Ostra Vetere: Carla Coppa sul TAR che boccia il gestore unico dei rifiuti Stampa
Giovedì 18 Gennaio 2018 16:54
pochissimo tempo è passata da fiore all’occhiello della tecnologia a struttura obsoleta che abbiamo dovuto riconvertire al trattamento del residuo secco, spendendo altri milioni di euro, oltre a quelli già spesi per la sua realizzazione (senza contare la necessità di trovare un nuovo modo di smaltire la frazione umida, magari con una nuova centrale biogas). Ora questa notizia. Mi par di capire che anche soggetti ben più grandi e strutturati, dotati di figure professionali specializzate e che possono far ricorso a consulenti di alto livello, non siano immuni da gravi errori che possono mettere in crisi intere progettualità, con probabili ripercussioni in termini di costi per i cittadini ed espletamento dei servizi. Forse l’unica consolazione è che sbagliando tutti insieme si può dire “mal comune, mezzo gaudio”….. (ogni riferimento alla nuova Unione dei Comuni, dipinta da alcuni come panacea di tutti i mali, è puramente casuale)" da Carla Coppa. Non servono molti commenti sul fatto. Grave, gravissimo, che si commenta da solo. Vedremo quali saranno gli sviluppi di questa vicenda paradossale e costosissima. Noi però vogliamo aggiungere qualche domanda: come mai il servizio di raccolta dei rifiuti, un tempo di competenza esclusivamente comunale, è passato in gestione ad organismi terzi sui quali gli amministratori eletti dal popolo non hanno più possibilità di intervenire direttamente? Noi siamo legati ad una  concezione gestionale che è la letterale interpretazione costituzionale dell'Autonomia municipale: dice la Costituzione democratica e repubblicana (sì, quella che il regime nazional-socialista sfascista insediato da anni in Italia dopo le disinvolte piroette iper-monarchiche che ha permesso (anzi, imposto) governi di nominati anzichè eletti) che "La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento" (articolo 5). Ebbene, quale promozione delle autonomie locali, quale decentramento amministrativo, quali esigenze dell'Autonomia sono state tutelate in questi ultimi decenni, se ha portatao a privare i Comuni delle loro competenze, dei loro poteri, delle loro strutture, dei loro mezzi anche finanziari, per trasferirli ad enti terzi amministrati da illustri sconosciuti mai eletti dal popolo? E questo non vale solo per i rifiuti, perchè vale anche per gli acquedotti e per tutti i servizi comunali conferiti ad altri enti terzi surrettiziamente sovraordinati e di fatto esterni ed estranei alle potestà decisionali autonome del Comune e dei Comuni? Sta proprio qui il nocciolo del problema: cosa ha guadagnato il Comune da simili manomissioni delle attribuzioni e dei poteri e, soprattutto, che cosa ne hanno guadagnato i compaesani da servizi sulla cui qualità c'è molto da discutere, mentre sulla onerosità c'è da discutere ben poco: costano tremendamente di più di prima, alla faccia delle false promesse di risparmi, contenimenti di costi, razionalizzazioni ed efficientizzazioni che non sono mai arrivati? Forse ponderate risposte a queste domande potranno dare precise risposte alla domanda di Carla Coppa sul TAR che boccia il gestore unico dei rifiuti.

da montenovonostro