Dal Mondo: La favola triste di Montenovo abbandonato nel bosco (12) Stampa
Lunedì 16 Aprile 2018 16:00

Dal Mondo La favola triste di Montenovo abbandonato nel bosco 12)Dal centro del mondo: la favola triste di Montenovo abbandonato nel bosco. C’era una volta a Montenovo, il paese più bello del mondo, anche un Segretario Comunale a tempo pieno. C’era, c’era. Era il tempo della Libertà, dell’Autonomia, della Giustizia e dell’efficienza amministrativa. Di quando tutti sapevano di vivere in un Comune libero e autonomo che difendeva giustamente i propri compaesani, sicuri di essere assistiti in ogni evenienza. Infatti aveva sempre disponibile e presente tutti i giorni il Segretario Comunale. Che bello che era avere tutti i giorni il Segretario Comunale in Comune: era il Capo del Personale e il Capo dell’apparato burocratico del Comune. C’era da sempre il Segretario Comunale a Montenovo, anzi, il Comune aveva anche la Casa del Segretario, quella dove abitava il Segretario Comunale e la sua famiglia, proprio vicino al Palazzo Comunale. Anzi, quella Casa del Segretario era il Primo Palazzo Municipale medievale, di quanto era sorto il libero Comune di Montenovo nel 1100, novecento anni fa. Poi, a metà del Millequattrocento, dopo un turbinoso periodo in cui Montenovo era stato umiliato e invaso dalla Signoria di Francesco Sforza, finalmente Montenovo aveva riconquistato la Libertà e aveva costruito un nuovo Palazzo Comunale proprio di fronte al vecchio. Il vecchio era stato destinato ad abitazione del Segretario e il nuovo alla sede dell’Amministrazione Comunale, dove è rimasto per secoli fina a oggi. L’ultimo Segretario Comunale ad abitare la Casa del Segretario fu il compianto Giovanni Martinangeli ritratto nella prima foto, energico e gran lavoratore, pieno di impegno e di competenza. Ma venne a mancare precocemente, compianto da tutti e dovette essere sostituito da un Segretario Comunale a scavalco con Belvedere Ostrense, l’ottimo e gioviale Arcangelo Gabriele Santoni ritratto nella seconda foto, energico e volitivo che sapeva coniugare competenza, efficienza e comprensione, fino a quando non venne sostituito dal dottor Annibale Cecchini, infaticabile collaboratore di tutte le amministrazioni comunali che si susseguirono nel trentennio in cui prestò servizio nel Comune, di centro, di sinistra e di destra senza discriminazioni, con equilibrio e serietà, sempre presente pur abitando in un altro Comune vicino. Fu l’ultimo Segretario Comunale che collaborò con l’Amministrazione Comunale di centro, tanto che nel 2013 gli venne assegnato il Premio San Giovannino 2013, riconoscendogli così le grandi doti di competenza e disponibilità indefettibili. E’ rappresentato nell’ultima foto mentre riceve il Premio San Giovannino. Ne vennero ancora altri, ma non furono più i tempi belli: il Comune incominciò a perdere servizi e strutture, infine perse anche il Segretario Comunale fisso ed ora ne abbiamo uno solo a mezzo servizio, che viene qui qualche giorno sì e molti altri no, privando così della stabile competenza ed esperienza, mentre il Comune sta andando come tutti sanno. Senza entrare in tanti particolari, basta leggere gli atti amministrativi che il Comune ha prodotto in quest’ultimo mezzo secolo: all’inizio erano dattiloscritti meticolosamente dagli impiegati, ma controllati scrupolosamente dal Segretario Comunale che, se non erano corretti, li faceva ribattere ex novo alfine di eliminare gli errori. Oggi che il computer ha sostituito la vecchia macchina da scrivere e può provvedere a correggere in automatico oppure manualmente i soli errori senza dover più ribattere tutto, ma il Segretario Comunale a mezzo servizio non ha più tempo per effettuare i controlli e gli atti amministrativi sono pieni di errori, ripetizioni, incoerenze e talvolta sono persino incomprensibili. E’ chiaro lo scadimento e l’immagine di superficialità e raffazzonamento, mentre gli atti sono documenti pubblici e non possono essere redatti così. A questo stato di cose ci ha ridotto l’amministrazione comunale che purtroppo abbiamo e che ha lasciato scadere l’apparato amministrativo del Comune, fino a quando non ci saranno nemmeno più atti comunali da scrivere e pubblicare qui, perché con la prossima soppressione del Comune gli atti verranno redatti a Senigallia Magna. A questa ingloriosa fine ci ha ridotto la maggioranza sfascista, che ha lasciato demolire ogni presidio dell’antico e libero Comune di Montenovo, ridotto a non avere più nemmeno il Segretario Comunale a tempo pieno. Certo è che un tempo Montenovo aveva Il Segretario Comunale a tempo pieno e adesso il Segretario Comunale è a tempo parziale e presto non ci sarà nemmeno più. Niente, non c’è più niente. Sfasciato. Tutto finito e adesso è il tempo dei rimpianti. Perché? Perché la sinistra deformatica e sfascista ha sfasciato tutto quello che ha trovato di buono. E’ successo dopo il 1985, più di trent’anni fa, e ha subito incominciato forsennatamente a revocare, a cambiare, a modificare, a sfasciare, anche se prometteva “razionalizzazioni”, “miglioramenti”, “sviluppo” e “cambiamenti”. E infatti ha cambiato tutto. In peggio. Ma con tante parole. Troppe. E dopo tutte quelle parole inutili e menzognere, i fatti hanno dimostrato tutta un’altra cosa: con tante chiacchiere e bugie, il Segretario Comunale è stato dimezzato e presto non ci sarà più. E non ci sarà più nemmeno la possibilità per tutti i compaesani di sentirsi assistiti e serviti in paese, proprio ora che sono aumentati i bisogni di assistenza e competenza, mentre nessuno controlla più nemmeno la corretta scrittura degli atti amministrativi. Perché? Ma perché la sinistra deformatica e sfascista fa così: promette fantasmagoriche mirabilie, ma combina un disastro dietro l’altro e lascia solo ruderi, perchè non sa amministrare, né ha rispetto per le necessità civili del paese e tantomeno per i diritti di tutti i compaesani. Un’altra prova che Montenovo aveva tutto e la sinistra deformatica e sfascista non ha lasciato più niente. Chi è il responsabile di simile disastro politico, istituzionale, amministrativo, civile e sociale? Su, ce lo dica il sindaco: chi ha fatto tutto questo disastro in trent'anni, eh? “C’era una volta Montenovo, il paese più bello del mondo, e c’era anche il Segretario Comunale a tempo pieno. C’era, al tempo della Libertà, dell’Autonomia, della Giustizia e dell’efficienza amministrativa. C’era, c’era … ma poi … è arrivato l’Omonèro e s’è mangiato il mondo intero”. E così è finita la favola triste di Montenovo abbandonato nel bosco (12).

da montenovonostro