Dall’Italia: Zingaretti ammette, il PD da “rigenerare” Stampa
Venerdì 26 Febbraio 2021 17:22

Dall’Italia: Zingaretti ammette, il PD da “rigenerare”Per chi da sempre ha adottato il motto “In continuo cambiamento”, cambiare di continuo è la norma. E’ questo che chiede davvero l’opinione pubblica: cambiare e ancora cambiare, inseguendo i miraggi del momento? E magari andandoli a cercare a destra e a manca? Domande cui solo l’opinione pubblica può dare risposte certe. Con il voto. Per ora rimane l’incorreggibile volontà modificatoria con chi scambia il cambiamento per progresso e il progresso con i girotondi. Staremo a vedere. Certo è che i “cambiamenti” recenti del PD non sembrano aver colto nel segno delle aspettative, se addirittura cresce la fronda in seno allo stesso partito. Nel mirino c’è ‘la linea’ (l’alleanza ‘strategica’ con M5s e LeU con Conte) e ‘i posti’ (la segreteria di Zingaretti e il ruolo del vicesegretario, e oggi ministro, Orlando). Il grido di battaglia, per ora non ancora esplosa, ma che erompe dalle aree che non si riconoscono nella segreteria Zingaretti. A prepararsi alla ‘guerra’ interna, e cioè alla richiesta di un congresso anticipato, dentro il PD, sono da un lato soggetti politici storicamente, culturalmente e umanamente ‘miti’ (nel senso di non con un diavolo per capello o le zanne fuori da denti), ma anche soggetti politici diversi tra loro. C’è il ‘partito dei sindaci’ (con Gori a Bergamo, Nardella a Firenze e Decaro a Bari), che da settimane sparano ad alzo zero contro la linea politica di Zingaretti e quella ‘svolta gialla’, più che ‘rossa’, che vede il Pd cercare l’alleanza a tutti i costi (e costi quel che costi) con i 5Stelle. Poi c’è il partito dei governatori: in testa Stefano Bonaccini in Emilia-Romagna, probabile candidato alla segreteria del fronte ampio che vuole unire tutti i ‘non’ zingarettiani e comprendente, forse, anche Eugenio Giani in Toscana, ma non di certo Vincenzo De Luca, in Campania, ‘re’ e ‘sceriffo’ per conto suo, ed Emiliano in Puglia, schieratissimo con Zingaretti e con l’ex ministro Boccia. Tutte queste aree, e anche di più, in modo diverso e a volte sotterraneo, si stanno posizionando in chiave anti-Zingaretti, e anti-Orlando: si dicono nettamente contrari al concetto stesso di ‘alleanza dei progressisti’ con M5s e LeU, linea politica che l’ideologo di Zingaretti (e di Conte, che di tale alleanza dovrebbe essere, nei loro sogni, il leader ‘naturale’) Goffredo Bettini propugna ormai da mesi. Una sorta di ginepraio in libera uscita. Ma se non fosse così, che “continuo cambiamento” sarebbe?