Ostra Vetere: Signora Boldrini non siamo d’accordo Stampa
Giovedì 16 Aprile 2015 17:03

Ostra Vetere Signora Boldrini non siamo d’accordoGiornata storica oggi alla Camera. Non solo perché si è celebrato l'Anniversario della Liberazione, ma perché, per la prima volta, i partigiani sono entrati a Montecitorio, tra cui un gruppo marchigiano. Durante la celebrazione che si è tenuta oggi alla Camera dei Deputati per il 70° anniversario della Liberazione del 25 aprile, la Presidente della Camera, Laura Boldrini, rivolgendosi ai partigiani presenti nell'aula ha detto: "Esprimiamo gratitudine alle donne e agli uomini della Resistenza anche per il loro impegno per tenere vivo il ricordo e gli ideali che hanno animato la battaglia per la democrazia. Voi, partigiani presenti in quest'Aula - ha aggiunto -, non siete qui come ospiti ma come padroni di casa" e ha cantato poi la canzone partigiana “Bella ciao”. Ha ineccepibilmente ragione la Boldrini per la prima frase che ha pronunciato: la Repubblica è nata grazie anche alla Resistenza e ai resistenti partigiani. Così la pensa anche “montenovonostro”, che però non è d’accordo sulla seconda frase che la Boldrini ha pronunciato. Anzi, si dispiace molto che abbia detto una cosa incondivisibile. Se quella frase dimostra incontrovertibilmente da che parte propende la Boldrini, dimostra anche che non ne coglie il senso eversivo del fondamento primo della democrazia. L’aula della Camera dei Deputati, in democrazia, non può e non deve avere “padroni”. E’ ben strano che la Boldrini pronunci una parola così fuori dalle righe, proprio lei che dovrebbe essere ideologicamente contraria all’idea di avere un “padrone”. E’ ancora più strano e addirittura inaccettabile che una frase simile sia stata pronunciata dal Presidente della Camera dei Deputati che per prima ha il dovere di tutelare l’istituzione che presiede, che è una istituzione repubblicana e democratica, che non può o non deve avere “padroni”, essendo la più alta istanza democratica del nostro Paese, sopra la quale è solo la legge, non gli uomini, nemmeno i partigiani. Come fa, lei, ad affermare una cosa così tanto inopportuna, addirittura compiacendosene. Certamente la Boldrini non è una sciocca che si lascia andare alla foga oratoria. Ci saremmo aspettati che avesse saputo controllare l’enfasi del suo linguaggio e risparmiarci questa espressione non solo infelice, ma offensiva sul piano democratico e su quello costituzionale. Non si toglie alcun merito ai partigiani presenti alla cerimonia, se si dice che loro non sono i “padroni”, che la Camera dei Deputati non è loro, ma della intera nazione, di tutto il popolo. Di “tutto”. Non di una “parte”. Nemmeno dei “partigiani”. Se si lascia passare ogni idea contraria, come questa, si fa una operazione ideologicamente eversiva della dignità istituzionale, che tutti siamo chiamati a difendere. Ovviamente questa riflessione non è rivolta alla Presidente della Camera dei Deputati, ma solo alla signora Laura Boldrini. Con una preghiera: sia donna “super partes”. E non “partigiana”. Il Paese non ha bisogno di nuove contrapposizioni ideologiche. E nemmeno di errori ideologici, anticostituzionali e antidemocratici. La delicatezza dell’argomento non ammette svarioni, né silenzi compiacenti. E noi zitti non ci stiamo.

da montenovonostro