Ostra Vetere: Nono Sindaco post-unitario il maestro Tobia Montalbini del Partito Popolare Stampa
Lunedì 09 Maggio 2011 18:09

Ostra Vetere: Nono Sindaco post-unitario il maestro Tobia Montalbini del Partito PopolareL’ottima tesi di laurea del giovane consigliere comunale Alessandro Tarsi, fresca di stampa (http://www.ccpo.it/gazzetta-dj/comunicati/6641-ostra-vetere-il-consigliere-comunale-alessandro-tarsi-si-e-laureato-con-il-massimo-dei-voti-auguri-al-neo-dottore, testo numero 148 della collana del Centro di Cultura Popolare) ci informa sull’attività del nono Sindaco post-unitario, il maestro Tobia Montalbini del Partito Popolare dopo il difficile periodo alla conclusione della prima guerra mondiale, secondo la sintesi estratta dalle pagine 61-63: “Il 3 ottobre 1920 avvennero le tanto attese elezioni amministrative. Si candidarono in 54. La forte campagna elettorale vide fortemente impegnata la sezione del Partito Popolare di Ostra Vetere. Per il partito le elezioni furono un autentico trionfo. All’opposizione furono eletti Borgiani, Pancotti Giuseppe, Pancotti Luigi e Montanari Luigi. Il 14 del medesimo mese fu la volta delle elezioni del sindaco. Il consiglio elesse con tredici voti sui quattordici presenti il popolare Tobia Montalbini. (…). La nuova giunta fu composta dagli assessori effettivi: Dante Lombardi, Agostino Peverini, Storoni Cesare e Fraboni Luigi. Come assessori supplenti vengo eletti invece: Magagnini Achille e Paolini Alessandro. I quattro membri dell’opposizione cercarono di far invalidare l’elezione del sindaco Montalbini per cause di ineleggibilità. Il consiglio, il 14 di novembre 1920, respinse fortemente il ricorso dell’opposizione. Il 10 aprile del 1921 i quattro consigliere che qualche mese prima tentarono di far cadere il sindaco Montalbini si dimettono. Nella loro unica lettera si motivarono questa scelta affermando che: il comune di Ostra Vetere sta andando verso la rovina finanziaria. (…). Il 14 ottobre 1922 fu la giunta comunale a dimettersi. Gli assessori Lombardi, Fraboni, Peverini e Storoni si dimisero per agevolare i lavori del consiglio. Il prefetto di Ancona si vide allora costretto, visto l’art. 3 della Legge Comunale e Provinciale, a nominare un apposito commissario per il regolare svolgimento dell’Amministrazione”.

 

da Centro Cultura Popolare