Ancona: Quatti quatti si spartiscono le poltrone di un ente nuovo che si diceva di abolire ma abolita è la democrazia Stampa
Lunedì 22 Settembre 2014 17:05

Ancona Quatti quatti si spartiscono le poltrone di un ente nuovo che si diceva di abolire ma abolita è la democraziaTra il 28 settembre e il 12 ottobre si eleggeranno i presidenti e i consiglieri di 64 province italiane e di 8 città metropolitane. Per la prima volta della Repubblica voteranno solo gli amministratori locali. Da nord a sud si rincorrono in questi giorni le frenetiche trattative dei partiti per spartirsi i posti in consiglio (dai 10 ai 16 seggi), tra larghe intese e ritorno di politici "impresentabili". Una campagna elettorale (si fa per dire) che riguarda pochi intimi e “listoni” dalle larghe intese per spartirsi le poltrone delle “nuove” Province (sì, nuove, perché quelle “vecchie” avrebbero dovuto essere soppresse, ma ci sono ancora) volute da Matteo Renzi e Graziano Delrio, che la riforma per l’”abolizione” degli enti  l’ha voluta e redatta. L’unica cosa che hanno “abolito” è la democrazia elettiva, altro che le Province. Ed ecco le prove generali per le elezioni di secondo grado che presto potrebbero riguardare anche il Senato, progettato dal ddl Boschi. Per la prima volta infatti non votano i cittadini ma, anche qui, gli amministratori locali. Cent’anni fa il voto era limitato solo a pochi uomini (perché le donne non potevano votare) purchè di “censo” adeguato. Adesso voteranno sempre in pochi (stavolta per fortuna anche donne) purchè di “casta” adeguata. Questa non è più democrazia elettiva a suffragio universale. Questa è la morte della democrazia elettiva. Non hanno soppresso le Province, hanno soppresso il voto popolare. E’ questo il frutto avvelenato di una riforma nata male e proseguita peggio, con un dibattito più privato che pubblico e di carattere schizofrenico, più incline a solleticare lo spirito delle opposte tifoserie che a spingere a ragionare davvero su quanto sta accadendo. Per il suo stesso impianto è una legge che obbliga partiti e movimenti a concordare il presidente e per certi versi persino i consiglieri. Perché è difficilissimo che un partito, o anche uno schieramento politico, abbiano da soli la maggioranza assoluta dei consiglieri comunali e dei sindaci. Può essere eletto presidente solamente uno dei sindaci dei comuni della provincia e possono essere eletti consiglieri provinciali solamente i sindaci, i consiglieri comunali o gli ex consiglieri provinciali. Quelli della "casta" adeguata, appunto.

da montenovonostro