Dall’Italia: Nel PD tutti volevano Conte, poi mi sono girato e non c’era più nessuno Stampa
Domenica 07 Marzo 2021 18:47
da noi. Non possiamo disinteressarcene. Non possiamo far finta di non vedere cosa sta succedendo, non possiamo non inorridire: Nicola Zingaretti parla per la prima volta in tv dopo le dimissioni e lo fa nella trasmissione Non è la D’Urso live, su Canale 5. Capite? Il Segretario Nazionale del più grande partito della sinistra si riduce ad andare a spiegare le ragioni del suo gravissimo gesto dimissionario non tanto in un congresso nazionale del suo partito, non tanto nella Assemblea Nazionale di quel partito, non tanto almeno nella Direzione Centrale di quel partito, non tanto in una conferenza stampa con tutte le testate giornalistiche nazionali. No. Il Segretario Politico Nazionale del PD, Partito Democratico, o almeno tale dice di essere (o forse solo di chiamarcisi), non fa nessuna di queste cose serie. No. Sceglie di andare a parlare in una trasmissione televisiva di spettacolo, se non di avanspettacolo, addirittura della Barbara D'Urso che fa salotto mediatico di ogni levità giocosa e laica, se non addirittura laida, come affermano ormai in molti e troppi, tanto che la stessa emittente di Canale 5 (udite, udite, dell'odiato Berlusconi) avrebbe deciso addirittura di interrompere la serie ormai in declino. Davvero, c'è da domandarsi come è possibile ridursi così. E cosa ha detto quel portento di Zingaretti nel salotto mediatico e godereccio della D'Urso? Ha detto Così: “Nel PD tutti hanno voluto Conte, poi mi sono girato e non c’era più nessuno. Confermo le dimissioni, ma non scompaio”. Capite? Per spiegare che c'è un problema politico enorme che interessa tutta l'Italia, Zingaretti è andato a dirlo a Barbara D'Urso. Terribile. Noi riteniamo che si sia perso ogni senso del limite, se non della dignità. E ci dispiace proprio che un partito che dovrebbe essere serio si sia ridotto a questo punto. “Credo nel pluralismo del confronto, ma lo si è scambiato con la polemica. - ha incalzato ancora Zingaretti - Allora ho detto se io sono il problema allora mi faccio di lato, perché serve un chiarimento. Lo faccia il gruppo dirigente“. Ma come. Lui butta per aria il tavolo e gli altri dovrebbero raccogliere i cocci?. Ma davvero alla base del gesto clamoroso c'è solo questo? Oppure c'è dell'altro, tanto dell'altro? E che cosa c'è?. Ce lo domandiamo, perchè non è cosa di poco conto. Intanto molti dei dirigenti del PD, preoccupati per la piega che sta assumendo la vicenda, non demordono nel tentativo di salvare il salvabile e convincerlo a ritirare le dimissioni da segretario, continuando a sperare in un suo ripensamento che, eventualmente, verrebbe sancito con un voto dell’Assemblea nazionale su un documento politico, e non con un accordo dei capicorrente. E la base? E gli iscritti? E gli elettori? E gli eletti? Non contano più niente? Nella Prima Repubblica una cosa così non s'era mai vista. E se anche fosse potuta accadere, sarebbe stata risolta come le norme, i modi e la prassi che la sana democrazia avrebbe imposto: convocando un congresso nazionale. Lì avrebbe dovuto essere risolto un problema così grosso. E grave. Questo è il nostro giudizio. Non hanno proprio niente da dire e da dirci i rappresentanti locali del PD?

 

da Scelta Popolare