Ostra Vetere: Mensilario della soppressione dell'Ospedale il 12 giugno 2017 Stampa
Lunedì 12 Marzo 2018 17:10
noi. Avevamo sei suore infermiere e assistenti, ma sono state cacciate in malo modo e non ci sono più suore qui. Avevamo il Centralino della Guardia Medica e adesso non c’è più nemmeno il centralino. Avevamo una decina di inservienti e adesso in ci sono più inservienti. Avevamo alcuni operai manutentori e adesso non ci sono più operai. Avevamo decine di mezzadri sui terreni dell’Ospedale donati nei secoli da tanti benefattori e adesso non ci sono più né mezzadri né terreni e nemmeno più benefattori. Avevamo il fattore a capo dell’azienda agraria ospedaliera e adesso non c’è più né fattore né azienda. Avevamo alcuni impiegati dipendenti dell’Ospedale e adesso non abbiamo più impiegati né l’Ospedale. Ci avevano lasciato solo una RSA Residenza Sanitaria Assistita per i malati terminali e l’hanno trasferita a Corinaldo con la scusa che i locali non erano a norma, però adesso li metteranno a norma, sì, ma non per riportarci la RSA, questo no, bensì per farci un’altra cosa che non è una struttura ospedaliera, ma assistenziale e sociale, che comunque aveva un’altra sede sempre qui a Montenovo, anzi laggiù a Pongelli, ma la trasferiranno quassù al Girone dove dovrebbe stare l’Ospedale, che invece non tornerà più, perché ci sarà una sola cosa al posto di due, al posto del vecchio Ospedale. Ma l'Ospedale no e nemmeno la RSA, che non ci sarà più perché il sindaco, che appena qualche anno fa aveva promesso di difendere almeno la RSA, pochi mesi fa, il 12 giugno scorso, appunto, è andato a firmare l’atto di “capitolazione” che non farà più tornare a Montenovo nemmeno la RSA. E’ il tradimento più offensivo di ogni sano principio di quell'Autonomia che, per noi, è addirittura sacra: un nuovo tradimento, non meno odioso, al principio di Giustizia sociale, Giustizia che è parimenti sacra per noi, poichè ha toccato e distrutto una delle prime e più antiche istituzioni locali, quella sanitaria dell’Ospedale “Antonio Canova”, già di “Santa Caterina” che stava qui da settecento anni ed è bastato un trentennio sinistro a sfasciarlo e sopprimerlo definitivamente. Sono bastati una trentina d’anni per non avere più niente, dal tutto che avevamo prima, con un Comune che è stato ridotto adesso alla smunta e segaligna ombra di se stesso e si approssima ormai anche a vedersi sopprimere la stessa prima sua istituzione civile: l’Autonomia municipale, il libero Comune che si è mantenuto per quasi un millennio. E invece che avere sindaci attenti ai bisogni della comunità, anche battagliando contro tutte le invasioni e gli invasori forestieri (come il libero e forte sindaco Bruno e i suoi 58 eroi medievali che si opposero alle milizie teutoniche e mussulmane dello scomunicato imperatore ghibellino Federico II fra il 1240 e il 1252 e ai quali vorremmo dedicare una lapide nel luogo in cui esisteva l’antichissima Porta di Malichiusi al Montirozzo presso l’antica “Domus Vigilarum” delle guardie che non ci sono più nemmeno quelle a Montenovo, ormai sguarnito di tutto) purtroppo abbiamo avuto invece sindaci di sinistra, proni e sottomessi agli “ordini” del Partito che molti ormai chiamano “Deformatico” e che ci ha e ci hanno privati di tutto. L’ultima ingloriosa pagina è sintetizzata nell’agghiacciante fotografia della firma della “capitolazione” che ha messo la pietra tombale su ogni possibilità di far risorgere l’Ospedale “Antonio Canova” già di “Santa Caterina”. Agghiacciante nelle espressioni soddisfatte, quasi ghignanti, alle spalle dell’ultimo sindaco che purtroppo abbiamo visto firmare l’atto sottoposto. Cos’altro di peggio dovrà ancora venire prima che un moto di doverosa Rivolta Civile cacci per sempre la tenebrosa genìa di chi “sfascia” anziché costruire, come invece sempre hanno pazientemente e tenacemente costruito i nostri antenati amministratori per trenta secoli, meno di quelli dell’ultimo trentennio “sfascista”, salvi pochi anni di intermezzo? Così lo sfascio è totale. Pensate se possiamo credergli quando promette che vigilerà per mantenere a Montenovo l’Ufficio Postare a rischio di chiusura o di riduzione del servizio? O quando promette che l’Unione dei Comuni che ha fatto approvare in fretta e furia senza stare a sentire nessuno e senza referendum non si trasformerà in una “Fusione” che declasserà l’antico, libero e autonomo Comune di Montenovo a sperduta e periferica frazione di “Senigallia Magna”, non, non “la Grande”, bensì quella che si “magna” i piccoli Comuni circonvicini, quasi novello conte Ugolino di dantesca memoria. O quando lascia spente per anni le telecamere di sorveglianza delle vie del paese: quasi un invito ai ladri a fare presto e bene il loro orrido e tenebroso mestiere, perché tanto nessuno potrà individuarli. Mala tempora currunt a Montenovo. Per questo bisogna fare qualcosa, oltre a cercare di sapere chi è il responsabile di quel PD all’origine di tutto questo, e che tace e non risponde, si nasconde, mentre invece noi vogliamo sapere. Ma c’è un solo modo per ottenerlo: aiutando Montenovo a tornare quello che era prima dell’ultimo trentennio, aiutando “montenovonostro” a ricostruire e costruire di nuovo, pazientemente e tenacemente, per onorare doverosamente il voto generoso di tutti i nostri compaesani che vorranno aiutarci e aiutare il nostro paese nelle prossime elezioni amministrative anticipate del 2018. E allora promettiamo che, se i compaesani ci voteranno nelle prossime elezioni amministrative di primavera per guidare il nostro Comune come merita, di più e di meglio di come lo hanno lasciato loro, dopo averlo “sfasciato a dovere”, revocheremo tutti quegli atti e quelle firme per far tornare a funzionare l’Ospedale “Canova” o almeno la RSA, e per far tornare tutte quelle cose, quei beni, quelle strutture, quelle infrastrutture, quegli uffici, quel personale e quei servizi che ci sono stati malignamente tolti con belle parole false e bugiarde ma con niente di niente in cambio. E in questa fremente attesa, intanto pubblichiamo quella terribile fotografia che “immortala” il tremendo evento di alcuni mesi fa. Perché di tutto questo progressivo sfascio durato trent’anni, oggi ricorre il nuovo mensilario (anniversario mensile) di quanto è accaduto a Montenovo lo scorso 12 giugno 2017 in questa epoca sfascista.

da montenovonostro