La Corte europea di Strasburgo vuole rimuovere i crocifissi dalle aule scolastiche Stampa
Martedì 03 Novembre 2009 15:50
deciso che la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce "una violazione dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni" e una violazione alla "libertà di religione degli alunni". È quanto ha stabilito oggi la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo nella sentenza su un ricorso presentato da una cittadina italiana. Il giudice Nicola Lettieri, che difende l'Italia davanti alla Corte di Strasburgo, ha detto che il governo italiano ricorrerà contro la sentenza. Se la Corte accoglierà il ricorso del governo italiano, il caso verrà ridiscusso nella Grande Camera. In caso contrario la sentenza diverrà definitiva fra tre mesi, e allora spetterà al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa decidere, entro sei mesi, quali azioni il governo italiano deve prendere per non incorrere in ulteriori violazioni legate alla presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche. Il caso era stato sollevato da  una cittadina italiana originaria della Finlandia, che nel 2002 aveva chiesto all'istituto statale "Vittorino da Feltre" di Abano Terme (Padova), frequentato dai suoi due figli, di togliere i crocefissi dalle aule. Ma i suoi ricorsi davanti ai tribunali in Italia erano stati respinti. Ora i giudici di Strasburgo le hanno invece dato ragione. La sentenza emessa dal tribunale europeo ha anche previsto che il governo italiano dovrà addirittura pagare alla donna un risarcimento di cinquemila euro per "danni morali". Pure! La sentenza è la prima in assoluto in materia di esposizione dei simboli religiosi nelle aule scolastiche e smentisce la precedente sentenza del Consiglio di Stato italiano che, nel 2003, aveva respinto il ricorso della medesima donna. La sentenza sottolineava come il crocifisso abbia una funzione simbolica, di espressione dei valori civili che hanno un'origine religiosa, pur nel rispetto della laicità dello Stato, e il crocifisso doveva restare nelle aule scolastiche non perché sia un ''suppellettile'' o un ''oggetto di culto'', ma perché ''è un simbolo idoneo ad esprimere l'elevato fondamento dei valori civili'' che hanno un'origine religiosa, ma ''che sono poi i valori che delineano la laicità nell'attuale ordinamento dello Stato''. Tutto questo è stato ora buttato all'aria da una sentenza europea incondivisibile".