Roma: “giustiziagiusta” sull’arresto per corruzione del giudice Franco De Bernardi che vendeva sentenze Stampa
Lunedì 22 Luglio 2013 15:16

giustiziagiusta sull’arresto per corruzione del giudice Franco De Bernardi che vendeva sentenzeDalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che i carabinieri hanno arrestato, con l'accusa di corruzione in atti giudiziari, il giudice Franco Angelo Maria De Bernardi, presidente della II sezione quater, del Tribunale amministrativo regionale del Lazio. Il magistrato aveva messo su un vero e proprio sistema di corruzione "integrale": ai "clienti" forniva tutto, anche il nome dell'avvocato a cui rivolgersi per instradare i ricorsi. Al resto pensava lui al fine di ottenere "sentenze ad hoc" pilotate. Bastava pagare una tangente. De Bernardi era tornato al lavoro da pochi giorni, dopo che erano uscito indenne da un’altra vicenda giudiziaria che lo aveva investito all'inizio di maggio dal la Procura di Palermo che contestava al magistrato, assieme ad altre 34 persone, l'associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio e abusiva attività finanziaria. Un’accusa, però, che non aveva retto il vaglio del Riesame, con un De Bernardi quasi immediatamente scarcerato.  Stavolta gli è andata peggio. Tra i suoi “clienti” figura anche l'ex direttore della Banca Popolare di Spoleto, controllato per il 25% dal Monte de’ Paschi di Siena, Giovannino Antonini, dal quale aveva accettato la proposta di cinquantamila euro in cambio di un suo intervento nel ricorso contro la Banca d'Italia per il commissariamento della Spoleto Crediti e Servizi Società Cooperativa. A rivolgersi a De Bernardi erano stati anche due ammiragli della Marina militare, l’Ammiraglio di Squadra Marcantonio Trevisani, da cinque anni presidente del Centro alti studi per la difesa, la principale scuola di formazione degli ufficiali italiani, e l’Ammiraglio Luciano Callini, da diverso tempo ai vertici dello Stato maggiore della Difesa, per un ricorso per il quale avrebbero garantito al magistrato un compenso 'mascherato' per circa 10 mila euro da una fattura emessa dalla albanese Mandija Evis, compagna del giudice De Bernardi”.