Ostra Vetere: Scelta Popolare sconcertata dalla politica abortista europea Stampa
Domenica 09 Marzo 2014 18:47

Scelta Popolare sconcertata dalla politica abortista europeaDal Circolo di Scelta Popolare di Ostra Vetere riceviamo la seguente comunicazione: “Notevole sconcerto aveva destato la lettura di un libro di Gianni Oliva dall’inquietante titolo “Si ammazza troppo poco”. In realtà era la trasposizione letteraria e letterale di un lugubre messaggio: "Non si ammazza abbastanza!", come ammoniva nel 1942 il generale Mario Robotti, comandante dell'XI Corpo d'Armata italiano in Slovenia e Croazia. Nello scenario drammatico e complesso dei Balcani, infatti, l'Italia fascista reagiva così alla resistenza jugoslava, albanese e greca con brutale durezza: rastrellamenti, villaggi incendiati, esecuzioni sommarie, internamento di migliaia di civili. Era una rivisitazione, quel saggio di Gianni Oliva, delle pagine dimenticate della storia nazionale fatta purtroppo anche di atrocità inferte e patite, nonostante lo stereotipo degli "italiani brava gente". Pagine da non dimenticare, perché l’oblio è la peggiore medicina per i mali dell’umanità. Anche al messaggio ultimo di quel libro tremendo, viene però fatto di pensare a qualcuno, leggendo la notizia di questi giorni: “Nel nostro Paese abortire sta diventando una pratica sempre più difficile. E in questo modo si calpestano sistematicamente i diritti delle donne: ad affermarlo un documento redatto dal Consiglio d’Europa, nel quale si condanna la violazione della legge 194 sull’aborto da parte dell’Italia”, è questa la notizia di corredo, con la quale il giornale “Il Democratico.com” di oggi riporta il documento della UE, affermando che “il problema è dunque principalmente legato all’alto numero di medici che decidono di non praticare quello che per legge dovrebbe essere un diritto garantito”. Tradotto dal burocratese, c'è già chi pensa che, fatte ovviamente le debite proporzioni di circostanze e categorie in materie così tanto delicate e che toccano da vicino la coscienza di molti, possa assomigliare almeno un po' al messaggio del generale Robotti del 1942: lui difendeva in quel modo tremendo il “diritto” del regime a sopravvivere, spronando i soldati a fare di più e negando il diritto a sopravvivere delle innocenti popolazioni inermi. Pensa forse la UE di difendere in quest’altro modo il “diritto” delle donne, spronando i medici a fare di più e negando il diritto a sopravvivere degli innocenti appena concepiti?".

 

 

da Scelta Popolare