C'è chi festeggia e chi no Stampa
Lunedì 29 Giugno 2009 16:18
La bacheca desolatamente vuotaOSTRA VETERE - In questi giorni in paese c'è chi festeggia e chi no. E' l'esito delle recenti elezioni comunali che determina lo stato d'animo degli uni e degli altri. Ha vinto la destra, e si sapeva. Ha perso la sinistra, e anche questo si sapeva. Quel che non si poteva sapere era per quanti voti di scarto ciò sarebbe accaduto. A togliere ogni dubbio ha pensato lo scrutinio: quasi 500 voti di differenza non sono noccioline. C'è chi l'ha presa bene (molti) e chi meno bene (pochi). A festeggiare è la destra, e si capisce perchè. Quel che non si capisce è perchè la sinistra ancora non realizzi: non un briciolo di autocritica pubblica, nè un tentativo di comprendere cosa è successo e per colpa di chi. A sinistra c'è solo il fuggi-fuggi. Ha iniziato, purtroppo, quello che molti ritenevano il miglior candidato eletto, l'ingegnere Luca Memè, a gettare la spugna rinunciando al mandato, che pure gli elettori gli avevano affidato eleggendolo consigliere comunale di minoranza. E' stato sostituito durante il primo consiglio dell'altra sera con il primo dei non eletti, Stefano Conti. Quel che sorprende è anche la scelta di rimessa che la sinistra ha fatto, nominando capogruppo non la candidata a sindaco Lorella Campolucci, come ci si aspettava per coerenza e rispetto del mandato ricevuto da 977 elettori, quasi il 40% del corpo elettorale, bensì il primo dei consiglieri eletti in minoranza, Manuel Manoni, che ha ottenuto solo 64 preferenze. Ci vuol poco a capire la differenza tra 977 voti da una parte e 64 preferenze dall'altra. Una scelta rinunciataria, per la Campolucci, ma anche per la intera sinistra ostraveterana, che dopo averla lanciata in corsa non l'ha sostenuta adeguatamente, forse per qualche calcolo dietrologico non proprio limpidissimo, e adesso l'abbandona a un ruolo marginale, mollando così la presa. Peccato, perchè era volonterosa e non se lo merita un comportamento così. C'è solo da sperare che a sinistra ci sia ancora voglia di approfondire i motivi veri della sconfitta, per tentare nuove strategie e nuove prospettive di apertura mentale e politica a una società paesana che ormai l'ha abbandonata, forse definitivamente, come molti si dicono convinti. Ma l'aver smobilitato la sede del PD e la bacheca rimasta desolatamente vuota non fa sperare che la situazione possa migliorare a breve.