Santo del giorno 4 novembre: Santi Vitale e Agricola Protomartiri bolognesi Stampa
Venerdì 04 Novembre 2022 00:00

Santo del giorno 4 novembre: Santi Vitale e Agricola Protomartiri bolognesi   Alle radici della Chiesa bolognese c'è la figura di due martiri, distinti per classe sociale ma uniti dalla palma della morte a causa della fede. Vitale e Agricola, servo e padrone, lanciarono con la loro testimonianza un messaggio di uguaglianza e di solidarietà che avrà pubblico riconoscimento al sorgere del libero Comune con il decreto di liberazione dei servi della gleba (Liber Paradisus). La più antica memoria dei due protomartiri risale a sant'Ambrogio e a san Paolino da Nola, che ne attestano la «colleganza e il consorzio nel martirio». I loro corpi, riscoperti nel cimitero ebraico dal vescovo Eustasio, furono traslati da Ambrogio nel 393 alla Santa Gerusalemme stefaniana. Il loro culto era già diffuso nel V e VI secolo. Le loro reliquie sono venerate nella Chiesa madre di Bologna. Sul finire del VI secolo, San Gregorio di Tours in una sua opera lamentò l’inisistenza di una “passio” circa i Santi Vitale ed Agricola. Ciò però non era propriamente esatto, in quanto le notizie sui due protomartiri bolognesi si fondano su un’autentica affermazione del vescovo milanese Sant’Ambrogio nel 392, nonché una di San Paolino di Nola del 403. Negli Acta Sanctorum inoltre sono stati inclusi due racconti fittizi, arbitrariamente attribuiti anch’essi allo stesso Ambrogio, giacchè in realtà assolutamente sconosciuti erano stati Vitale e Agricola fino al 392, anno in cui il vescovo bolognese Eusebio annunciò il ritrovamento dei loro resti in un cimitero ebraico dell’odierno capoluogo emiliano. Egli diede loro nuova sepoltura con rito cristiano, evento al quale presenziò anche Sant’Ambrogio, rivolgendosi ai martiri nell’omelia e invitando la popolazione a venerarne le reliquie. Il culto dei due santi martiri si diffuse in Occidente grazie all’impulso dato da Ambrogio che, oltre a scrivere di loro, volle traslare a Milano parte delle reliquie e ne donò poi parte a Firenze. Numerosi vescovi si sentirono così spinti a richiederne per le loro cattedrali. Il culto mantenne comunque il suo epicentro a Bologna, ove una basilica fu edificata appositamente per custodire le loro spoglie, in seguito trasferite nell’adiacente cappella. Poco sappiamo dunque circa la vita dei due santi. Pare che Agricola fosse un cittadino cristiano di Bologna e Vitale il suo schiavo. Questi aveva seguito il padrone anche nella sua religione e fu il primo a coronare la sua vita con il martirio: condotti infatti entrambi nell’arena, Vitale fu torturato in tutto il corpo sino alla morte. Gli aguzzini pensavano che alla vista delle sue sofferenze, Agricola avrebbe perso la sua determinazione nel dichiararsi cristiano, ma invece tutto ciò ebbe l’effetto inverso di quanto sperato. Agricola fu infatti fortificato e incoraggiato dalla morte del suo fedele servo e affrontò con grande coraggio la crocifissione, durante la quale il suo corpo fu trafitto con chiodi, testimoniando fino alla fine la sua fede cristiana.

estratto da: http://www.santiebeati.it

da Centro Cultura Popolare