OGGI 5 GENNAIO ... accadde. Pillole di storia montenovese: Quando la vigilia d'Epifania s'andava a cantare Pasquella Stampa
Martedì 05 Gennaio 2010 21:19
Stornellatori che cantano la PasquellaDal diario manoscritto "Miscelanea Veritas" (1815-1840) del concittadino Francesco Procaccini ricaviamo le seguenti notizie dei fatti occorsi quasi due secoli fa a Montenovo, era il giovedì 5 gennaio 1837: "Questa Sera la Nostra completa Banda Istrumenti Da Fiato, ed altri in N.o 30: sono stati tutti per le nostre Case a Cantare lodi alla Pasquella come qua sotto descrivo la Cansona da loro Cantata. Hanno Ricevuto Pollami d'ogni Sorte in N.° 27: per cui tutta la d.a Compagnia si è portata la Sera dei 8: al Convento de Nostri PP. Zoccolanti, e dopo aver Suonato andettero a Mangiare avendo lì trasportato tutto l'occorrente Manducatorio; Tutti in Allegria, Evviva, Evv. .....

Canzonetta
I.a
Noi Veniamo dall' Oriente
Senza doni ma con Zelo
Salutando Uniti il Celo
Ma pria l'alto suo Motor
Que partiro colla Stella
Fida Socia a lor Viaggio
Noi Veniamo con Coraggio
Agli Amici a denunziar

2.a

Che doman ricorre e vero
La gran Festa Epifania
E gridando sempre sia
Simil Festa ai nostri Cor
Lor dirran' che siam Venuti
Per dir sol ch'è la Pasquella
ma Noi anche per Scarsella
E bisaccia nostra Empir
3.a
Chi sarrà che tanto ingrato
Non darà o Cacio, o Pollo
Veramente un Capocollo
Molto più ci gradirà
Se poi tanto non vi fosse
Di Farina libre Cento
Farrian pago l'istrumento
Ed in Sieme li cantor
4.a
Parchi siamo nella Mensa
Che Salcicce libro Otto
Bastan solo pel Fagotto
ed appena ad Un Trombon
Sette botti di buon Vino
Sufficienti alla Cappella
Ma se beve un sol Clarino
Nemmen Elle può bastar
5.a
Qui non giova Economia
Non potete Noi Cacciar
Cominciammo qui a Cantar
e bisogna qui finir
Dian le Chiavi al dispensier
Ed al Cuoco dell' pollaro
Che di Galli Un Centinaro
farrà il Suono terminar
6.a
Non si guardin un coll'altro
A dir Cosa a Noi si dia
dodici Ova in fede mia
senza poi tanto pensar
Capobanda mangia Molto
il Trombetta non è tardo
Ogniun certo è gagliardo
e Veloce a digerir
7.a
Alla loro Cortesia
rimettiam nostre fatiche
Non vogliam di Giugno spiche
e ne anche un Monte d'Or
Basta sol ci sia concesso
di dir sempre con Cappella
Viva, viva la Pasquella
Ringraziando lor Signor
Fine
".

Per chi ha difficoltà a leggere la prosa del primo Ottocento del diario di Procaccini, sciogliamo qualche abbreviazione e diamo qualche interpretazione a parole desuete: "Cansona" sta per canzonetta, "Sera dei 8:" sta per la domenica successiva, "d.a" sta per detta, "PP. Zoccolanti" sta per frati francescani riformati di Santa Croce, "andettero" sta per andarono, "occorrente Manducatorio" sta per il necessario da mangiare, "Celo" sta per Cielo, "pria" sta per prima, "Motor" sta per Dio, "Que partiro" sta per i quali (Magi) partirono, "denunziar" sta per annunciare, "Scarsella" sta per borsellino, "bisaccia" sta per sporta a tracolla per trasportare generi alimentari, "Empir" sta per riempire, "Capocollo" sta per lonza, "libre Cento" sta per circa 36 chilogrammi,  "Farrian pago l'istromento" sta per appagherebbe il musicista, "Ed in Sieme li cantor" sta per insieme ai cantanti, "Parchi" sta per morigerati, "libre Otto" sta per poco meno di tre chilogrammi, "Fagotto" sta per il suonatore di fagotto strumento musicale a fiato ad ancia, "Trombon" sta per musicista suonatore di trombone, "Cappella" sta per coro vocale, "Centinaro" sta per centinaio, "Ova" sta per uova,  "Trombetta" sta per suonatore di cornetta, "Ogniun" sta per ognuno, "Non vogliam di Giugno spiche" sta per non vogliamo grano a raccolto, cioè non bastano le promesse a venire.

Chiara Fiorani