Bologna: “giustiziagiusta” sulle “spese pazze” dei consiglieri regionali di ogni partito dell’Emilia Romagna Stampa
Lunedì 04 Novembre 2013 15:26

giustiziagiusta sulle spese pazze dei consiglieri regionali di ogni partito dell Emilia RomagnaDalla associazione di cittadinanza attiva "giustiziagiusta" riceviamo la seguente comunicazione: “Apprendiamo dalla stampa nazionale che il clamoroso caso delle comunicazioni giudiziarie inviate dalla magistratura bolognese a carico di tutti e nove i capigruppo dei partiti che siedono nel Consiglio regionale dell’Emilia Romagna si arricchisce di nuovi sconsolanti particolari. Il presidente PD della Regione Vasco Errani si fa promotore di proposte che avrebbero lo scopo di mettere un coperchio sulla spinosa vicenda dei rimborsi regionali e delle prerogative dei ‘suoi’ consiglieri regionali, da proteggere e tutelare da controlli “indebiti”, nel senso di ritenerli “non dovuti” e quindi di non dover assoggettare i rendiconti dei gruppi consiliari al giudizio della Corte dei Conti, mettendo a tacere la questione con una sorta di sanatoria. La realtà è costituita da viaggi, convegni, spese personali, computer, televisori, microonde, addirittura un asciugacapelli, di cui la Guardia di Finanza sta esaminando 30mila scontrini a partire dal 2005. Spicca il PD con 673mila euro di ricevute contestate. Segue il PdL, con 390mila, la Lega Nord, 193mila, l’Italia dei Valori, 147mila, Sel 126mila, la Federazione della Sinistra con 90mila e lo stesso Movimento 5 Stelle per 87mila euro, l’UdC con 6mila. All’interno di questi importi anche il capitolo dedicato alle spese per pranzi e cene costosissime, pagate con soldi pubblici. Per fare qualche esempio: tutti i consiglieri hanno presentato conti “salati”, e fra questi i più 'tirchi', o forse solo più attenti, erano i 24 consiglieri PD, che hanno chiesto rimborsi per 6mila euro ciascuno, incidendo sulle casse della Regione per 145mila euro. Sola, eclatante, eccezione, il loro ormai ex capogruppo PD Marco Monari, che di euro per pranzi e cene ne ha spesi 30 mila, 5 volte tanto i suoi colleghi di partito. Dimessosi ieri da capogruppo, ma non da consigliere, Monari era finito sotto i riflettori anche per un soggiorno di due notti a Venezia nel giugno 2011 costato 1100 euro, ma allo stato attuale non è certo che le notti da sogno all'hotel dei Dogi le abbia trascorse lui o qualcuno dei suoi. Sicuro invece che lui e il consigliere regionale PD Roberto Montanari siano stati ad Amalfi per due notti all’albergo “La Bussola” nel luglio successivo chiedendo un rimborso per 800 euro”.

 

da giustiziagiusta