Catania: “giustiziagiusta” sul rinvio a giudizio del sottosegretario NCD Giuseppe Castiglione per il CARA di Mineo Stampa
Lunedì 13 Febbraio 2017 16:07
vivono quasi 4000 persone, compresi i 450 operatori, molti dei quali - per loro stessa ammissione testimoniale - sarebbero stati assunti con voto di scambio, a favore dell’NCD, il partito dell’attuale ministro degli Esteri Angelino Alfano, ma già ministro degli Interni da cui dipendeva il sistema dell’accoglienza dei migranti. A Mineo l’NCD può vantare un percentuale bulgara di voti: il 39 per cento alle amministrative del 2014 rispetto al 4 per cento della media nazionale. Tra gli indagati il sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione (NCD), in qualità di soggetto attuatore del Cara, insieme con il suo grande accusatore Luca Odevaine, già vicecapo di gabinetto del sindaco PD di Roma Veltroni travolto dall’inchiesta di Mafia Capitale, il sindaco di Mineo Anna Aloisi (NCD), ex presidente del consorzio dei Comuni «Calatino Terra d’ Accoglienza»; l’ex direttore del consorzio, Giovanni Ferrera; gli ex vertici dell’Ati interessati. L’udienza preliminare è stata fissata per il 28 marzo prossimo, davanti al Giudice per l’udienza preliminare. La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dal Procuratore della Repubblica e dai suoi Sostituti. Al centro dell’inchiesta le gare d’appalto per la gestione dei servizi del CARA fra il 2011 e il 2014, con sette proroghe avallate dalla Prefettura di Catania. Secondo l’accusa, il sottosegretario NDC Castiglione, che entra nell’inchiesta perché all’epoca dei fatti soggetto attuatore del CARA, assieme a Odevaine e Ferrera, quest’ultimi due in qualità di presidente e componente la commissione aggiudicatrice, avrebbero «predisposto il bando di gara con la finalità di affidamento all’Ati appositamente costituita». Ferrera e Odevaine sono indagati anche per falso ideologico per l’assunzione di quest’ultimo al CARA di Mineo come esperto di fondi Ue.

da giustiziagiusta