Il cardinale Cherubini, sant'Aurelio martire e la beata S.M.Crocifissa Satellico Stampa
Lunedì 21 Dicembre 2009 11:13
La Cappella della Beata Suor Maria Crocifissa Satellico nella chiesa delle clarisse di Santa LuciaDal nostro Lettore Giancarlo Barchiesi di Ostra riceviamo la seguente informazione: "Il Cardinale Francesco Cherubini, Sant'Aurelio martire e la beata Suor Maria Crocifissa Satellico a Montenovo". Il 10 ottobre 1993 il Santo Padre Giovanni Paolo II ha beatificato Suor Maria Crocifissa Satellico, monaca professa dell'ordine di Santa Chiara nel monastero di Santa Lucia di Montenovo, oggi Ostra Vetere (1706-1745). La Chiesa diocesana, e in modo particolare quella di Ostra Vetere, ha vissuto momenti indimenticabili e per l'occasione si sono spostati oltre cinquanta pullman di fedeli che si sono portati a Roma per assistere alla funzione di beatificazione di Suor Maria Crocifissa Satellico in San Pietro. Mons. Vescovo Odo Fusi-Pecci, nel pomeriggio di quella domenica ha celebrato anche una Santa Messa presso la basilica dei Santi Apostoli. L'occasione ha fornito il motivo della riscoperta del culto della comunità cristiana di Ostra Vetere per Sant'Aurelio, le cui sante reliquie sono appunto conservate nella cittadina collinare. Il legame storico tra Sant'Aurelio e Suor Maria Crocifissa Satellico è costituito da un sarcofago, ove l'8 novembre 1992, dopo un accurato restauro eseguito dai Bedini di Ostra, sono state poste le reliquie della Satellico. Sul nuovo utilizzo del sarcofago non è mancata una riflessione critica, essendo stato certamente discutibile la decisione adottata, che ha alterato una importante testimonianza storica. Di questo sarcofago, la comunità religiosa di Ostra Vetere possiede una preziosa testimonianza nel manoscritto dell'Abate Gianfranco Festarini (1770), nel quale si riferisce che il Cardinale Francesco Cherubini, Vescovo di Senigallia, abate commendatario dell'abbazia di Santa Maria di Piazza di Ostra Vetere (1647), essendo stato accolto con molte dimostrazioni di affetto dalla popolazione locale, donò al paese il corpo di Sant'Aurelio, che venne posto dentro questo sarcofago, opera di Giglioni da Montecarotto, insieme all'ampolla del suo sangue. Più tardi lo stesso Cardinale donò anche una statuina-reliquario del Santo, all'interno della quale si conserva il suo mento. Il sarcofago, rivestito di lamina d'oro, porta sul davanti lo stemma cardinalizio del montalboddese (= ostrense) Francesco Cherubini (1525/1656). Di finissima fattura sono le due testine d'angeli agli angoli della cassa e le figure scolpite che, oltre ad assumere significato come elementi decorativi, sono investite di un chiaro valore simbolico. Il monumentale e prezioso cimelio storico, opera matura dell'arte del seicento, avrebbe costituito una fonte di interesse non solo culturale, artistico e storico, ma anche specificatamente religioso per la sua originaria destinazione all'antico culto di Sant'Aurelio Martire. Il reimpiego acritico e antistorico dello stesso ad uso del culto della nuova Beata, vissuta cento anni dopo la costruzione del sarcofago e salita agli onori degli altari ben 350 anni dopo, appare almeno inopportuno. Si è avuto la sensazione che con tale operazione sia venuta meno e sminuita sia la rilevanza del culto di Sant'Aurelio e sia la piena, consapevole espressione di venerazione per la Beata Suor Maria Crocefissa Satellico. Forse la soluzione migliore che si doveva adottare, sarebbe stata quella di riportare le reliquie di Sant'Aurelio martire nel proprio originale sarcofago e compiere uno sforzo in più per realizzare un sarcofago nuovo per la beata clarissa montenovese. Tale sforzo ideativo ed economico, che la comunità cristiana locale e diocesana sarebbe stata chiamata a compiere, avrebbe dimostrato l'effettivo interesse culturale della popolazione e un più puntuale rispetto per la storia, l'arte e la fede, esaltando contemporaneamente i culti di Sant'Aurelio e di Suor Maria Crocifissa Satellico. Giancarlo Barchiesi". La notizia è tratta dalla "Voce Misena n. 39 del 1993 e nel frattempo molte cose sono cambiate, poichè è stato fatto esattamente quello che Barchiesi si auspicava allora, con il nuovo sarcofago realizzato appositamente per l'urna nella cappella della Beata nella chiesa delle clarisse di Santa Lucia, ritratta nella foto sopra.