si dovette riunire a Velletri e qui, il 12 marzo 1088, il vescovo di Ostia, Eudes, venne eletto papa prendendo il nome di Urbano II; non gli fu permesso di entrare in Roma e si dovette fermare all’Isola Tiberina dove visse di elemosine. Ma il 3 luglio 1089 potè entrare trionfalmente a Roma, mentre l’antipapa Clemente III (1080-1100), voluto dall’imperatore, fuggì a Tivoli. Urbano II si spostò molto per quei tempi, da Roma tornò nell’Italia Meridionale e nel 1090 riunì a Melfi (Potenza) un Concilio, cui parteciparono 70 vescovi, emanando sedici importanti canoni per condannare la simonia, proibire le investiture laiche, ordinare il celibato ai chierici a cominciare dal suddiaconato e riformare la disciplina monastica. Dopo il Concilio raggiunse la famosa abbazia di Cava dei Tirreni, per consacrarne la stupenda chiesa; una grande statua lo ricorda sul posto dove si riposò in vista della chiesa, costruita sul fianco del monte. Si recò in pellegrinaggio a Montecassino, sulla tomba di san Benedetto, dove ottenne la guarigione dai calcoli renali; proseguì poi fino a Bari per consacrare la basilica di San Nicola, riponendovi le reliquie portate dall’Oriente. Tenne altri concili a Benevento nel 1091 e a Troia nel 1093. Rientrato a Roma, poté riavere il Laterano con una somma di denaro offertagli da Goffredo abate di Vendome e celebrando con solennità la Pasqua del 1094. Poi subito ripartì per il suo ministero apostolico fuori Roma; si recò a Pisa, a Pistoia, a Firenze e a Cremona; nel marzo 1095 indisse un Concilio generale a Piacenza, che fu tenuto all’aperto, visto la partecipazione di 4.000 chierici e 30.000 laici; furono promulgati dei decreti pontifici, con i quali Urbano II dichiarò di non riconoscere le ordinazioni simoniache, cioè comprate e quelle ricevute da vescovi scismatici, rinnovò le condanne delle eresie, scomunicò l’antipapa e i suoi fautori. Nei primi tempi del suo pontificato, Urbano II si dimostrò indulgente con vescovi e principi, ad esempio concesse il pallio arcivescovile ad Anselmo vescovo di Milano e consacrò Ivo di Chartres, tutti e due eletti dall’imperatore; ma dopo aver consolidato la sua carica, combatté tutte le ingerenze dei laici nelle cose ecclesiastiche. Papa Urbano II divenne il mediatore di situazioni politiche dell’epoca; appoggiò Matilde di Canossa e le città lombarde contro l’imperatore Enrico IV, che nel 1092 fallì la sua discesa in Italia e se ne ritornò in Germania, e a sua volta l’antipapa Clemente III, perso il suo appoggio, si ritirò a Ravenna. Mediò sulle dispute fra Guglielmo il Rosso d’Inghilterra e sant’Anselmo di Canterbury; scomunicò Filippo I di Francia per le sue vicende matrimoniali. D’altra parte ebbe il sostegno di Alfonso VI di Castiglia, che stava liberando la Spagna dalla dominazione dei Mori. Nell’agosto 1095 si trasferì in Francia dove, da Le Puy, emanò una Bolla per convocare un Concilio a Clermont nell’anno successivo. In detto Concilio vennero di nuovo condannate le investiture laiche e scomunicato il vescovo di Cambrai perché l’aveva accettata dall’imperatore. Papa Urbano istituì la “tregua di Dio” cioè una breve pausa tra le battaglie per seppellire i morti; poi sulla pubblica piazza di Clermont, proclamò la “prima crociata” per la liberazione dei luoghi santi, provocando un grande entusiasmo e organizzandola personalmente, nominò come capo il vescovo di Le Puy Ademaro di Monteil e il duca Raimondo di Tolosa; incitò principi e fedeli a prendere la croce, trattò con i Genovesi per le navi. L’esito della Crociata portò alla conquista di Gerusalemme il 15 luglio 1099, anche se con numerose perdite umane, ma il papa non lo seppe perché morì a Roma il 29 dello stesso luglio 1099. In precedenza aveva continuato a visitare altre città francesi tenendo Concili più o meno grandiosi; nel 1096 rientrò in Italia passando per Asti, Como e Pavia e per il Natale era giunto a Roma; ma l’infaticabile papa non si fermò, ancora discese nell’Italia Meridionale giungendo a Salerno, per incontrarsi con Ruggero di Sicilia e poi a Bari dove tenne un Concilio insieme ai Greci, sulla questione della precessione dello Spirito Santo a cui diede il suo illuminato apporto sant’Anselmo di Canterbury. Ritornato a Roma nell’aprile del 1099, tenne il suo ultimo concilio in San Pietro e morì il 29 luglio di quell’anno. Venne sepolto in San Pietro, ma non è stato possibile identificare la sua tomba; del suo pontificato si può dire, che fu discepolo e collaboratore di papa san Gregorio VII, ma seppe attuare la riforma della Chiesa con una tenacia e un tratto apostolico maggiore. Condusse vita ascetica, austera, con zelo instancabile e comunicativo e grande pietà, così da guadagnarsi la venerazione dei fedeli. Approvò e diffuse il Piccolo Ufficio della Beata Vergine, l’uso di recitare l’Ave Maria mattino e sera e la dedicazione del sabato alla Madonna. Papa Urbano II ebbe sempre un culto fra i fedeli, in particolare in Francia e la sua immagine è riprodotta fra altri pontefici santi in vari celebri edifici italiani; per questi motivi il vescovo di Reims Langénieux chiese a papa Leone XIII la conferma di questo culto, che dopo i dovuti esami della Congregazione competente, fu approvato il 14 luglio 1881 con il titolo di beato; la sua festa si celebra il 29 luglio.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare