Oggi 5 novembre ... accadde. Pillole di storia montenovese: Quando i contadini dovevano seminare anche di domenica Stampa
Giovedì 05 Novembre 2009 21:44
I duri lavori di aratura con i buoi che precedevano l'altrettanto dura semina a manoDal diario manoscritto "Miscelanea Veritas" (1815-1840) del concittadino Francesco Procaccini ricaviamo le seguenti notizie dei fatti occorsi quasi due secoli fa a Montenovo, era la domenica 5 novembre 1828: "Finalm.e piove ben forte, con gragnuoli di Neve, mentre le nostre Montagne sono gia ben coperte generalm.e. Tutti i Contadini S'affollano alle Seminagioni di Fave, e Grani, che ora n'è il colmo. I Grani però sempre più vanno calando oggi a ζ 10:25:, ed anche si trovano a ζ 9:80: comprati dai nostri Publici Fornari Gius.e Mancini, e Lavinia Fiorani, qui in M.te Novo stesso. Le Farine poi qui da Domenico Ambrosini Venditore, Di Grano quadrini Undici la libra, e di Granturco quadrini Nove alla libra". Per chi ha difficoltà a leggere la prosa del primo Ottocento del diario di Procaccini, sciogliamo qualche abbreviazione e diamo qualche interpretazione a parole desuete: "Finalm.e" sta per finalmente, "gragnuoli di neve" sta per neve a granelli, "generalm.e" sta per completamente, "Seminagioni" sta per semine, "colmo" sta per massimo sforzo, "ζ" sta per scudi, "Publici Fornari" sta per gestori dei due forni pubblici del paese essendone anche molti altri privati specialmente in campagna, "Gius.e" sta per Giuseppe, "M.te Novo" sta per Montenovo, "quadrini" sta per sottomultiplo dell'unità di misura monetaria che era lo scudo, "libra" è una unità di misura di peso corrispondente a circa un terzo di chilogrammo. Evidentemente i contadini dovevano affrettarsi a seminare anche di domenica, prima dell'arrivo dei freddi intensi, dopo aver duramente lavorato nei mesi precedenti con l'aratura con i buoi, come documenta l'immagine d'epoca, mentre la semina doveva essere fatta a mano, giacchè non c'erano ancora seminatrici.

Chiara Fiorani