Alcamo (TP): “giustiziagiusta” sul sindaco PD Sebastiano Bonventre dimesso per l’inchiesta sui voti comprati Stampa
Martedì 16 Luglio 2013 15:27

Alcamo (TP): “giustiziagiusta” sul sindaco PD Sebastiano Bonventre dimesso per l’inchiesta sui voti compratiDalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che la Procura di Trapani indaga su una serie di intrallazzi elettorali nelle ultime amministrative che avevano indotto alle dimissioni il sindaco PD di Alcamo (TP), Sebastiano Bonventre. Poi ci ha ripensato, dopo un incontro con il procuratore di Trapani e un vertice con la sua maggioranza. Per la Procura di Trapani nell’elezione di Bonventre c’è stato voto di scambio. L’inchiesta riguarda il maggiore referente politico del sindaco Bonventre, l’ex senatore PD Nino Papania. Tutto è emerso da un’indagine su un attentato da lui subito. Il sindaco Bonventre è rimasto “fedele” a Papania, ha rifatto la Giunta con nuovi alleati fuori dal centrosinistra, dentro assessori espressione di altri “potenti”, come Massimo Melodia, vicino al senatore PdL D’Alì, e il medico Giuseppe Simone (un passato nel centrodestra). Un consigliere, Francesco Ferrarella, è del Pd, ma proviene dal biancofiore cuffariano ed è indicato in quota al “proposto” sorvegliato speciale Pino Giammarinaro, il “rais” della Salemi di Sgarbi. Ma deus ex machina resta sempre il senatore Papania che "comanda" ancora, nonostante l'esclusione dalla competizione nazionale. Fu definito "impresentabile, oggi pare pronto a schierarsi con Matteo Renzi. Il nome del senatore Papania  lo si ritrova in diverse indagini, come quella che ha visto l’arresto per mafia del suo factotum Filippo Di Maria, o ancora in un’inchiesta palermitana sull’Aimeri, società per la raccolta dei rifiuti: avrebbe evitato che l’impresa fosse multata per gravi disservizi e in cambio avrebbe avuto garantite assunzioni e “una penna col diamantino”. Attorno al sindaco Bonventre poi ci sono altre ombre. Tra i firmatari della mozione a suo favore c’è Antonio Fundarò, che si è dovuto dimettere da capogruppo PD ma è rimasto consigliere, nonostante una condanna per avere ottenuto col trucco una cattedra e con precedenti per furto, atti osceni, e molestie. Un quadro politico davvero controverso”.