Apostolo martire nato nel I secolo a Cana di Galilea, il vero nome dell'apostolo Bartolomeo è Natanaele. Il primo nome Bartolomeo è patronimico che deriva probabilmente dall'aramaico «bar», figlio e «talmai», agricoltore o del valoroso; il secondo sarebbe nome proprio e significa “dono di Dio”. Probabilmente Bartolomeo faceva parte della cerchia del Battista e giunse a Cristo tramite l'apostolo Filippo presso il Giordano, aggregato ai dodici apostoli, cioè uno di quegli uomini che furono compagni di Simon Pietro per tutto il tempo che il Signore Gesù visse sulla terra, a partire dal battesimo di Giovanni Battista fino al giorno in cui fu assunto al cielo (Atti, 1, 21s.). Dopo la scelta dei primi discepoli Gesù volle andare in Galilea, dove incontrò Filippo di Betsaida e gli disse: "Seguimi". L'invito fu subito accolto. Filippo a sua volta incontrò Natanaele e
gli comunicò la lieta notizia: "Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosé nella legge ed i profeti, Gesù, figlio di Giuseppe, di Nazareth". Natanaele era forse un assiduo lettore della Bibbia. La doveva meditare sovente sotto il fico che ogni giudaico aveva cura di far sorgere accanto alla propria casa. Sembra però che fosse di temperamento incline al pessimismo. Lo si arguisce dalla sprezzante risposta che diede all'amico: "Da Nazareth può venire qualcosa di buono?". Cana, la sua terra natia, distava appena otto chilometri dalla borgata che il Figlio di Dio aveva scelto come sua dimora terrena. Natanaele sapeva che era formata da un'accolta di stamberghe semitrogloditiche e che non era neppure nominata in tutto l'Antico Testamento. Filippo, senza raffreddarsi per la scoraggiante risposta, si limitò a dirgli: "Vieni e vedi". Appena Gesù scorse il diffidente figlio di Abramo non poté fare a meno di esclamare: "Guarda! Uno davvero Israelita, nel quale non c'è inganno!" (Giov. 1, 40-47). A nessuno degli apostoli fu resa una testimonianza tanto onorifica e solenne. Natanaele stesso più che lusingato ne rimase stupito, motivo per cui gli chiese: "Donde mi conosci?". Il Signore approfittò della sua meraviglia per dargli una prova, ancor più evidente della prima, della sua onniscienza. "Prima che Filippo ti chiamasse - gli disse - ti vidi mentre eri sotto il fico". Il pio israelita, incapace di finzione, ne rimase sgomento e invaso a un tratto da fervore esclamò: "Rabbi, tu sei il Figlio di Dio. Tu sei il re d'Israele!". Aveva avuto dunque ragione l'amico Filippo di riconoscere in Gesù il Messia promesso dai profeti! Il Signore smorzò in parte quel suo eccessivo entusiasmo dicendogli: "Perché ti ho detto che ti ho visto sotto il fico, tu credi? Vedrai cose ben più grandi di queste". Volgendosi poi a quanti lo seguivano aggiunse: "Vedrete il cielo aperto, e gli angeli di Dio ascendere e discendere sul Figlio dell'Uomo" (Ivi 1,48-51) per mettersi al suo servizio, riconoscerlo loro Signore e avere cura della sua santissima umanità. Bartolomeo viene così scelto da Gesù con altri undici discepoli per farne i suoi inviati, gli Apostoli. Poi gli Atti lo elencano a Gerusalemme con gli altri, "assidui e concordi nella preghiera". E anche per Bartolomeo (come per Andrea, Tommaso, Matteo, Simone lo Zelota, Giuda Taddeo, Filippo e Mattia), dopo questa citazione, cala il silenzio dei testi canonici. Dopo il ricordo della sua vocazione, questo apostolo si eclissa nel Vangelo per tutta la vita di Gesù. La passione dell'apostolo Bartolomeo contiene molte incertezze: la storia della vita, delle opere e del martirio del santo è inframmezzata da numerosi eventi leggendari. Dopo la resurrezione di Cristo, Bartolomeo divenne famoso per la sua facoltà di guarire i malati e gli ossessi. Dopo la Pentecoste si hanno vaghe tradizioni riguardo al suo apostolato. Fu predicatore itinerante del Vangelo in Armenia, India e Mesopotamia. Eusebio riferisce che Panteno, il fondatore della scuola catechetica di Alessandria d'Egitto, nel suo viaggio in India (probabilmente era l'Etiopia o l'Arabia meridionale) verso la fine del secolo II, aveva incontrato comunità cristiane costituite dall'apostolo san Bartolomeo, presso le quali aveva diffuso il Vangelo di san Matteo in lingua ebraica. In seguito si sarebbe trasferito nell'Armenia maggiore, sostenendo non poche fatiche e superando non lievi difficoltà. Secondo il Breviario romano in questa regione l'apostolo convertì alla fede cristiana il re Polimio e la sua sposa, nonché dodici città. Queste conversioni eccitarono l'invidia dei sacerdoti delle locali divinità, i quali riuscirono ad aizzare contro di lui in tal modo Astiage, fratello del re Polimio, che costui impartì l'ordine di condannarlo alla morte persiana: fu coronato dal martirio scorticato vivo, poi crocefisso dai pagani e decapitarlo. Gli artisti lo raffigurano abitualmente con sulle braccia il manto della propria pelle. Una tradizione armena afferma che il corpo dell'apostolo fu sepolto ad Albanopoli, città in cui subì il martirio. Nel 507 l'imperatore Anastasio I lo fece trasferire a Daras, nella Mesopotamia, dove costruì in suo onore una splendida chiesa. Nel 580 una parte di quei resti mortali fu probabilmente trasferita a Lipari, al nord della Sicilia. Durante l'invasione dei saraceni le reliquie del santo furono trafugate nell'838 a Benevento finché nel 1000, per l'intervento dell'imperatore Ottone III, giunsero a Roma e furono composte nella basilica di San Bartolomeo, nell'isola Tibertina. Nel 1238 il cranio dell'apostolo fu portato a Francoforte sul Meno dove è ancora venerato nel duomo a lui dedicato. Una delle usanze più note legate alla festa di San Bartolomeo é il pellegrinaggio di Alm: la domenica prima o dopo San Bartolomeo, gli abitanti della località austriaca di Alm si recano in pellegrinaggio a St. Bartholoma, sul Konigssee, nel Berchtesgaden. I primi pellegrinaggi risalgono al XV secolo e sono legati allo scioglimento di un voto perché cessasse un'epidemia di peste. La leggenda di san Bartolomeo è ricordata anche nel Giudizio Universale della Sistina: il santo mostra la pelle di cui lo hanno “svestito” gli aguzzini, e nei lineamenti del viso, deformati dalla sofferenza, Michelangelo ha voluto darci il proprio autoritratto. San Bartolomeo è considerato il protettore dei macellai, dei conciatori e dei rilegatori.
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