Venerdì 03 Luglio 2009 20:23 |
e oggi''. E se di questo ''si dà la colpa agli apparati cattivi non c'è discussione politica, ma si ricerca solo una via per eliminare i cattivi. Lungo questa strada - avverte - si finisce male''. Quindi D'Alema afferma: ''Non credo nel bipartitismo, non perché sia un male in sé, ma perché non c'è nella realtà italiana. I partiti - sottolinea - sono il frutto della storia, non li si può imporre per legge''. Sulla prima parte del discorso evidentemente D'Alema è realista e non si nasconde la grave crisi che attanaglia il Partito Democratico. Sulla seconda parte sembra aver abbandonato il realismo di parte per ritornare idealista. Incauto o controcorrente, all'interno di un partito che sembra aver abbracciato la via antipolitica di un americanismo obamiano stucchevole, ha però ragione: non ci sono, nè ieri, nè oggi e nemmeno domani ci saranno le condizioni socio-politiche perchè si giunga in Italia ad avere due soli partiti. Troppo complessa o, per fortuna, troppo articolata è la realtà ideologica delle possibili opzioni politiche da noi. C'è solo da sperare che D'Alema non sia il solo, dentro il Pd, a riflettere sul vicolo chiuso nel quale il Pd si sta avviando nel tentativo di fare tabula rasa delle forze politiche minori. Così rischia di rimanere a vita all'opposizione e questo D'Alema ormai l'ha capito. Speriamo non sia solo lui nel Pd a pensarla così. |