Ferrara: “giustiziagiusta” sul rinvio a giudizio della presidente PD della Provincia Marcella Zappaterra Stampa
Lunedì 27 Gennaio 2014 14:44

giustiziagiusta sul rinvio a giudizio della presidente PD della Provincia Marcella ZappaterraDalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che la Procura regionale della Corte dei Conti definisce “a dir poco colpa grave” la responsabilità degli amministratori della Provincia di Ferrara e li chiama a rispondere di danno erariale per aver deliberato un atto ritenuto illegittimo, frutto di “un modello di ‘dirigenza’ del tutto originale che sfuggiva non solo a ogni regola contrattuale ma anche all’assetto organizzativo interno”, per aver nominata capo di gabinetto, con uno stipendio da oltre 57mila euro lordi l'anno Manuela Paltrinieri, attribuendogli posizione, funzioni e stipendio da dirigente come un laureato, mentre possedeva solo il diploma di perito tecnico commerciale. Aveva però un ben altro titolo: infatti era stata assessore PD nella giunta precedente e presidente dell’Ato, e forse per questo venne nominata capo di gabinetto con uno stipendio “di gran lunga superiore a quello in ipotesi riconoscibile a un dipendente” della stessa categoria contrattuale. La decisione era stata presa dal presidente della provincia di Ferrara Marcella Zappaterra (PD) compagna di partito della Paltrinieri, e della sua giunta, che il 9 luglio 2009 firmò la delibera 227. Adesso sono stati chiamati in causa, oltre alla presidente Zappaterra, anche gli assessori che firmarono la delibera (Giorgio Bellini, Davide Bellotti, Caterina Ferri, Davide Nardini del PD; Massimiliano Fiorillo dell’IdV e Tonino Zanni – questi ultimi due non più in giunta), la dirigente di allora delle risorse umane Maria Grazia Adorni (in pensione dal 2010) e il segretario generale Angelo Nardella. Ne è conseguito un esborso, da parte della Provincia di 226.070,99 euro dal 6 luglio 2009 al 22 marzo 2013 (84.813,07 euro di trattamento fondamentale e 141.257,92 di emolumento unico), con un danno “costituito dall’intera somma percepita da soggetto assunto in assenza del prescritto titolo di studio e retribuito secondo modalità non ancorate ai parametri normativi e perciò palesemente “contra legem”. La Corte dei Conti ha così rinviato a giudizio gli amministratori e chiede di condannarli al risarcimento del danno patrimoniale di 226.070,99 euro, oltre a rivalutazione, interessi e spese di giudizio nell’udienza fissata per il prossimo 26 marzo”.

da giustiziagiusta