Santo del giorno 22 gennaio: Santa Teodolinda regina dei Longobardi Stampa
Domenica 22 Gennaio 2023 00:00

Santo del giorno 22 gennaio: Santa Teodolinda regina dei LongobardiSanta Teodolinda, o più correttamente, secondo gli antichi documenti, Teodelinda, nacque attorno al 570, probabilmente a Ratisbona, figlia del re di Baviera Garibaldo mentre sua madre, Wandrada, apparteneva alla più nobile stirpe longobarda dei Letingi. Il padre Garibaldo, stretto da una parte dai Franchi e dall'altra dai Longobardi, per sicurezza volle stringere un legame di parentale con i Franchi, promettendo la figlia Teodolinda al giovanissimo re Childelberto II. I contemporanei dicevano che fosse bellissima. La tradizione ne ha esaltato le doti di coraggio e fermezza, per cui seppe imporsi in un mondo maschile, e spesso maschilista, come la «dama di ferro». La storia ne attesta la lungimiranza politica, artefice di una nuova era di civiltà e progresso. Ma il progetto di darla in sposa al giovanissimo re Childelberto II andò in fumo e Teodolinda fu allora data in sposa al re longobardo Autari nel 589. Paolo Diacono, lo storiografo longobardo per eccellenza, racconta con accenti poetici quel romantico matrimonio. I due novelli sposi trasferirono la capitale del regno longobardo a Monza. La regina Teodolinda, di religione cattolica, intratteneva una fitta corrispondenza con il papa San Gregorio Magno, finalizzata alla conversione al cristianesimo del popolo del quale era divenuta regina. Non riuscì, però, a convertire il marito Autari, che non accettava che venissero battezzati i figli dei longobardi. Ma ad appena un anno dalle nozze, Autari moriva, forse avvelenato, vittima degli intrighi di palazzo. Segno di indipendenza e di rottura con il passato fu la decisione, presa dalla stessa Teodolinda, di stabilirsi a Monza, abbandonando la capitale Pavia. Nel borgo brianzolo, che la leggenda volle scelto per ispirazione divina, la regina dei Longobardi fece costruire un grande palazzo e una chiesa, dedicata a San Giovanni Battista e arricchita «di molti ornamenti d’oro e d’argento», come si legge nelle cronache dell’epoca. Rimasta vedova nel 589, sposò due anni dopo il duca di Torino Agilulfo, al quale trasmise il titolo regio. Proprio a Monza venne battezzato suo figlio Adaloaldo con rito cattolico, nell’anno 603. E alla morte del secondo marito nel 616 resse il governo per nove anni a nome del figlio Adaloaldo ancora minorenne. La cristianizzazione dei longobardi era continuata durante il periodo della sua reggenza, nonostante la dura opposizione e ostilità di alcuni duchi aderenti all’eresia ariana, che non riconosceva il dogma della Trinità (anche se il problema era più di natura politica che dottrinale...). Motivo per cui, ad esempio, gli stessi arcivescovi di Milano in quegli anni avevano dovuto rifugiarsi a Genova, non potendo così esercitare una diretta guida pastorale della diocesi ambrosiana. A ciò si aggiungeva l’intricata questione dello scisma detto «dei tre capitoli», che aveva staccato dall’obbedienza romana le due sedi metropolitane settentrionali di Milano e di Aquileia  e che creava divisioni anche all’interno della locale comunità cattolica. Nei suoi lunghi anni di regno, Teodolinda promosse un saggio programma di riavvicinamento alla Sede di Roma, avviando un fruttuoso rapporto, in particolare, con papa Gregorio Magno e avvalendosi dell’aiuto, preziosissimo, del monaco irlandese Colombano, al quale la regina concesse di fondare, nel 614, il celebre cenobio di Bobbio. Il risultato fu l’inizio, dopo decenni di guerre e di scontri, di un periodo di prosperità economica e di pacifica convivenza, religiosa e politica, fra la popolazione longobarda e quella italica. Ma dopo alcuni mesi dall’avvento al trono, il giovane Adaloaldo fu spodestato dal duca di Torino Ariovaldo e dovette fuggire da Milano con la madre Teodolinda. Si rifugiarono a Ravenna presso l’esarca bizantino Eleuterio. Teodolinda morì il 22 gennaio 627 probabilmente di vecchiaia, e l’anno successivo 628 morì anche Adaloaldo forse avvelenato. Nei secoli successivi il clero monzese, in quella data, ne celebrò la memoria di Teodolinda con solennità. Il ricordo della regina longobarda è rimasto anche in molti luoghi ambrosiani, fondatrice, secondo la tradizione, del battistero accanto alla basilica di San Vittore a Varese, ad esempio, o del monastero di Cremella, o, ancora, della chiesa di San Martino a Perledo. Ma anche in tutta la Lombardia: «Strada Regina», infatti, si chiama da sempre la via sulla sponda occidentale del lago di Como. Teodolinda fu venerata come beata, ma il suo culto non fu mai confermato ufficialmente dalla Chiesa.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare