Ostra Vetere: L’ospitalità è sacra e va onorata, soprattutto in chiesa Stampa
Lunedì 23 Marzo 2015 17:17

Ostra Vetere L ospitalità è sacra e va onorata soprattutto in chiesaQuando gli uomini non erano ancora “moderni”, coltivavano un principio assoluto e inderogabile: l’ospitalità era “sacra” e pertanto andava onorata nel migliore dei modi. Era un principio assoluto che non ammetteva infrazioni: chi disonorava il dovere di ospitalità era bandito e scomunicato, perché all’ospite doveva essere riservata ogni attenzione e assistenza. Poi sono passati quei tempi e adesso che siamo diventati “moderni”, anzi “siete” diventati moderni, queste inutili convenzioni medievali non vanno più di moda e pensate che l’ospite è solo un pezzo della “massa”, buono solo a far numero per dimostrare la propria importanza. La “propria” cioè la “vostra”, non la “loro” importanza. E adesso vi gloriate di quanti ospiti sono venuti da “voi” a visitare le “vostre” bellezze, accolti da “voi”, che vi sentite per questo importanti. Non vi importa proprio niente di “loro”, degli ospiti, perché per “voi” gli “ospiti” siete solo “voi”, non “loro”. A questo equivoco un po’ maleducato conduce, purtroppo, un equivoco linguistico, poiché la parola “ospite” significa sia “ospitante” che “ospitato”: è “ospite” sia chi accoglie, che chi viene accolto. E questo, nella testa egocentrica dei tiranni (la storia lo insegna), veniva piegato a ritenere che i doveri dell’ospitalità erano in realtà diritti dell’”ospite-ospitante”, anziché per l’”ospite-ospitato”. E così i tiranni si arrogavano i diritti altrui per disattendere i doveri propri, volevano onori e riverenze, ma si guardavano bene dal ricambiare. La storia è piena delle paranoie dei tiranni che si sono comportati così, anche quando l’ospitalità veniva davvero onorata nel senso proprio. Non fa specie, quindi, che in questo tempo “moderno”, altri epigoni in miniatura, perpetuino l’equivoco e addirittura se ne compiacciono. Questa è una lunga premessa, molto lunga, ma andava fatta. Ha indotto “montenovonostro” a questa lunga riflessione quel che è successo in occasione della “Giornata del FAI di Primavera” sabato e domenica scorsa. Chi “comanda” adesso a Montenovo, dopo essere stato più volte da altri redarguito per assenza di adeguata iniziativa, tripudia ora inopportunamente per i “numeri” del successo dell’iniziativa altrui, come se fosse merito proprio. Memori di passate pratiche “appropriative” di meriti altrui, non resiste alla tentazione di fare altrettanto anche in questa occasione. Non sappiamo che cosa sia accaduto altrove, negli altri due siti in programma, ma vogliamo parlare invece della chiesa (non “chiesetta”) del Santissimo Crocifisso, aperta al pubblico solo in questa occasione. Occasione che abbiamo colto anche noi, ben sapendo il valore non solo artistico e architettonico di quell’edificio, ma anche del suo valore religioso e sacro. Ecco, “sacro”. E di sacro, in quella chiesa, ci sono davvero tanti elementi che avrebbero potuto essere doverosamente valorizzati, mentre così non è stato a sufficienza. Ma la perfezione non è di questo mondo, si sa, tantopiù da noi ora, purtroppo. Tuttavia almeno una cosa in più poteva essere fatta. Una cosa piccola piccola, ma significativa: accogliere adeguatamente gli “ospiti-ospitati”. Sono venuti a visitare la chiesa e hanno trovato illuminata da un unico riflettore sola la prima campata d’ingresso. All’oscuro è rimasta la seconda campata e soprattutto l’edicola sacra con i suoi importanti affreschi quattrocenteschi. E se dobbiamo complimentarci per l’accoglienza agli ospiti offerta dal FAI e dai “ciceroni”, che hanno fatto del loro meglio per spiegare i caratteri artistici e architettonici dell’edificio sacro, non altrettanto si può dire dell’assistenza offerta da coloro che “comandano” adesso qui da noi. Domande conclusive: non potevano documentarsi adeguatamente e doverosamente prima, da “ospiti-ospitanti” scrupolosi, presso le associazioni culturali locali che tutto, o quasi, sanno di quel tempio sacro? Non potevano illuminare meglio la chiesa, offrendo un minimo di accoglienza adeguata agli “ospiti-ospitati”? O è proprio vero che ritenete di essere solo voi gli “ospiti” autoelogiàntivi? Secondo “montenovonostro”, l’ospitalità è sacra e va onorata soprattutto in chiesa, cosa che non  avete fatto adeguatamente “voi”, come è documentato proprio dalla fotografia che "voi" vi siete subito premurati di far apparire al pubblico per gloriarvene, ma con lo sfondo irrimediabilmente al buio oltre l’iconostasi. Vi dovere far riconoscere da tutti per quel che siete “voi”. Non si onora così l'ospitalità sacra.

da montenovonostro