Oggi 13 ottobre ... accadde. Pillole di storia montenovese: Quando il conte Mauruzj si recò alla Segreteria di Stato Vaticano Stampa
Martedì 13 Ottobre 2009 21:15

Stato della Città del VaticanoDal diario manoscritto "Miscelanea Veritas" (1815-1840) del concittadino Francesco Procaccini ricaviamo le seguenti notizie dei fatti occorsi quasi due secoli fa a Montenovo, era il lunedì 13 ottobre 1828: "Circa l'ore 18: è tornato da Roma il nostro degnissimo Sig.e C.te Mariano Mauruzj, andetti a farle una doverosa Visita. Interrogato se aveva ottenuto la tanto bramata carica per il di Lui Sg.e Figlio Gius.e, Rispose di Nò, ma bensì gli è stato Ripromesso dal Segretario Ca.d.e di Stato, che avrà memoria di beneficare la di Lui Famiglia con un impiego Mensile, quale dovrà effettuarsi a Novo Anno, e così lo consolò; dopo essere stato un'Anno, meno giorni 22: in Roma, e però alla sua Casa gli ha Recato un Deficit di circa ζ 500: -. Il d.o C.te è calato assai di Carne, e molto si è imbrunito in faccia, contribuisce anche la di Lui Età d'anni 68½ ed anche la sud.a Vedova Rossi, ha perduto molto colore, ma bensì Sfarza al solito Sulle Mode attuali. Circa l'ore 23: il tempo si mise a piovere fortem.e per Ore due, e poi ...". Per chi ha difficoltà a leggere la prosa del primo Ottocento del diario di Procaccini, sciogliamo qualche abbreviazione e diamo qualche interpretazione a parole desuete: "ore 18" sta per le due del pomeriggio secondo il sistema orario "all'italiana" vigente all'epoca che faceva decorrere il computo delle ore dal tramonto del giorno precedente, "Sig.e C.te" sta per signor conte, "Sg.e" sta per signore, "Gius.e" sta per Giuseppe, "Ca.d.e" sta per cardinale, "ζ" sta per scudi, "d.o C.te" sta per detto conte, "sud.a" sta per suddetta, "Sfarza" sta per fare la bella vita sprecando, "ore 23" sta per le 19 di sera, "fortem.e" sta per fortemente. Non manca, il pettegolo Procaccini, una frecciatina insinuante con il parallelismo sul colore della carnagione del conte e della vedova di cui aveva spettegolato due giorni prima.

 

Chiara Fiorani