a MONTENOVO i fatti nostri del 18 settembre Stampa
Mercoledì 18 Settembre 2013 00:00

a MONTENOVO i fatti nostri del 18 settembre1860 – Dopo un ultimatum di Cavour al cardinale Antonelli dell’ 11 settembre, il IV Corpo d'Armata piemontese, con alla testa il generale Cialdini, aveva invaso lo Stato Pontificio al Tavullo e proseguito per il litorale. L'esercito pontificio, agli ordini del generale Lamorciere, mosse da Terni verso Loreto, con l'intenzione di appoggiarsi alla fortezza di Ancona. I due eserciti si scontrano a Castelfidardo il mattino del 18 settembre. Senza che il Cialdini lo prevedesse, il generale francese Pimodan attacca gli avamposti piemontesi alla confluenza dell'Aspio con il Musone, ricacciando i bersaglieri del 26° Reggimento sul Monte Oro e conquistando, nella sua avanzata, la prima e la seconda cascina. Poco dopo, irrompe al contrattacco il 10° Reggimento Fanteria della Brigata Regina. Di rincalzo, su ordine di Cialdini giunto al galoppo sul luogo della battaglia, il 9° Reggimento e una mezza batteria di artiglieria. Dopo aspra lotta, Pimondan è ferito mortalmente, l'esercito pontificio è in ritirata e Lamorciere, con pochi superstiti, ripara nella piazza di Ancona. (Giorgio Bianchini, Itinerari culturali, testo 010, 1983, pp. 14-15).

1887 - Il Comune di Ostra Vetere stà ancora riattando i locali destinati a ospitare l'Asilo, come scrive il sindaco Ricci alla Superiora Generale dell’Ordine delle suore e proprio "Il riattamento dei locali è stata la causa che mi ha trattenuto dal rispondere prima alla Sua gentile lettera". (p. Rolando Maffoli o.f.m., Renzo Fiorani, Le suore figlie di Maria SS. dell'Orto, un secolo di assistenza a Ostra Vetere, testo 022, 1989, p. 28).

1912 - A ricordo della storica battaglia di Castelfidardo del 1860 sorge, oltre le cime dei cipressi sulla sommità di un colle, il monumento al generale Cialdini e ai suoi prodi. Una lunga teoria di fanti e bersaglieri si stacca dal granitico blocco e, baionetta innestata, sembra gettarsi a testa bassa verso la sottostante campagna, preceduta, con l'indice puntato sul luogo ove avvenne lo scontro, dal condottiero a cavallo. All'interno del massiccio roccioso è sistemata la cripta votiva. Il monumento, inaugurato il 18 settembre 1912, è opera dello scultore Vito Pardo, che vi lavorò quasi dieci anni. Ricorda una vittoria che, consentendo l'annessione delle Marche e dell'Umbria all'Italia, fece acquistare consistenza al sogno degli spiriti illustri del Risorgimento, "... la via di Roma indicando ed aprendo". (Giorgio Bianchini, Itinerari culturali, testo 010, 1983, p. 15).

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